Dal 14 al 23 novembre ad Adelaide, in Australia, si svolgeranno i Campionati del Mondo 2025 di Beach Volley. L’Italia sarà rappresentata da Valentina Gottardi e Reka Orsi Toth (teste di serie numero 9 del seeding) e Claudia Scampoli e Giada Bianchi (teste di serie numero 20 del seeding). Due coppie federali femminili al via, dunque, ma nessuna maschile.
Un ‘buco’ che fa notizia perché nelle quindici edizioni precedenti del torneo iridato solo in una occasione, nell’edizione 2005 di Berlino, l’Italia non era stata rappresentata da alcuna coppia maschile. Si tratta così di una seconda volta, a distanza di vent’anni, mentre al femminile si è sempre risposto ‘presente’.
Sottolineando la grande disponibilità da parte della Federazione alla nostra volontà di trovare una risposta a questa mancata qualificazione, abbiamo chiamato in causa direttamente Paolo Nicolai, leggenda del beach volley italiano, argento olimpico a Rio 2016 in coppia con Daniele Lupo, tre titoli europei (solo per citare alcuni dei suoi successi in carriera) e da un anno esatto direttore tecnico del settore maschile federale di beach volley.
Ai nostri microfoni Nicolai esprime l’amarezza per questo passaggio a vuoto, ma parla anche di un importante cambio generazionale in atto e una visione di lungo periodo che, sperano in Federazione, possa portare alla costruzione di qualcosa di importante nei prossimi anni.

Nicolai, tolto il dente tolto il dolore: perché non avremo coppie azzurre maschili a questo Mondiale 2025?
“Da qualche edizione sono cambiati i criteri per qualificarsi. Adesso si qualificano le prime ventitré coppie del ranking mondiale, altri posti vengono assegnati di diritto al Paese ospitante e poi ci sono un tot di posti assegnati ad ogni continente, cosa questa che per l’Europa è diventata un po’ penalizzante. In passato era garantito solo un posto per continente e tutti gli altri dipendevano dalla classifica mondiale. Cottafava e Dal Corso sono la seconda coppia esclusa, hanno lottato fino alla fine per entrare ma non ce l’hanno fatta. Va ricordato che Dal Corso prima di giocare con Cottafava aveva meno di venti partite tra Elite e Challenge, quindi era necessario per lui un periodo di adattamento a questo livello”.
Lo scorso aprile, quando sono state ufficializzate le coppie federali (nel maschile Cottafava/Dal Corso e Rossi/Viscovich, ndr), lei ha parlato di un nuovo percorso e un progetto di lungo periodo.
“La scelta fatta è chiara, si è deciso di guardare in avanti con un giocatore relativamente giovane che ha già esperienza come Cottafava, si è aggiunto Rossi al gruppo, ma fondamentalmente si è deciso di investire più in ottica futura su ragazzi giovani, con poca esperienza a livello internazionale ma di grande prospettiva a nostro giudizio”.
Una scelta che sta pagando, al di là di questa mancata qualificazione al mondiale?
“Mi sento di dire che stiamo crescendo, soprattutto con la coppia Cottafava/Dal Corso. Sia a livello di risultati nel World Tour, sia a livello di prestazioni, sono una coppia in crescita. Con Rossi e Viscovich siamo stabili su un buon livello e ora devono dimostrare di poterci stare a quel livello. Siamo soddisfatti insomma del lavoro che stiamo portando avanti, ma resta il fatto che oggi con questi criteri non siamo al Mondiale perché non ce lo siamo meritati. Molto semplice”.

Possiamo spiegare a chi magari non è un addetto ai lavori perché le coppie federali sono solo due?
“Perché si è partiti così. Non è detto che ce ne saranno soltanto due in futuro, ma oggi la realtà è questa perché questo è il budget di cui dispongono le nazionali di beach volley, che è comunque un budget importante al pari di altre realtà di livello. In passato ci sono stati dei momenti in cui si è deciso di investire di più sulle coppie seniores rispetto a quelle junior, oggi stiamo portando avanti un lavoro e un progetto orientato maggiormente alla ricerca e alla valorizzazione del talento tramite collegiali, tornei internazionali e altre attività di primo livello.
Quali sono gli obiettivi che vi siete posti in questo quadriennio olimpico?
“Responsabilizzare alcuni giocatori che erano già all’interno del percorso Nazionali e avvicinare a loro altre coppie, altri giocatori più giovani al livello internazionale. Per far questo abbiamo deciso di lavorare con due coppie seniores, abbiamo creato un progetto ‘Next Gen’ coinvolgendo giocatori che provengono sia dall’indoor sia giocatori che avevano ben figurato nel campionato italiano. Parliamo sempre di giovani, non siamo andati oltre il 2003. In più abbiamo investito su un progetto Club Italia solo estivo che era Under 18. Con questi tre progetti ci siamo dati l’obiettivo di aumentare il numero di coppie competitive dando loro un numero maggiore di allenamenti e partite di alto livello”.
Eccezion fatta per Rossi (classe 1993, ndr), gli altri over 30 non saranno più presi in considerazione?
“In questo momento mi sento di dire che stiamo costruendo quello che secondo noi è il miglior percorso sia in ottica Los Angeles 2028, sia in ottica post Los Angeles. Questo però sempre tenendo presente tutti, perché se poi giocatori come Alfieri, Ranghieri o Lupo dovessero dimostrare di essere molto più avanti dei nostri, siamo consapevoli che in chiave olimpica bisogna ragionare anche in termini di risultati”.

