Ishikawa: “La chiave sarà riuscire a far giocare Giannelli fuori dai tre metri”

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Ore 20.30, giovedì 11 aprile, c’è gara 4 all’Allianz Cloud tra Allianz Milano e Sir Susa Vim Perugia. Il precedente se lo ricordano tutti, gara 2, ovvero il match più lungo di sempre nei Play Off e il più duraturo della stagione.

La sfida tra ambrosiani e Block Devils può davvero regalare emozioni forti. I padroni di casa hanno la chance di rimettere la situazione in equilibrio, mentre gli ospiti, vittoriosi in Gara 3 e avanti 2-1 nella serie, possono chiudere il discorso qualificazione con una giornata di anticipo. In Lombardia non sarà così facile disinnescare l’attacco dei meneghini come invece è riuscito al PalaBarton grazie a una prova esemplare nel muro-difesa con 14 block e ai quattro perugini in doppia cifra nelle offensive con Wassim Ben Tara capace di mettere a referto 24 punti (65% con 1 ace e 1 muro vincente). Sul fronte opposto, per contrastare gli umbri servirà un Ferre Reggers lucido e incisivo, perché potrebbe essere lui l’ago della bilancia.

Roberto Piazza: “Il nostro approccio in gara 3 non è stato quello dei giorni migliori. Siamo scesi in campo con il piglio giusto. Poi c’è stata una palla quella del 2-0 per loro dopo un’azione interminabile nel secondo set dove loro hanno avuto più pazienza di noi e hanno chiuso il punto. Da lì ci hanno messo addosso delle insicurezze che solitamente non abbiamo. Dopodiché abbiamo annaspato. Va dato merito però a Perugia di aver giocato una partita straordinaria in fase di battuta dal secondo set in avanti. Di battuta, di muro e di difesa. Hanno dato lezione in questi fondamentali stasera. Noi, se vogliamo riportare la semifinale in parità ci dovremo superare in gara 4 davanti al nostro pubblico”.

Damiano Catania: “Gara 3 è stata una partita non bella da parte nostra e bella invece per loro dal secondo set. Hanno iniziato a spingere in battuta e noi siamo rimasti un po’ al primo. Non siamo riusciti a switchare per due parziali. Il quarto abbiamo invece avuto una bella reazione. Poi Peccato, non siamo riusciti ad avere continuità nel side out e loro sono riusciti ancora ad andati via. Abbiamo lavorato per migliorare quello che non è andato al PalaBarton. Siamo andati a rivedere tutti i dettagli nei video dei nostri errori. Dobbiamo anche cambiare un po’ atteggiamento, confido davvero nell’aiuto anche dei nostri tifosi”.

Yuki Ishikawa ricorda quello straordinario quarto di finale playoff dello scorso anno, contro Perugia “il suo più bel ricordo fino a oggi” e crede che il servizio potrà essere l’arma vincente del match: “Sarà davvero molto importante. Perché quando inizi a mettere pressione all’avversario è tutto più facile. Fai un break e vai avanti. Il servizio sarà fondamentale sia per noi sia per loro. Ma soprattutto per noi, perché con la ricezione facile Perugia ha delle percentuali altissime, non sbagliano un pallone. Dobbiamo cercare di metterli in difficoltà sul primo tocco in modo che Giannelli giochi sempre fuori dai tre metri, con la palla staccata anche il loro attacco diventa più normale”.

(fonte: Comunicato stampa)

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Fedrizzi torna da Dubai con l’Emirates Cup: “Una realtà profondamente diversa dalla nostra”

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Un autentico pilastro della squadra ma anche e soprattutto un idolo dei tifosi della Yuasa Battery Grottazzolina che ha vissuto una splendida esperienza di vita a Dubai, subito dopo la fine della stagione regolare. Parliamo di Michele Fedrizzi, schiacciatore e leader della Yuasa che nella post season ha giocato insieme ai propri compagni il Torneo Internazionale di Dubai, anche per preparare i playoff per il quinto posto.

Proprio l’esperienza del Torneo di Dubai (chiusa con il secondo posto dietro la Dynamo Mosca) è stata galeotta perché proprio Fedrizzi è stato contattato, tramite il suo agente, per disputare l’ultima parte di stagione con la maglia dell’Al Nasr di Dubai, nel campionato degli Emirati Arabi Uniti. Otto squadre al via per un livello di volley che la Yuasa ha incrociato in occasione del torneo. Insomma un’avventura che ha visto la luce proprio in quei giorni, unico italiano in quel campionato dove però la componente straniera (atleti europei e soprattutto brasiliani) è molto numerosa anche se il livello non è assolutamente paragonabile a quello italiano. 

“Siamo tornati da Dubai venerdì 22 marzo insieme alla squadra – racconta Fedrizzi – ma in realtà io sono ripartito il lunedì successivo, giusto il tempo di preparare il tutto anche dal punto di vista burocratico. Una realtà certo profondamente diversa dalla nostra e in cui è necessario adattarsi giustamente nel loro modo di vivere e intendere lo sport”.

Il ritorno in Italia avvenuto nelle ultime ore, dopo due mesi ma ben tre competizioni disputate di cui una vinta. “Prima abbiamo disputato i playoff: in finale siamo stati battuti per 2-0. In quella fase la società ha optato per il cambio di allenatore e non è stato semplice adeguarsi per preparare l’imminente Supercoppa, un torneo che infatti è andato male. Poi però ci siamo rifatti con l’Emirates Cup, la seconda competizione più importante dopo i playoff: qui ho potuto alzare il trofeo. E la squadra per l’occasione è stata ricevuta nel Palazzo presidenziale il sabato successivo alla vittoria, peccato io fossi ripartito 24 ore prima e non sia riuscito a vivere quell’esperienza da favola”

Dicevamo un mondo diverso in tutti i sensi in cui occorre adattarsi rapidamente. “Solo Dubai ha quattro squadre, tutte con propri centri sportivi. Tante gare si giocano in campo neutro e in generale la presenza dei tifosi era ridotta. Di certo qui siamo abituati diversamente. La tv locale, la stessa che ha trasmesso le gare del Torneo giocato con la Yuasa, ha trasmessio tutte le fasi finali”

Il racconto degli allenamenti: “Una seduta atletico-tecnica al giorno seguendo anche le loro tradizioni: durante il Ramadam ci si allenava anche in tarda serata, aspettavano il tramonto per permettere loro di non essere digiuni nello scendere in campo. Personalmente oltre all’allenamento tecnico con la squadra, al mattino andavo in palestra per tenere la condizione fisica. Dovevo soprattutto farmi trovare pronto per la Superlega e la Yuasa, anche evitando situazioni eventuali legate ad infortuni”

Ma poi si vivono queste esperienze sia in campo e nello sport ma anche fuori, dove ti trovi a vivere un ambiente e un mondo profondamente differente. “Ho vissuto quasi due mesi in maniera professionale in campo, ma poi ho avuto anche modo di fare il turista perché l’occasione era indubbiamente imperdibile nonostante un caldo incredibile, stabilmente sopra i quaranta gradi. Guai ad uscire nelle ore calde della giornata anche se poi Dubai è bellissima e c’è tutto quello che si può pensare o sognare. Tornare in futuro? Difficile pensare di andare a giocarci stagione intere, sarebbe poi difficile riprendere il ritmo europeo e italiano. Ma una parentesi di qualche settimana o qualche mese merita di essere fatta per quello che lascia anche dal punto di vista umano”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)