Lega Pallavolo Serie A Femminile

Fabris: “Introdurre il semiprofessionismo per tutelare le atlete”

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Di Redazione

All’indomani della conferenza stampa in cui Carli Lloyd, palleggiatrice statunitense della VBC èpiù Casalmaggiore, ha annunciato lo stop agonistico e il rientro in patria per evitare qualsiasi rischio connesso alla gravidanza, tiene banco il tema della maternità e delle tutele per gli atleti e le atlete non professionisti.

Mauro Fabris, Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, è intervenuto ai microfoni di ‘Palla al centro’, trasmissione di Rai Radio1 Sport, per definire i contorni della vicenda: “La pallavolo femminile è un settore non professionistico e come tale non vede applicate le previsioni di tutela di cui alla legge 91 del 1981 (che regolamenta la qualificazione del rapporto di lavoro dell’atleta professionista, ndr). Noi qualche anno fa proponemmo l’inquadramento di una figura semi-professionistica tutelata dal punto di vista previdenziale, ma le risposte di Governo e Parlamento non furono positive. Speriamo che nel Testo Unico per lo Sport, tuttora in discussione alle Camere, si possa inserire tale figura. Diversamente non sappiamo come uscirne, noi come altre discipline, perché le normative generali non prevedono alcuni tipo di tutela per le atlete e gli atleti dilettanti”.

La maternità non è mai stata e non potrà mai essere un limite – ha proseguito Fabris, che ha ricordato come nel 2016 Conegliano vinse lo Scudetto con 5 mamme nella propria rosa -. Il Fondo introdotto solo nella Legge di Bilancio del 2018 è un punto di partenza, ma non può essere la soluzione. Fondo al quale, tra l’altro, si può attingere solo a determinate condizioni che non sempre sussistono. La nostra prospettiva è proporre che nel Testo Unico per lo Sport sia previsto un passaggio preciso sulla rilevanza dei rapporti di lavoro nello sport. In occasione della Supercoppa Italiana di pallavolo femminile ho avuto modo di parlare con il Ministro Spadafora, che ha emanato una prima bozza, perché nella fase di conversione si comincino a inserire gradualmente delle garanzie per gli atleti. Il problema sussiste anche per i Club, per i quali un passaggio immediato dal dilettantismo al professionismo creerebbe problemi di tenuta”.

(Fonte: comunicato stampa)

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