Europei femminili: l’analisi tecnica di Massimo Dagioni sulle avversarie delle azzurre

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Di Massimo Dagioni

La nostra nazionale femminile arriva a questo campionato europeo di fine settembre, l’appuntamento finale e più importante, portandosi in dote un percorso estivo non solo proficuo come risultati (qualificazione al prossimo campionato del mondo e medaglia d’argento al World Grand Prix), ma anche estremamente gratificante per il modo in cui questi traguardi sono stati centrati da parte di un gruppo rinnovato in molti elementi nonché nella guida tecnica. Eppure guai ad ipotizzare un approccio in cui far valere le certezze acquisite in una lunga estate di lavoro e di alchimie ed automatismi consolidati e cementati da importanti vittorie: un po’ a prescindere perché nello sport non si può mai star tranquilli e bisogna essere pronti a rimettersi in gioco tutti i giorni, ma soprattutto perché abbiamo due novità importanti da metabolizzare: le forzate assenze di Miriam Sylla, trovata positiva ad un controllo antidoping ed in attesa delle controanalisi e di Lia Malinov, infortunatasi alla caviglia in una delle ultime amichevoli di preparazione.

Il cambio della palleggiatrice titolare è naturalmente un fattore di ampia portata, benché il testimone passerà nelle mani di Alessia Orro, che nonostante la giovanissima età ha già avuto i gradi di regista titolare prima dell’”esplosione” di Lia di cui è stata la vice durante tutta questa estate, condividendo quindi il percorso ed essendo assolutamente “dentro” il sistema; sarà affiancata da un’altra palleggiatrice giovane, Carlotta Cambi, che ha contribuito non poco alla causa di Novara nella conquista dell’ultimo scudetto… un bel biglietto da visita non c’è che dire! L’assenza di Sylla d’altro canto priverà il nostro coach di una pedina importante, in quanto Miriam ha caratteristiche non facilmente replicabili, grande potenza in attacco e la capacità di “impattare” nel match anche partendo da fuori, con grande grinta; detto questo il pacchetto di posto 4 è comunque ottimamente assortito  con Lucia e Caterina Bosetti, Sara Loda e Valentina Tirozzi: coach Mazzanti ha evidentemente scelto di coprirsi con più esperienza in un ruolo delicato, rinunciando ad Anastasia Guerra, altra giovane schiacciatrice di grande qualità offensiva.

Il girone eliminatorio che inizierà venerdì è sulla carta (che notoriamente però non gioca…) abbordabile e ci auguriamo sinceramente che le insidie, che sempre ci sono, saranno funzionali alla messa a punto di un nuovo equilibrio tecnico-tattico che ci possa portare lontano…

La scaletta prevede l’esordio contro le padrone di casa della Georgia, poi la Bielorussia ed infine la Croazia, in un crescendo di livello tecnico.

Al netto dell’insidia del fattore campo possiamo serenamente ipotizzare che la nazionale della Georgia, se non fosse paese ospitante insieme all’Azerbaijan, mai e poi mai si sarebbe qualificata alla fase finale di questo campionato europeo; squadra attualmente 35° posto del ranking europeo (non mondiale!) ha partecipato in estate alle qualificazioni per il mondiale ed all’European League disputando complessivamente 11 gare e raccogliendo altrettante sconfitte; ha un roster giovanissimo composto da ragazze che hanno finora giocato solo in patria, se si eccettua la terza centrale, Maria Tsarenko (classe 1976!), evidentemente la “chioccia” del gruppo con esperienze (a cavallo tra gli anni ’90 ed il nuovo millennio) nel Bar e nel Nova Gorica; direi una squadra da seguire con simpatia, senza troppe elucubrazioni tecnico-tattiche.

