Allianz Milano

Ishikawa, un esempio per il Giappone: “Giocatori nipponici in Italia? Dovrebbero essercene di più”

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Di Redazione

Yuki Ishikawa è alla sua seconda stagione all’Allianz Milano e ha avuto modo di dimostrarsi una colonna portante per Piazza, nonostante l’avvio un po’ in salita della squadra meneghina in queste prime giornate di campionato. La sua esperienza in Italia, però, incomincia nella stagione 2014-2015 quando, solo diciannovenne, approda alla Parmareggio Modena.

La stagione successiva torna in Giappone nella squadra della Chuo University di Tokyo. Ma si tratta solo dell’ultima parentesi nipponica di Ishikawa: dal 2016, infatti, non ha mai lasciato l’Italia.

La Superlega è il campionato più forte, schiera molti stranieri, c’è più possibilità di giocare e il livello di stranieri e italiani è molto alto. Voglio rimanere qui perché devo crescere e migliorare ancora tanto così da poter tornare in Giappone a giocare con la mia Nazionale e fare sempre meglio” racconta lo schiacciatore giapponese in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

In patria, Ishikawa è un vero e proprio beniamino: molto seguito sui social, come del resto anche Yuji Nishida, vanta addirittura una statua di cera al celebre museo Madame Tussauds di Tokyo.

A proposito di Nishida, questa sera i due giocatori si troveranno faccia a faccia nella sfida tra Vibo Valentia e l’Allianz Milano. Per i due compagni di nazionale si tratta della prima sfida italiana, essendo Nishida approdato alla Tonno Callipo, e in Italia, solo questa stagione: “È la prima volta che gioco contro un mio connazionale, perché dopo l’Università non ho mai giocato nel campionato giapponese”.

Da una parte, quindi, un habitué del Bel Paese, come Ishikawa, dall’altra un giocatore alla prima esperienza italiana: “Gli ho detto di curarsi molto fisicamente perché la media dei giocatori è molto più alta del Giappone e lui che non è alto ha bisogno di stare sempre al massimo per essere efficace. In Italia, si mangia bene e si vive bene. In Calabria c’è il mare. Sicuramente ora si sente abbastanza solo, è normale. Ma si deve concentrare sul volley quindi va bene così”.

La prima volta di due giapponesi in Italia è un segnale di crescita per il volley maschile nipponico: “Sì, ma io vorrei che ce ne fossero tre o quattro. Consiglio ai miei compagni di Nazionale di uscire dal Giappone e venire a giocare se possono in Italia per migliorare e crescere”.

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