Giorgia Mazzon verso il… derby in famiglia: “Non vedo l’ora di affrontare Alessia”

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Foto Instagram Giorgia Mazzon
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Terza stagione all’Ipag Sorelle Ramonda Montecchio, squadra con cui sta portando avanti un percorso che ormai da qualche tempo la vede fare la differenza sui campi di Serie A2 femminile. Giorgia Mazzon è una certezza della categoria sia per qualità che per attitudine, doti che le permettono di essere un perno del sodalizio veneto. Ecco le dichiarazioni dell’opposta classe 1998, in esclusiva ai nostri microfoni.

Per cominciare, quali sono state le sensazioni alla riconferma e come mai ha deciso di proseguire la sua avventura a Montecchio?

Nelle prime due stagioni a Montecchio mi sono sentita a casa, mi è piaciuto l’ambiente che ho trovato e ho potuto apprezzare il modo di fare di una società che cerca sempre di migliorarsi. Avevo proprio la sensazione che restare anche quest’anno sarebbe stata la scelta giusta“.

Giorgia Mazzon Montecchio
Foto LVF

Nelle scorse settimane è stata nominata capitana dell’Ipag. Cosa significa per lei ricoprire questo ruolo? Si sente addosso una certa responsabilità?

Il ruolo di capitana è molto importante perché devi essere brava a mediare tra giocatrici e società. All’inizio ero un po’ spaventata e poco sicura di essere all’altezza di questo ruolo; però, piano piano ho capito di avere la possibilità di dare un’ulteriore mano alla squadra e allo stesso tempo diventare una ragazza più responsabile e organizzata“.

In campo, sarà più una capitana silenziosa o cercherà di mostrarsi come leader, spronando le sue compagne e aiutandole nella loro crescita personale?

Siamo una squadra formata da giocatrici più o meno della stessa età, ma comunque spero di riuscire a trasmettere una parte di me a tutte le compagne e di crescere insieme a loro“.

Montecchio ha cambiato volto e pelle durante l’ultima off-season. Cosa ne pensa della nuova squadra?

Mi piace molto la nuova squadra e mi ha fatto piacere trovare alcune ragazze che già conoscevo. Penso che quest’anno ci siano tanti caratteri diversi che messi insieme funzionano alla perfezione“.

Giorgia Mazzon Montecchio
Foto LVF

Come procede la preparazione? E com’è lavorare con coach Eraldo Buonavita?

Stiamo lavorando nel migliore dei modi, vedo grande impegno e voglia di fare in ogni allenamento. Con Eraldo mi sto trovando molto bene“.

Pronti, via e sarà subito derby in famiglia con sua sorella gemella Alessia, centrale di Macerata. State già vivendo l’attesa per questa partita? Che rapporto ha con lei?

Sto aspettando con ansia la prima partita di campionato, ma solamente perché potrò rivedere mia sorella. Mi piace affrontarla in campo da avversaria, abbiamo un rapporto speciale e un giorno spero di giocare di nuovo in squadra con lei“.

È originaria di Cittadella così come una famosissima opposta di A1 come Paola Egonu. Non le piacerebbe incontrarla sui campi della massima serie? Cosa le manca per fare il grande salto?

Certo, mi piacerebbe tanto provare ad entrare nel mondo dell’A1. Probabilmente finora mi è mancato il coraggio di fare un salto così importante“.

Giorgia Mazzon Montecchio
Foto Roberto Muliere/Unione Volley Montecchio Maggiore

Quali sono i momenti del suo percorso pallavolistico che ricorda con maggior piacere?

Momenti che ricordo sempre con grande piacere e porto nel mio cuore sono la promozione dalla B2 alla B1 con l’Argentario Progetto VolLei, le finali nazionali U18 che ho giocato a Crotone nel 2015 e la partecipazione all’EYOF con la nazionale nello stesso anno“.

