Finali Scudetto, l’emozione dei vincitori. Matteo Ingrosso: "Avevo voglia di tornare a fare quello che amo"

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Di Eugenio Peralta

C’è chi ha raggiunto un traguardo storico per la propria carriera, chi ha trovato la rivincita che cercava, chi è uscito da un incubo per tornare a respirare. Motivazioni e stimoli sono diversi, ma l’emozione è palpabile nelle parole di tutti i vincitori del Campionato Italiano di Beach Volley.

Il più commosso è senza dubbio Matteo Ingrosso: “Sono tornato a vincere questo Scudetto dopo 9 anni” dice e subito dopo si ferma, come se lo avesse realizzato solo in quel momento. “Ho superato un periodo difficile della mia vita e avevo una gran voglia di tornare a quello che amo e che ho sempre fatto nella mia vita: stare sulla sabbia, giocare, vedere tutta questa bella gente. Ringrazio le persone che mi sono state vicine, la mia famiglia, mio fratello in particolare. Spero che sia solo l’inizio, ma intanto mi godo questo bel momento perché il treno passa una volta sola“.

Treno che è ripassato per la terza volta nella stazione di Alex Ranghieri, dopo i successi del 2014 e del 2015. “Abbiamo giocato bene, siamo rimasti tranquilli, abbiamo fatto un gran risultato. In finale eravamo un po’ stanchi perché Matteo aveva accusato un piccolo fastidio alla fine della semifinale e lo abbiamo dovuto gestire. Comunque Benzi-Ficosecco hanno giocato veramente bene“. La burrascosa rottura con Caminati ha sicuramente dato uno stimolo in più a Ranghieri, che però minimizza: “Le coppie vincono e perdono, i progetti iniziano e finiscono… è beach volley, non è nulla di più. Si sa che non tutte le coppie fanno bene, non è nulla di drammatico, si trovano soluzioni. Il beach è figo, bisogna viverlo nella maniera più bella: tramonti, sabbia, felicità. Io sono tranquillo“.

Ben diverse le sensazioni di Giulia Toti e Jessica Allegretti, per la prima volta sul trono nazionale. “Per noi è un sogno che si realizza – dice Toti – perché ci siamo sempre un po’ avvicinate senza mai arrivarci. Sono contentissima di aver vinto questo scudetto insieme a Jessica. Dopo l’inizio di stagione scintillante abbiamo avuto un piccolo calo, ma siamo arrivate qui convinte di fare bene“.

L’esperienza ha aiutato a gestire la sfida decisiva con Scampoli-Gradini: “Per quanto mi riguarda ho soprattutto esperienza di semifinali – scherza Allegretti – perché negli ultimi 4 anni non ero mai riuscita ad arrivare in fondo, è un traguardo che sogno da parecchio tempo e una soddisfazione grandissima. L’emozione non si è vista ma posso assicurare che ce n’era tantissima, siamo ancora un po’ incredule“.

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“Oltre la Rete”: Paolo Porro protagonista di un documentario “dietro le quinte” del volley

Oltre il Volley

Cosa c'è nella vita quotidiana di uno sportivo? Come si arriva in cima tra i grandi della pallavolo? E quali sono gli ostacoli da superare che spesso non si vedono? Tutti gli appassionati, i tifosi e gli stessi giocatori, almeno prima di scoprirlo in prima persona, si sono posti domande come queste. E il documentario "Oltre la rete", ideato, scritto e diretto da Layla Bortoluzzi, con protagonista Paolo Porro, cerca proprio di trovare una risposta a tutti questi interrogativi, superando la linea che divide l'atleta dalla persona.

"Paolino", come è chiamato il primogenito di casa Porro, è ormai un habitué dei campi della Superlega sin dalla stagione 2020-2021, quando non ancora diciannovenne ha calcato il terreno del Palapanini con la maglia gialloblù dell'allora Leo Shoes Modena. Dal campionato successivo, il taraflex è rimasto quella della massima serie italiana, ma il palazzetto è diventato l'Allianz Cloud e la divisa quella bianca e blu dell'Allianz Milano.

Il palleggiatore azzurro a Milano si è affermato come uno degli alzatori migliori del campionato nostrano e nella stagione 2023-24 è stato uno dei protagonisti della storica qualificazione della sua squadra in Champions League, come raccontato nel documentario. La regista, studentessa di Comunicazione e Marketing dello Sport, ha realizzato questo film di 40 minuti durante il suo ultimo anno di laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media e ha ripreso la vita di Paolo tra allenamenti e partite, dimostrando quali possono essere le gioie, ma anche i dolori dello sport, focalizzandosi in particolare modo sulla bellezza e la difficoltà di un ruolo complesso e "particolare" quale è quello del palleggiatore.

"Oltre la rete", però, non si limita a questo, come spiega la stessa autrice, Layla Bortoluzzi, ma cerca di scavare un po' più a fondo con l'obiettivo "di raccontare la vita del pallavolista professionista a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza anche il dietro le quinte della vita di un atleta, ovvero, gli aspetti inerenti alla quotidianità, al sacrificio e all'importanza dei legami umani e affettivi. Il mio documentario vuole andare oltre, più precisamente oltre la figura dell’atleta in sé, per scoprire e valorizzare la persona, l’essere umano che si cela dietro al ruolo dello sportivo", che, e in questo caso vale anche per Paolo, spesso si traduce pure in una quotidianità lontano da casa, vedendo la famiglia il più delle volte attraverso uno schermo e molto altro ancora.

Qui sotto il documentario Oltre la rete di Layla Bortoluzzi.

https://vimeo.com/1083686162