L’impressione però, è che qualcuno di questi giocatori che ha citato siano usciti un po’ dai radar della Federazione… per così dire.
“Alfieri e Ranghieri sono comunque aggregati al nostro gruppo, lavorano con noi, ma non fanno parte delle coppie della nazionale. Lo stesso Lupo è venuto ad allenarsi con noi nel periodo invernale. Come Federazione però, dopo Parigi, l’intento è quello di usare questi due anni, che non sono di qualificazione olimpica, per trovare coppie in grado di aprire dei cicli e non di concluderli a Los Angeles. Non sono persone che abbiamo allontanato ma sono persone che teniamo sì vicine ma con onestà e chiarezza, sapendo che in questi due anni, almeno, si cercherà di seminare. Detto questo, Ranghieri è un atleta di 38 anni, quasi 39, e questa cosa non può non pesare su una valutazione di quello che deve essere fatto. Fermo restando che se in ottica qualificazione dovesse dimostrare di essere ancora competitivo, o più competitivo di altri, sarà certamente preso in considerazione”.
Daniele Lupo di anni ne ha ‘ancora’ 34. Con Zaytsev (37) due estati fa vinse subito il Campionato Italiano e quella coppia diede una visibilità enorme a tutto il movimento. Come mai non diventarono coppia federale?
“Onestamente quando io ho assunto la carica di Direttore Tecnico quella coppia non esisteva già più, e comunque non credo che la decisione di sciogliersi fosse legata al fatto di diventare o meno coppia federale. Lupo si era messo poi a disposizione per far crescere un giovane, ma un giovane per essere affiancato a Daniele, nel rispetto di Daniele, doveva essere comunque un giocatore di grande prospettiva e nell’inverno successivo non siamo riusciti a individuare un compagno che fosse adatto per lui in questo senso”.

Nicolai lei è una leggenda del beach italiano. Ci sta mettendo la faccia in questo momento, e questo le va riconosciuto, ma saltare questo mondiale, al netto di tutti i discorsi fatti sul progetto di lungo termine che state portando avanti, non deve essere stato comunque piacevole.
“Dispiace perché il Mondiale per questi ragazzi sarebbe stato un acceleratore incredibile. Lo prenderemo come stimolo per affrontare il prossimo con delle spalle un po’ più larghe. Dispiaciuto che sia capitato a me? No, anzi, posso dire di essere quasi contento del fatto di essermi trovato io in questa situazione perché è una bella responsabilità in questo momento. Sono contento di ricoprire questa carica anche per gli staff e gli atleti che ci sono in questo momento, tutte persone e professionisti con determinati valori. Siamo tutti sulla stessa barca. Avendo fatto parte di questo mondo per tanto tempo sapevo cosa stavamo iniziando. Con questo non voglio mettere le mani avanti, la responsabilità di non essere andati al mondiale è da condividere tra me, i ragazzi, il movimento perché è un’occasione che non abbiamo colto e sarebbe stato un bel premio per tutto il lavoro che stiamo portando avanti. Però allo stesso modo, lo ripeto, so cosa stiamo iniziando e so dove possiamo arrivare”.
Concludendo, riuscirà Nicolai a trovare i prossimi… Lupo-Nicolai?
“Sono convinto che gli atleti che abbiamo siano atleti di grande prospettiva, e qualcuno ha già dimostrato anche di essere un atleta di livello internazionale. L’obiettivo che ho io, personalmente, è uno. Anzi due. Cercare di far rendere al massimo chi c’è oggi e magari tra quattro anni essere costretti, tra virgolette, ad aumentare quel famoso numero di coppie federali. Vorrebbe dire che abbiamo lavorato così bene da avere più di due coppie competitive per l’alto livello. Noi siamo l’Italia e ci proveremo sempre a vincere, questo ve lo garantisco”.

Intervista di Giuliano Bindoni
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