Sabato c’è in calendario la Bielorussia ed il livello sicuramente si alza. Si tratta di una selezione con tante atlete esperte, che hanno militato a lungo nelle varie ricchissime squadre di Baku durante il periodo d’oro del campionato azero. Attualmente alla dodicesima posizione del ranking europeo, la nazionale bielorussa ha disputato l’Europan League senza centrare la qualificazione alla fase finale, essendosi piazzata seconda nel proprio girone (con tre vittorie e tre sconfitte) alle spalle della Finlandia; ed il girone di qualificazione al campionato del mondo nel girone vinto dall’Italia. Abbiamo quindi un punto di riferimento preciso e non troppo lontano (match disputato il primo giugno) per fare un’analisi di massima: vincemmo 3-0 ma dopo un primo set molto agevole (25-12) non fu esattamente una passeggiata (26-24 e 25-22); la differenza in attacco fu abbastanza netta (53% noi contro il loro 41%), ma il confronto dei muri fu 8 a 6 per loro ed il rendimento al servizio sostanzialmente simile. La diagonale è di grande esperienza ed è formata dalla palleggiatrice Palcheuskaya e dall’opposta Kavalchuk (che contro di noi chiuse con un discreto 43% in attacco e ben tre muri vincenti); le schiacciatrici sono Harelik, che gioca in Russia a Krasnojarsk ed è attualmente l’elemento di spicco della squadra (contro di noi chiuse con un eccellente 61% in attacco con un solo errore ed un ace con zero errori al servizio), in diagonale con Smirnova (la scorsa stagione all’Olympiacos dove ha vinto lo scudetto greco); il pacchetto dei centrali vede la sorprendente esclusione dell’ultim’ora della nota ed esperta Vera Klimovich, anche lei ex Lokomotiv Baku ed ora in Finlandia in forza al Salo (tre muri vincenti contro di noi a giugno); quindi a far coppia con Kalinouskaya (ex Suhl) sarà probabilmente Barysevch, che non era presente tra le convocate del torneo di qualificazione mondiale, ma era la terza centrale nell’European League (in alternativa Valadzko-Ionava), entrambe quindi tutte da scoprire; il Libero è Paliukouskaya, che nel confronto giocò una onesta partita, anche perché il nostro bersaglio prediletto fu la schiacciatrice Smirnova che costringemmo a ben 7 errori su 32 interventi.

La terza partita è da prendere con le molle… non perché l’Italia non sia superiore alla Croazia (attualmente 8° nel ranking europeo), ma perché nelle gare secche dei tornei internazionali le squadre con delle individualità importanti, anche se magari non hanno la struttura e l’equilibrio  complessivo per arrivare in fondo, possono sempre dare molto fastidio anche alle favorite. La Croazia arriva a questo europeo dopo un girone di qualificazione al mondiale non brillante, nel quale ha ottenuto 2 vittorie e 3 sconfitte; il girone è stato vinto agevolmente dalla Russia, ma le croate hanno chiuso anche dietro alla Grecia ed all’Ungheria, dimostrandosi nell’occasione lontane dal livello di eccellenza; hanno poi disputato il World Grand Prix di livello 2 ed anche lì il confronto è stato avaro di soddisfazioni, con 1 sola vittoria a fronte di 8 sconfitte, anche se nella manifestazione l’allora coach Aksentijević (dimessosi dall’incarico pochi giorni fa, investito da una burrasca legata a sue presunte molestie sessuali nei confronti di una giocatrice) aveva ruotato molto le giocatrici a disposizione. Ora molte delle protagoniste dell’estate sono fuori della lista delle 14 ed il roster è molto più chiaro e pulito: al netto di quelle che saranno le scelte (in questo momento insondabili) del neo allenatore Lovrinov la logica ci dice Ana Grbac in regia, giocatrice alta, presente a muro, con un palleggio molto morbido e pulito e trascorsi a Perugia ed anche a Busto Arsizio; da giovane era un prospetto interessantissimo che non ha mai fatto il vero salto di qualità, ma ora a 29 anni non è certo una giocatrice improvvisata; opposta Katarina Barun e non aggiungo altro (se non sapete chi è avete sbagliato sito); C1 gioca l’interessantissima Strunijak, classe 1999, nasce opposta, ma nel nuovo ruolo ha sempre percentuali di attacco veramente importanti; C2 Ivana Milos-Prokopic, che ben conosciamo (ex Forlì e Novara e prossima giocatrice del Bisonte Firenze, oltre a tante esperienze importanti tra Azerbaijan e Turchia), centrale molto completa ed esperta; la novità (e la chiave della reale consistenza di questa squadra) è il pacchetto di posto 4 che prevede lo spostamento di Samantha Fabris in coppia con l’altra “nostra” storica conoscenza Matea Ikic, ragazza di grande tecnica e stabilità in tutti i fondamentali: se Ikic ed il Libero (suppongo Bozicevic più di Sain) saranno in grado di “scaricare” Fabris dalla ricezione quel tanto che le possa consentire di non abbassare il suo livello di attacco ci troveremo di fronte ad una squadra a trazione decisamente anteriore (Barun e Fabris insieme non passano certo inosservate, più un bel pacchetto centrale), presumibilmente un po’ sbilanciata, ma con un potenziale di attacco e servizio jump spin davvero da non sottovalutare.

Signore e signori… buona pallavolo a tutti!

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