Dopo la sconfitta per 3-0 rimediata alla E-Work Arena la settimana scorsa, Il Bisonte Firenze vuole riprendere la propria corsa per mantenersi nella zona play-off ed è pronto ad ospitare la Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia, reduce dalla pesante sconfitta per 3-0 sul campo della Vbc Trasporti Pesanti Casalmaggiore. L’appuntamento è per domenica alle 17 al Pala Rialdoli di Scandicci, che ospiterà ancora una volta le bisontine in attesa di aprire le porte di Palazzo Wanny, la casa de Il Bisonte Firenze e dello Sport.
Nessun precedente in campionato tra le due squadre, che però si sono confrontate nel preseason al Trofeo Città di Scandicci organizzato dalla Savino del Bene Volley; in quell’occasione le bisontine sono state superate in semifinale dalle “tigri” (1-3).
Massimo Bellano analizza così l’incontro: “Vallefoglia secondo me non vale la classifica che occupa in questo momento. Hanno giocatrici di caratura internazionale ed alcune ragazze giovani di buon interesse, per cui è una partita da prendere con le molle e da giocare con molta attenzione e cura rispettando l’avversario e sapendo quali sono gli obiettivi che abbiamo. Dobbiamo ritrovare stabilità nella fase di cambio palla nella quale domenica a Busto abbiamo sofferto di più“.
Gara dedicata a Michele Pasinato, indimenticato campione azzurro che con l’Italia ha giocato 252 partite ed entrato di diritto nella Hall Of Fame italiana
Kump: "Conosco bene il club grazie anche ad Anett Nemeth e al nostro allenatore Costantino Tontarelli. Ho ricevuto da loro tutte rassicurazioni positive"
Petkov: "Ero al telefono col mio agente, e per qualche secondo non ho proferito parola, tanto che lui iniziò a chiedermi se fossi contento e se andasse tutto bene…"
Avversarie delle azzurre nella Pool 2 saranno USA (4 giugno alle ore 19 italiane), Germania (5 giugno alle ore 22:30), Corea del Sud (6 giugno alle ore 15), e Brasile (8 giugno alle ore 15)
La nostra Falaschi Week oggi volge al termine. Dopo esserci fatti spiegare da Marco tanti aspetti legati al gioco, virando poi su comunicazione e psicologia all'interno di un gruppo squadra e aver raccontato delle magie del Mago Di Pinto, in questo ultimo capitolo proveremo a capire quali piani avrà per il suo futuro una volta appese le ginocchiere al chiodo. Sperando che questo avvenga il più tardi possibile.
“Io sono molto fissato, anche nella mia vita privata, sulle questioni organizzative, sul fatto che tutte le cose debbano andare in un certo modo. Sono molto pignolo! Quindi non mi dispiacerebbe affatto un ruolo da direttore generale, così come pure da team manager”.
Ma come, eravamo convinti che avresti voluto fare l'allenatore!
“Per fare l’allenatore non basta essere stati dei buoni giocatori. L’esperienza in campo è una cosa, e quella nel mio caso inizia ad essere pure troppa - scherza - ma per fare l’allenatore vero sono convinto sia necessario fare un percorso. Nel senso, non è che uno smette di giocare e inizia subito ad allenare in Serie A”.
Nel caso scegliessi questa strada, da dove partiresti allora?
“Partire dalle giovanili credo sarebbe un percorso molto stimolante perché lì si va veramente a vedere chi ne sa a livello tecnico, perché devi di fatto insegnare a giocare a pallavolo. Da lì più sali di livello e più ti viene richiesto di gestire un gruppo di persone, che è una cosa differente che richiede tutta un’altra serie di abilità. Con i giovani cercherei sicuramente di mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Mago (Vincenzo Di Pinto, ndr)”.
Ragioniamo di fantasia: dopo aver fatto la giusta gavetta nelle giovanili, ti chiamano per fare il secondo in Serie A. Quale allenatore ti piacerebbe affiancare?
“Ho sempre avuto difficoltà a giocare contro la sua squadra - risponde Falaschi dopo una breve pausa e una risata - Mi riferisco a Roberto Piazza. Le sue sono sempre state squadre organizzate, che giocano bene a pallavolo, che non mollano mai niente. Hanno un sistema di gioco veramente fastidioso per chi ci gioca contro. Squadre che hanno sempre avuto un senso in qualsiasi cosa facessero, e questa è una cosa che io apprezzo molto nelle squadre e nei giocatori che provano a fare quel determinato gioco. Hanno sempre tante variazioni, a proposito di battute come raccontavamo nei capitoli precedenti. Contro noi di Padova, ad esempio, quest’anno ricordo una partita in cui ci hanno dato 3-0, ma all’inizio battevano solo forte senza riuscire a staccarci nel punteggio. A quel punto hanno iniziato a cambiare: e la palla corta, e Reggers con la float, stessa cosa con Louati, e alla fine la partita l’hanno vinta con le variazioni. Una squadra che legge lo sviluppo del match ed è capace di cambiare in corsa la sua idea iniziale. Quindi ad oggi ti direi Piazza, sarei proprio curioso di studiarlo da vicino, diciamo così”.
foto Legavolley
Solo Piazza?
“Anche con Fefè De Giorgi, alla Lube prima e poi in Nazionale, si era creato un bel feeling. Parlava molto con me, nonostante fossi il secondo palleggiatore, e questo mi ha fatto molto piacere perché forse significava che aveva visto in me qualche cosina in più oltre il semplice giocatore”.
Come allenatori stranieri?
“Marcelo Mendez. È considerato da molti giocatori come un gran bel allenatore. Sono davvero curioso di vedere cosa farà l’anno prossimo a Trento”.
In percentuale ti vedi un domani più direttore generale o allenatore?
“Al momento siamo 50 e 50, devo ancora capirlo bene”.
Tornando al presente, nuova avventura a Grottazzolina. C’è una soddisfazione che cercherai di toglierti?
“Sì, vincere a Cisterna. Negli ultimi anni non ci sono riuscito e questa cosa qui mi urta parecchio - ride -. È una di quelle trasferte sempre complicate. L’albergo non è vicino ma a Latina, la mattina ti alleni lì col sole che entra dalle finestre e ti acceca, in più Baranowicz è un gran bel palleggiatore, ma ora se n’è andato, sicché… Insomma, per un motivo o per un altro, tranne che con la Lube, ma non giocavo, io a Cisterna non ricordo d’aver mai vinto. Questa soddisfazione me la vorrei proprio togliere, insomma”.
foto Legavolley
Fala, è stata davvero una bellissima chiacchierata la nostra. Grazie davvero. Avrei un’ultima domanda ma non so se farla o meno…
“Sono solo due ore che siamo al telefono, ti stai facendo problemi adesso?”
Sarei curioso di sapere quante persone ti saluteranno ancora dopo aver letto questi articoli.
“Mmmm, ho come l’impressione che la lista si stia accorciando…”.