Europei maschili: Francia vs Serbia per un posto in finale. Tillie: "Siamo pronti a una lunga battaglia"

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Di Redazione

Non erano considerate dalla maggior parte dei commentatori tra le favorite della vigilia, ma ora si trovano a sfidarsi per un posto in finale al fianco di un’altra outsider, la Slovena. Francia e Serbia si affronteranno stasera alle 20.45 alla AccorHotels Arena di Parigi, l’impianto che ospiterà anche semifinali e finali dei Campionati Europei maschili. Ieri, sul campo di gara, il media meeting in cui i protagonisti hanno presentato l’incontro.

“Quando giochi e vinci tante partite in pochi giorni – spiega il CT francese Laurent Tillie – il tuo morale è alto e sei sempre pronto a combattere. Noi abbiamo giocato bene, abbiamo avuto anche un po’ di fortuna, ma non conta vincere 3-0 o 3-2. Domani sarà diverso: siamo pronti per una lunga, lunga battaglia”.

Il capitano Benjamin Toniutti aggiunge: “Veniamo da un buon allenamento e abbiamo studiato a video il modo di giocare della Serbia. Abbiamo visto sempre più pubblico ad ogni partita mano a mano che si procedeva nella competizione, quindi non vedo l’ora di vedere quanti spettatori ci saranno alla partita contro i serbi“.

Da parte serba il coach Boban Kovac ammette: “Tutti sanno che in questo momento la Francia sta giocando un’ottima pallavolo, e giocare in casa è un grande vantaggio. Ma io credo nei nostri giocatori e nella qualità del nostro gioco: credo che domani (oggi, n.d.r.) potremo mostrare una pallavolo ancora migliore“.

Siamo dove volevamo essere – dice il capitano serbo Nemanja Petrice lo meritiamo. Abbiamo grande rispetto per la Francia, ma anche noi abbiamo le nostre chance, perché abbiamo dimostrato di poter giocare ad alto livello. Perché fermarsi adesso? Di sicuro non ci basta la semifinale. Vogliamo andare oltre e spero che possiamo guadagnarcelo sul campo con un gran match“.

(fonte: Cev.eu)

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Grottazzolina, Di Pinto elogia Marco Falaschi: “Ha delle solide certezze che ha saputo costruirsi”

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La distribuzione del gioco della rinnovata Yuasa Battery passerà dalle mani di Marco Falaschi, nuovo regista scelto da Grottazzolina per la stagione 2025-26 di Superlega. Molto sappiamo della sua lunghissima carriera in Serie A ma anche all’estero, passando per l’azzurro della nazionale. E nel corso di questa corposa esperienza c’è un allenatore con il quale proprio Falaschi non solo è cresciuto, ma si è consolidato anche come leader, vincendo campionati e prendendosi spesso i galloni di capitano. Parliamo di un’icona del volley nostrano come Vincenzo di Pinto, per tutti “Il Mago di Turi”, tecnico che vanta un’esperienza pluridecennale in Serie A, che ha forgiato talenti e che rappresenta un riferimento assoluto del volley italiano.

Dialogare di volley con lui è un’esperienza fuori dagli schemi, con aneddoti, esperienze e il ricordo di annate strepitose, di gare indimenticabili e di tanto tanto lavoro tecnico. È proprio a lui a raccontare, ai microfoni della società di Grottazzolina, Marco Falaschi nel dettaglio: “Marco è un giocatore generoso” racconta Di Pinto “dà sempre tutto per la società e per la squadra, da questo punto di vista per me è un ragazzo d’oro. Studia moltissimo le varie situazioni e ha delle solide certezze che ha saputo costruirsi. La strategia è una conseguenza della tecnica e lui è un vero ricercatore della strategia, alla quale dedica molto tempo e preparazione. Ha grande capacità di adattamento alla squadra e al gruppo di atleti che ha intorno, e trova sempre il modo di elevare al massimo il livello di gioco della sua squadra: è capace di costruire sistemi di distribuzione che gli permettono di fare rendere al meglio tutti gli interpreti intorno al lui”

Grande stima tecnica da sempre ma anche grande conoscenza delle qualità umane e caratteriali di Marco Falaschi, che ha avuto a Castellana Grotte e Taranto in momenti differenti. “Fin da Castellana Grotte si è creato un bel rapporto e proprio lì abbiamo incominciato a lavorare sulle sue certezze tecniche, fisiche, strategiche e mentali. Ci fu un grande lavoro di base e vincemmo un po' tutto. Volutamente lo trasformai in capitano per dargli forza ed è stato bravo. L’anno successivo andò in Montenegro dove ha potenziato tutto ciò che si era costruito nell’anno precedente. Ha avuto un’escalation andando in Polonia e ha fatto molto bene anche lì, ma il nostro rapporto è rimasto costante.

L’infortunio lo ha un po' fermato, quelli sono dei brutti clienti da superare. Se tu sei un giocatore formato nel tempo hai bisogno di riprendere le certezze che ti eri costruito e serve del tempo. Ci siamo rivisti a Castellana Grotte con un finale di stagione in crescendo. Poi abbiamo fatto un grandissimo lavoro a Taranto. Lui ha rinunciato ai grandi giri per partecipare attivamente a questo progetto Taranto. Al primo anno di A1 da capitano, ha fatto due grandissime annate. Teniamo presente che a livello di cambio palla in quelle annate noi siamo stati nei primi due posti e vuol dire aver fatto qualcosa di eccezionale. Poi il secondo anno due infortuni molto gravi avuti ci portarono a scendere da quel punto di vista ma la squadra reagì molto bene”

Pochi dubbi da parte del coach su quelle che sono le doti tecniche principali di Falaschi: “La velocità di andare sotto la palla e il posizionamento: credo che in questo sia nettamente tra i migliori in assoluto. Poi confermo che il suo modo di studiare e approfondire le situazioni di gioco è molto importante in quella che è la gestione tattica della squadra e della gara”

Per chiudere anche una coincidenza tra la sua Taranto e la Yuasa, che quest’anno si è salvata da neopromossa. Non accadeva in Superlega da tanti anni, l’ultima fu proprio la sua Taranto. “Tra Grotta e Taranto ci sono state diverse analogie partendo dalla salvezza ottenuta da neopromosse ma non solo. Come me a Taranto, anche Massimiliano Ortenzi a Grottazzolina non è stato solo head coach ma ha avuto responsabilità ben più ampie, quasi da manager, immerso completamente nella struttura societaria.

Con Massimiliano ci siamo sentiti anche prima della stagione e devo dire che lui è stato bravissimo nel tenere la barra dritta, non toccando la struttura della squadra anche dopo un girone di andata complicato. La cosa più semplice da fare in quei casi per le società è cambiare giocatori o anche tecnico e invece hanno scelto la via giusta, consapevoli che i numeri erano anche positivi, recuperando qualche infortunato e facendo un capolavoro a tutti gli effetti. Perché quello realizzato da Grotta è stato un vero capolavoro”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)