Imoco Volley, Sylla: "L’anno giusto per vincere la Champions? La storia si scrive sul campo, non sulla carta"

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Di Redazione

Scatta oggi la Champions League Femminile che vede scendere in campo tre formazioni italiane. Tra queste, l’Imoco Volley Conegliano che aprirà le danze proprio questa sera al PalaVerde di Villorba (TV). Le pantere sono pronte per questo lungo cammino e memori della passata stagione, sanno di non dover sottovalutare nessuna squadra, proprio come dichiarato da Miriam Sylla nell’intervista rilasciata a “TuttoSport“.

Questa sera (ore 20.30 DAZN), in Champions League, per la Pool D, Conegliano ospita le ungheresi del Vasas Obuda Budapest dove gioca Bernardett Dekany, vecchia conoscenza del nostro campionato. Pantere d’assalto, dunque, e l’innesto di Paola Egonu ha alzato l’asticella di rendimento di una squadra dove brilla la stella di Miriam Fatime Sylla già tra le più esplosive in attacco in questo avvio di stagione.

Può essere l’anno di Conegliano in coppa? «La storia si scrive sul campo non sulla carta. Il nostro, all’apparenza, sembra un girone facile ma in realtà Nantes, Vasas e Alba Blaj sono squadre toste. Motivo per cui nessun avversario va sottovalutato e vorremmo evitare esperienze simili a quelle dello scorso anno contro lo Schweriner».

Il trionfo in Supercoppa può essere un avvertimento per le vostre rivali? «Abbiamo vinto una partita, con merito e portato a casa il primo obiettivo della stagione. Novara è una grande squadra ma non ha potuto esprimere il suo potenziale solo perché noi abbiamo disputato la partita perfetta. Oggi è prematuro parlare di valori, siamo ad inizio stagione. Poi questa Champions è da scoprire».

Quanto sposta gli equilibri avere Paola Egonu? «Lei è una top player e siamo contente che quest’anno giochi con noi e non contro di noi. Si è ambientata velocemente».

Ma il vostro è un legame d’amicizia che dura da anni. «Con Paola siamo amiche anche fuori dal campo. Rapporto basato sulla sincerità. Di solito facevamo tre videochiamate a settimana, mentre se giocavamo contro non ci parlavamo per tutta la settimana che precedeva la partita. Ci accomuna tanto: le nostre origini, la storia di immigrazione dei nostri genitori, le usanze e costumi. È una persona splendida e con tanta voglia di lavorare e migliorale. L’Imoco è una squadra completa, una rosa di tutte titolari e uno staff tecnico che a mio avviso è il migliore che la società potesse metterci a disposizione».

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Fedrizzi torna da Dubai con l’Emirates Cup: “Una realtà profondamente diversa dalla nostra”

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Un autentico pilastro della squadra ma anche e soprattutto un idolo dei tifosi della Yuasa Battery Grottazzolina che ha vissuto una splendida esperienza di vita a Dubai, subito dopo la fine della stagione regolare. Parliamo di Michele Fedrizzi, schiacciatore e leader della Yuasa che nella post season ha giocato insieme ai propri compagni il Torneo Internazionale di Dubai, anche per preparare i playoff per il quinto posto.

Proprio l’esperienza del Torneo di Dubai (chiusa con il secondo posto dietro la Dynamo Mosca) è stata galeotta perché proprio Fedrizzi è stato contattato, tramite il suo agente, per disputare l’ultima parte di stagione con la maglia dell’Al Nasr di Dubai, nel campionato degli Emirati Arabi Uniti. Otto squadre al via per un livello di volley che la Yuasa ha incrociato in occasione del torneo. Insomma un’avventura che ha visto la luce proprio in quei giorni, unico italiano in quel campionato dove però la componente straniera (atleti europei e soprattutto brasiliani) è molto numerosa anche se il livello non è assolutamente paragonabile a quello italiano. 

“Siamo tornati da Dubai venerdì 22 marzo insieme alla squadra – racconta Fedrizzi – ma in realtà io sono ripartito il lunedì successivo, giusto il tempo di preparare il tutto anche dal punto di vista burocratico. Una realtà certo profondamente diversa dalla nostra e in cui è necessario adattarsi giustamente nel loro modo di vivere e intendere lo sport”.

Il ritorno in Italia avvenuto nelle ultime ore, dopo due mesi ma ben tre competizioni disputate di cui una vinta. “Prima abbiamo disputato i playoff: in finale siamo stati battuti per 2-0. In quella fase la società ha optato per il cambio di allenatore e non è stato semplice adeguarsi per preparare l’imminente Supercoppa, un torneo che infatti è andato male. Poi però ci siamo rifatti con l’Emirates Cup, la seconda competizione più importante dopo i playoff: qui ho potuto alzare il trofeo. E la squadra per l’occasione è stata ricevuta nel Palazzo presidenziale il sabato successivo alla vittoria, peccato io fossi ripartito 24 ore prima e non sia riuscito a vivere quell’esperienza da favola”

Dicevamo un mondo diverso in tutti i sensi in cui occorre adattarsi rapidamente. “Solo Dubai ha quattro squadre, tutte con propri centri sportivi. Tante gare si giocano in campo neutro e in generale la presenza dei tifosi era ridotta. Di certo qui siamo abituati diversamente. La tv locale, la stessa che ha trasmesso le gare del Torneo giocato con la Yuasa, ha trasmessio tutte le fasi finali”

Il racconto degli allenamenti: “Una seduta atletico-tecnica al giorno seguendo anche le loro tradizioni: durante il Ramadam ci si allenava anche in tarda serata, aspettavano il tramonto per permettere loro di non essere digiuni nello scendere in campo. Personalmente oltre all’allenamento tecnico con la squadra, al mattino andavo in palestra per tenere la condizione fisica. Dovevo soprattutto farmi trovare pronto per la Superlega e la Yuasa, anche evitando situazioni eventuali legate ad infortuni”

Ma poi si vivono queste esperienze sia in campo e nello sport ma anche fuori, dove ti trovi a vivere un ambiente e un mondo profondamente differente. “Ho vissuto quasi due mesi in maniera professionale in campo, ma poi ho avuto anche modo di fare il turista perché l’occasione era indubbiamente imperdibile nonostante un caldo incredibile, stabilmente sopra i quaranta gradi. Guai ad uscire nelle ore calde della giornata anche se poi Dubai è bellissima e c’è tutto quello che si può pensare o sognare. Tornare in futuro? Difficile pensare di andare a giocarci stagione intere, sarebbe poi difficile riprendere il ritmo europeo e italiano. Ma una parentesi di qualche settimana o qualche mese merita di essere fatta per quello che lascia anche dal punto di vista umano”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)