Quando nello sport il destino decide di prendere in mano carta e penna, sbiancano anche i migliori sceneggiatori di Hollywood. Non c’è partita. La storia che è stata scritta lunedì sera all’Allianz Cloud è semplicemente clamorosa. Avversaria di Milano è Modena. Milano scende in campo senza il suo palleggiatore titolare, il brasiliano Fernando Kreling detto ‘Cachopa’, il grande acquisto di mercato di questa stagione, fermato da un risentimento dell’ileopsoas destro.
Al suo posto coach Piazza è costretto, tra virgolette, a schierare un ragazzino di 19 anni, che di nome e cognome fa Leonardo Barbanti. Il ‘fanciullo’, sempre tra virgolette, in barba alla sua giovane età, alla sua inesperienza, alla tensione del momento, dopo due set persi, neanche così male, sale in cattedra, prende in mano la squadra e la trascina a un pazzesco successo al tiebreak. Non contento, torna anche a casa con il trofeo di MVP alla sua prima partita da titolare in Superlega, insieme alla copia del tabellino della partita che recita anche 3 punti, due in attacco e uno a muro. Oggi lo hanno visto aggirarsi per l’Ikea in cerca di una cornice per appenderselo in camera.
Tutto molto bello, ma è nulla in confronto a un altro aspetto che rende questa sceneggiatura da Oscar. Il Barbanti è modenese di nascita. Il Barbanti, lo scorso anno, scaldava la panchina proprio al PalaPanini, con la maglia di quella squadra che lunedì sera ha rispedito in Emilia con una sconfitta che definire pesante è dire poco, mostrando anche quanto è bravo in battuta: 20 servizi, nessun errore. 32 invece gli errori commessi dai gialloblu dalla linea dei nove metri. Una enormità, anche in cinque set.
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“È stata una serata molto, molto emozionante, davanti al pubblico di Milano che non mi aspettavo così numeroso e caloroso. Credo che per loro, e anche per noi in campo, sia stato tutto davvero molto bello e stimolante. Ci siamo trovati bene insieme. Per me – racconta Barbanti – è stata una doppia emozione giocare contro Modena. Volevo dimostrare di valere: all’inizio ero agitato, un po’ contratto, ma con l’aiuto dei miei compagni sono riuscito a gestire la partita molto meglio. Devo davvero molto a loro”.
Il ragazzo promette bene e lo ha dimostrato subito, alla prima occasione che gli è stata concessa. Il tutto mentre a Modena la lista dei giocatori che hanno dimostrato di valere una volta andati via sta iniziando a diventare… lunghetta.
Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)