Il procuratore Luca Novi e il taglio degli ingaggi: “Il volley quando si è fermato era quasi alla fine della regular season”

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Di Redazione

La sospensione e il “congelamento” del campionato di Superlega non è l’unica questione a tenere banco in questi giorni. Infatti, dopo lo stop della stagione da parte della Fipav, con alcune società che non hanno “digerito” questa decisione, ora c’è da discutere sugli ingaggi dei giocatori. A parlare dell’attuale situazione, è uno dei procuratori più importanti del panorama italiano, Luca Novi, intervistato da “Il Resto del Carlino Modena”.

Novi, su quale base state trattando con la Lega? «A giorni dovremo riaggiornarci. La proposta di un taglio del 40% non è stata compresa. Cinque società hanno pagato già sette stipendi su dieci. Ci aspettavamo un 30% negoziabile visto che mancano ad oggi solo tre mensilità».

Trattativa collettiva ma poi i giocatori saranno liberi di fare le proprie scelte. «Non sarà il mio compito quello di convincerli. Ognuno può essere libero di accettare o di tutelarsi in altro modo».

Prevede contenziosi? «E chi lo sa? I giocatori sono comunque consapevoli che la situazione è complicata».

Pare di capire che la vostra idea di agenti è di un taglio del 20% «Che è lo stesso del basket che gioca fino a metà giugno. Il volley quando si è fermato era quasi alla fine della regular season e alcuni club da li a poco avrebbero finito la stagione».

Cosa pensa della sospensione imposta dalla Fipav a tutti i campionati? «Penso che Mosna non ha tutti i torti nel proporre un playoff a giugno in massima sicurezza. Sarebbe un segnale anche per il futuro, la pallavolo ha bisogno di mostrarsi al suo mondo».

Già il futuro. Ci sono poi anche i contratti pluriennali, magari qualcuno potrebbe cambiare idea e chiedere di giocare in un altro paese. «Il mercato mondiale a livello top è quasi completato. I roster dei club più importanti sono in pratica chiusi».

Ma negli altri paesi dove il volley è importante che aria tira? «In Russia hanno già pagato tutti gli stipendi, in Francia il 90%, in Polonia 1’80%. Diciamo anche che in certi paesi sponsor istituzionali garantisco ancora le risorse necessarie».

Magari una società rinunciando ad un ingaggio forte può risolvere un problema. «Anche questo è da valutare. Anderson, ad esempio, ha un altro anno ed è il più costoso del roster. Spero che Modena mi dica di continuare».

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