Foto Instagram Ebony Nwanebu

Hit Parade: storie di vita ordinaria e di nostalgia, voglia di tornare a casa

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Di Stefano Benzi

Natale significa casa. Tornare alle proprie radici, alla famiglia di origine. Riconciliarsi con tutti i propri limiti e insoddisfazioni. Che spesso sono un ghiotto alimento per l’ansia e i rimpianti. Casa di solito ci riconcilia con la normalità e con il desiderio di riportare tutto su un piano più umano. Mai come quest’anno la cosa vale per tutti. Anche per chi sembra condurre una vita da privilegiato.

Tra le tante storie di pallavolo, quando si dà sempre molta più importanza a chi arriva e ai trasferimenti di chi decide di scendere in campo, a volte rischiano di passare inosservate le notizie di chi sceglie di uscire dal campo. E lo fa in modo silenzioso, garbato, senza clamore.

1) Il sapore del ritorno a casa

Un mese fa James Shaw ha deciso di lasciare Piacenza per tornare a casa in California. Qualche problema fisico gli aveva impedito di esprimersi al meglio con la Gas Sales ma a frenarlo è stata soprattutto la nostalgia di casa. “Devo vincere il peso emotivo che mi sta schiacciando stando lontano dai miei affetti”. Rescissione del contratto e ritorno a casa dove Shaw da un mesetto continua a giocare e ad allenarsi con gli amici, soprattutto sui molti campi in sabbia del parco vicino a casa, Ragle Ranch. Il volley può attendere.

E la cosa ci ha fatto venire un mente una deliziosa canzone di un bluesman irlandese straordinario che si chiama Chris Rea, autore di tanti brani indimenticabili. Si tratta di “Driving Home for Christmas”: dimenticate le tournee, i palchi, i fan si torna a casa con la macchina piena di pensieri e speranze. Sperando di trovare tutte le cose al loro posto…

2) Cosa farò da grande

Molti atleti vivono malissimo l’idea di lasciare la pallavolo o comunque qualsiasi attività sportiva professionistica. C’è un vero e proprio trauma con il quale bisogna fare i conti: si lascia la competizione che è un carburante straordinario, una motivazione che spesso spinge al di là dei propri limiti. E bisogna cominciare a confrontarsi con una vita normale. Tra le tante storie di normalità, oltre a quella di James Shaw, ci ha fatto sorridere Ebony Nwanebu che ricordiamo molto bene per la sua passione che potrebbe diventare la sua nuova professione. Gli animali. Forte di una laurea in educazione e pedagogia ottenuta alla Texas University, Ebony è arrivata in Italia accompagnata da Kylo, un cane pastore adottato in Turchia e portato nel nostro paese nonostante la pandemia. Ora Ebony è tornata insieme a Kylo negli Stati Uniti per far parte del primo torneo professionistico americano di volley femminile. La lontananza dalla famiglia e dal suo cane, dal quale ha vissuto separata per due mesi, le sono stati insopportabili. E così Ebony, a soli 26 anni, potrebbe decidere di lasciare la pallavolo. La sua intenzione è tornare alla Texas University per iscriversi a veterinaria. Sogna un allevamento: cavalli, mucche e bufali. E specializzarsi nelle gravidanze dei grandi mammiferi. Ci sono tante canzoni deliziose dedicate ai cani: “Martha My Dear” è un brano acustico scritto al pianoforte da Paul McCartney non per la fidanzata ma per il suo Bob Tail. “Old Shep” è un brano semisconosciuto di Elvis Presley scritto per il vecchio pastore tedesco di suo padre con cui era cresciuto da ragazzino… “Il vecchio Shep se n’è andato dove vanno i bravi cagnolini. Non andrò più in giro con il vecchio Shep. Ma se i cani hanno un paradiso so che il vecchio Shep ha una casa meravigliosa”.

C’è un video meraviglioso, molto emozionante, su un brano scritto dal produttore Marshmello per i Bastille che si intitola “Happier”. Difficile non commuoversi… “So che devo andare perché volevo che tu fossi più felice quello che sei. Quindi devo andare…”

3) L’anno che verrà…

Si saluta l’anno che finisce con le solite frasi fatte. Ci si augura che il meglio debba ancora venire e che l’anno in arrivo possa essere il migliore in assoluto. Beh, considerando che peggio del 2020 è difficile, ci asteniamo da questo coro di banalità e auguriamo a tutti un anno assolutamente, magnificamente, rigorosamente normale. Anche a costo di non dovercelo ricordare all’anno seguente. La normalità manca più di ogni altra cosa. Quanto al 2020 lo salutiamo con una iniziativa divertente – un album di figurine griffato Volley News – che vi consentirà di fermare con una immagine tutti i protagonisti del volley di questa stagione disgraziata che ci lasciamo alle spalle. Sono i nostri  survivor cui dovremo riconoscere il merito non solo delle coppe e dei trofei che eventualmente vinceranno. Ma di essere riusciti a restare in campo e a divertirci. Nonostante tutto. Li ringraziamo di cuore per questo. Aggiungiamo agli auguri un pensiero speciale, quella che secondo chi scrive è la miglior canzone di sempre in fatto di buoni propositi. Mike and the Mechanics (gruppo creato dal fondatore dei Genesis Mike Rutherford) scrisse “Beggar on a Beach of Gold” uscendo da una forte crisi di ispirazione. Il testo è un vero capolavoro… “Sono un mendicante seduto su una spiaggia d’oro, sono un poveraccio nonostante tutta la ricchezza che possiedo. Non avevo coraggio, la mia vita era buia ma poi ho visto la luce… sono i ragazzi la mia luce e la mia salvezza, sono loro il padre di quest’uomo, i miei maestri che mi insegnano la vita mentre giocano qui davanti a me, sulla spiaggia dorata”.

In sintesi. Non siamo quello che abbiamo, ma quello che diamo.

Buon anno a tutti, sulla strada che ognuno sta facendo verso casa.

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