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Hit Parade: miracoli sportivi, ko pesanti e un “pazzo” che pazzo non è

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Di Stefano Benzi

Terzo appuntamento con la nostra Hit Parade: ogni settimana tre notizie, eventi o personaggi della pallavolo da abbinare a un brano musicale. Dedicato a chi gioca con la musica in testa, anche senza le cuffie.

  1. 1. LO STATO DI GRAZIA

Ci ha davvero impressionato la prestazione della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia contro Milano. Una partita che è stata definita una sorta di “stato di grazia” per la squadra calabrese allenata da Valerio Baldovin e che è coincisa con una serata da dimenticare per l’Allianz Milano, che ha commesso una valanga di errori. Impressionante in particolare la prova di Davide Saitta, che nel terzo set ha stampato due muri su Ishikawa portando Vibo a vincere il set quando era sotto 23-19. Saitta, nel dopo partita, ha confidato di non volere nemmeno sapere come era riuscito nell’impresa. E che evidentemente certi miracoli sono da attribuirsi al suo momento magico, visto che da poco è diventato papà.

La cosa riporta alla mente un brano non molto conosciuto in Italia di uno splendido gruppo pop, Mike and the Mechanics, fondato dal chitarrista/bassista dei Genesis, Mike Rutherford. Nella canzone, che si intitola “All I Need is a Miracle”, il protagonista dice all’amata… “stai se vuoi stare, vai se vuoi andare, non so se riuscirò mai a dimostrarti il mio amore perché sei irrequieta e spesso mi volti le spalle. Eppure so che ti amerò per tutta la vita”. Eppure Rutherford non l’ha scritta dedicandola a sua moglie Angie, ma a sua figlia Kate, che all’epoca della produzione del disco aveva poco più di nove anni: “Mi guardava con quel broncio e già sapevo che sarebbe stato un incubo…” disse l’autore, spiegando che la figlia lo aveva completamente in pugno.

Nel video, realizzato a Top of the Pops nel 1986, Rutherford è il chitarrista. Il brano è cantato da Paul Young (Marillion, Sad Café), meraviglioso cantante scomparso prematuramente nel 2000 a soli 53 anni.

2. PERDENDO SI IMPARA

È stata una settimana difficile per i ragazzi delle nostre nazionali giovanili. Una medaglia d’argento per gli Under 20 che hanno perso in finale contro la Russia, al termine di un Europeo che fino a quel momento era stato quasi perfetto. Addirittura fuori dal podio le giovanissime dell’Under 17 sconfitte nella finalina per il bronzo dalla Serbia. Tornano in mente le parole di Julio Velasco: Quando si perde si insegnano le cose molto meglio e forse si imparano anche più in fretta”. Insomma, ogni sconfitta è comunque una lezione.

Diverse le canzoni che parlano di sconfitta. Da “Bridge over troubled waters” di Simon & Garfunkel a “Boys don’t Cry” dei Cure. Anche “Forever Young” incisa da numerosi artisti (famosa la versione dei tedeschi Alphaville), ma scritta da Bob Dylan. La canzone che più si ritaglia su un’esperienza che deve essere formativa è però “Fix You” dei Coldplay, che parla di momenti di debolezza e bisogno di aiuto.

Nel 2005 Chris Martin, leader e cantante della band, andò a vivere con l’allora fidanzata, la splendida attrice Gwyneth Paltrow. Si dice che Martin avesse il suo bel daffare a calmare le bizze di una donna famosa, bellissima, estremamente ricca e molto, molto capricciosa. I due si prendono e si mollano almeno tre volte. Dopo di che Martin, su un harmonium da chiesa parcheggiato nella tenuta del padre della sua compagna, le scrive: “Se fai del tuo meglio e non riesci, se hai quello che vuoi ma non quello di cui hai bisogno, se sei stremata ma non riesci a dormire, e sei impantanata perché perdi cose che non sai rimpiazzare… lascia che le luci ti guidino verso casa. E io ti aggiusterò”.

Stando alle dichiarazioni dello stesso cantante, Martin appende un grande lampione fuori dalla veranda della loro villetta, nella tenuta dei Paltrow. E canta alla donna la canzone per la prima volta con l’harmonium, pedalando sul mantice per dare aria ai registri. Si capisce perché i due si siano sposati. Molto meno perché lei lo abbia lasciato. “Fix You” è ora un patrimonio dell’umanità, dedicato a chi è alla ricerca di qualcosa e a chi, e spesso i nostri giovani lo sono, ha bisogno di una lezione. Magari anche severa. E che faccia crescere in fretta.

Il video originale della canzone è un piccolo capolavoro. La regista Sophie Muller registra la parte iniziale con il solo Chris Martin che gira in città di notte per poi comparire all’improvviso allo stadio di Bolton dove i Coldplay avevano tenuto il loro primo concerto in un grande impianto all’aperto. La lanterna che il cantante aveva acceso alla moglie sulla veranda di casa, compare di nuovo: questa volta sul palco.

3. MAGARI PAZZO, MAGARI NO

Ci affascina sempre l’incredibile talento di Aleksej Spiridonov, uno dei giocatori più imprevedibili e controversi della scena internazionale. Litigioso, sbruffone, perennemente in discussione con qualcuno. Si era accasato all’Olympiakos, salvo andarsene dopo pochi giorni quando l’anticipo che aveva pattuito con il club non era arrivato nei tempi previsti. Ora gioca nell’Al Ahli di Doha, in Qatar, dove il suo ingaggio pare sia di quasi mezzo milione di dollari per una trentina di partite.

Al momento la sua ira è concentrata sulla sua ex squadra, l’Ural Ufa, che pare gli debba ancora dei soldi dal contratto che si è concluso a maggio. Nel frattempo il giocatore si diverte a punzecchiare colleghi e avversari, il CT della nazionale che non sembra volerlo chiamare e intere popolazioni di fan. I suoi rapporti con la Polonia e i tifosi polacchi sono pessimi da anni, aggravati da dichiarazioni offensive, risse sfiorate e squalifiche. In Tv ai tifosi dell’Al Ahli ha detto: “Non sono pazzo come mi descrivono, sono solo molto, molto convinto delle cose che penso e di conseguenza le dico con altrettanta convinzione”.

Ci è venuta in mente una splendida canzone sulla follia scritta da Michele Salvemini alias Caparezza: “Mica Van Gogh” è un meraviglioso e acre ritratto di chi vuole essere strano a tutti i costi, di chi vuole provocare ma alla fine, come spesso accade, il vero pazzo è quello che pazzo non è.

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