Chiudiamo con domande e risposte rapide, a istinto. Chi è la giocatrice più matta, nel senso buono, con cui ha giocato nella sua carriera?

Ce ne sono davvero tante… La prima che mi viene in mente è Federica Nonnati“.

La più ordinata e precisina?

Senza dubbio Rachele Nardelli“.

La più completa dal punto di vista tecnico?

Deja McClendon, statunitense con cui ho giocato al primo anno di A2“.

Giorgia Mazzon Montecchio
Foto di Ipag Sorelle Ramonda Montecchio

Qualcuno con cui sarebbe bello giocare, una volta nella vita?

Non ci ho mai pensato, anche se ogni anno trovo sempre nuove giocatrici da aggiungere alla mia squadra del cuore“.

Uno sportivo da cui prendere ispirazione, fuori dal campo?

Michael Jordan“.

Un suo pregio e un suo difetto.

Pregio: sono brava ad ascoltare e aiutare le persone. Invece, difetto: sono super disordinata e mi preoccupo molto anche senza motivo“.

Un sogno al di fuori della pallavolo?

Portare a termine gli studi in Psicologia e diventare Psicologa dello Sport“.

di Alessandro Garotta

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Carlo Parisi Volley Bergamo 1991

Bergamo conferma lo staff di coach Parisi per ricominciare da dove è arrivata

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Bergamo blinda anche il suo staff tecnico. Dopo quella di Carlo Parisi, arriva la conferma anche dei suoi più stretti collaboratori: il vice, Marcello Cervellin, il preparatore atletico Luca Rossini e lo scoutman Alessandro Bianciardi. E, con loro, anche per lo staff medico si proseguirà il percorso nel segno della continuità con i medici Alberto Baldi e Maurizio Gelfi, la nutrizionista Marta Gamba e i fisioterapisti Matteo Gandolfi e Matteo Bonfanti. E come Team Manager ci sarà ancora Ludovico Carminati.

Così, mentre Rossini condivide l’avventura in Nazionale con Parisi e lo Staff di Velasco, Cervellin lavora in palestra per tenere in allenamento Linda Manfredini, rimasta a Bergamo per terminare l’anno scolastico.

Ed è proprio il secondo allenatore rossoblù a tirare le somme di un’annata speciale, provando a spiegarne i segreti: “Si è creato subito un buon rapporto tra i componenti dello staff, la squadra e la società. Poi abbiamo avuto l’abilità di sfruttare un inizio di campionato senza big in molte delle squadre avversarie che ci ha permesso di andare in fiducia per il resto della stagione. Forse avremmo potuto fare un po’ meglio nella parte finale dell'anno, anche se bisogna riconoscere che ci sono stati degli scontri con squadre di caratura superiore. A Bergamo ho trovato un ambiente dinamico in un campionato in cui è andato tutto bene, un contesto che ha dimostrato cultura sportiva anche nei piccoli momenti di difficoltà. Perché quando le cose vanno bene è tutto più semplice, ma nei momenti in cui i risultati non venivano, la società ci ha messo in condizione di tranquillità e organizzazione per fare il meglio possibile”.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare in modo diverso?

“Avrei voluto fare qualche risultato in più alla fine della stagione che ci avrebbe permesso di fare una partita di più in casa nella fase dei Play Off e di avere qualche possibilità in più per allungare il nostro percorso. Ma non si può chiedere tanto di più a questa stagione”.

E ora?

“Ora dobbiamo lavorare per ricreare situazioni simili di fiducia della squadra e di fiducia reciproca da parte di tutti noi e poi limare ogni piccolo particolare in cui tutti possiamo migliorare. E’ utopico pensare che si possano ricreare le stesse situazioni dello scorso anno, in cui siamo stati bravi ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Quella fortuna che forse non avremo, potremo aggiustarla migliorando ogni dettaglio con l’obiettivo di confermare ciò che abbiamo fatto, che sarebbe un grandissimo risultato. Se poi venisse anche qualcosa in più…”.