Europei 2017: la Russia batte una Germania durissima, 3-2 e sofferenza

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Di Redazione

Vince la Russia, ma senza dominare. Vince la Russia ma contro un’avversaria vera, la splendida Germania di Giani, mai doma e capace di andare al di là dei propri limiti e delle proprie inesperienze fino a dove nessun’altra squadra tedesca era arrivata prima.

D’altronde la Russia partiva da superfavorita: lo dicono gli insider, i bookmaker, gli addetti ai lavori, la storia e le statistiche. La squadra russa è alla sua diciassettesima finale europea, tredici le ha vinte. La Germania, che dopo il fallimento della mancata qualificazione al Mondiale è stata pazientemente ricostruita da Andrea Giani in soli due mesi, non ne ha mai giocata una.

La Russia parte con maggiore convinzione e con tutti i suoi colpi migliori: i tedeschi accusano, reagiscono ma vanno a sprazzi, non riescono a trovare quella splendida continuità vista nel terzo, quarto e quinto set contro la Serbia. La Russia, senza strafare, limitandosi al compitino, si prende il primo set e con nemmeno troppo sforzo. Il fatto è che la Germania che si vede nel secondo set è tutt’altra cosa: attacchi micidiali, un muro che funziona, un Grozer ancora una volta devastante e per la prima volta gli zar balbettano e scoprono di dover temere un avversario. Sembrava impossibile ma la Germania conquista il secondo set giocando uno splendido volley e battendo gli avversari con la loro stessa arma, potenza e precisione. La finale è servita, la Russia alza il suo livello, Schlyapnikov comincia a mischiare le carte: sa di avere più forza in panchina e maggiore esperienza, ma una squadra tedesca così non se l’aspettava nemmeno lui. La grande Russia, che non aveva mai perso un set, cede la prima frazione e al termine di un terzo set bellissimo che vede la Germania sprecare un po’ per ingenuità e un po’ per foga alcuni punti preziosi cedere di nuovo alla Russia. Partita finita? Nemmeno per idea: i panzer entrano nel quarto set con la delicatezza di un pachiderma in un negozio di chincaglieria. Grozer e Fromm devastano la linea difensiva avversaria in modo impietoso: per la prima volta si vede una Russia debole, incapace di reagire… gli zar perdono il set 25-17 mentre il loro CT fa i conti con quella che non è più paura di vincere, ma paura di perdere.

Si va al tie-break: Germania che prende un vantaggio di tre punti, poi spreca e si va a un estenuante punto a punto dopo il cambio campo. La Russia riacciuffa la Germania e dopo un errore al servizio di Hirsch conquista un minibreak da tre punti: un muro di Grozer e un ace di Kaliberda illudono i tedeschi ma la Russia al secondo match point porta a casa la partita. E’ uno spettacolare 3-2 (25-19, 20-25, 25-22, 17-25, 15-13) che consegna alla Russia la quattordicesima medaglia d’oro a livello europeo della sua storia (era sovietica inclusa). Per la Germania è una prima volta amara ma di grande valore, un successo del lavoro di Giani che sicuramente può aprire un ciclo dopo questa che è la migliore prestazione della Germania in un europeo.

Al terzo posto la Serbia che ha battuto, sempre al tie-break, il Belgio (qui il resoconto); nella miglior line up sono stati inseriti il palleggiatore russo Grankin e l’opposto tedesco di origine magiara Grozer, ad altissimo livello anche in finale.

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Perugia, Lorenzetti guarda al futuro: “L’obiettivo? Andare a caccia di 5 finali!”

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La Sir Susa Vim Perugia archivia una stagione in cui il livello è stato altissimo, sotto tutti i punti di vista, e si proietta verso il futuro con le ambizioni che hanno da sempre contraddistinto il club, nella consapevolezza che sarà un’annata in cui ci sono ben 5 trofei per i quali competere.

A tracciare il bilancio e le prospettive per la prossima stagione è stato coach Angelo Lorenzetti nel corso della conferenza che ha chiuso il ciclo di incontri con la stampa di quest’anno. Il tecnico bianconero ha voluto cominciare la conferenza ringraziando i giornalisti per il rapporto di fiducia e collaborazione che c’è stato nel corso dell’intero anno, per poi passare all’analisi della stagione. 

"Quest’anno – e voglio approfittare di questo appuntamento finale per farlo -  volevo ringraziarvi perché è stato un anno in cui il livello di attenzione, di cura, di rispetto reciproco in palestra è stato altissimo, la conoscenza reciproca dell’anno precedente ha inciso e questo ci ha consentito di stare più attaccati alla classifica, ma soprattutto nei numeri, di giocare un po’ meglio dell’anno prima".

"Lo scorso anno noi avevamo un’eccellenza per il cambiopalla, un’eccellenza per la fase break, quest’anno le due fasi sono state molto più equilibrate e per il modo in cui hanno lavorato i ragazzi non posso che essere grato perché è stato un divertimento quotidiano lavorare con loro. Dopodiché questo lavoro e questo miglioramento che c’è stato nei numeri ha portato a raccogliere meno dell’anno prima, e questo è stato fonte (in quei momenti lì) di analisi profonda".

Il riferimento è stato alle due semifinali non centrate, quella di Coppa Italia e quella di campionato con Civitanova: "sono state due semifinali molto diverse; sulla prima non ho un rammarico grandissimo, perchè dopo la partita di Trento è stato tutto molto veloce e c’è stato un po’ di “scombussolamento”, per il calendario che avevamo avuto e poi per l’infortunio di Oleh. L’analisi dopo la Coppa Italia comunque ci ha garantito un riflettere sul nostro tipo di gioco, che comunque aveva dato dei segnali per cui dovevamo 'rimettere a posto' soprattutto il cambiopalla".

"Al contrario dell’anno prima, quest’anno dall’inizio eravamo meno competitivi sul cambiopalla diretto e molto nel cambiopalla indiretto, ma quando arrivi ai momenti cruciali delle manifestazioni il cambiopalla diretto conta. Quel momento lì ci ha dato modo di cambiare il nostro gioco, soprattutto su questo aspetto e questo ha fatto sì che il percorso che abbiamo fatto in campionato fino alla semifinale sia stato un percorso netto, con numeri buoni e con il gioco che volevamo fare. La semifinale con Civitanova invece è un rammarico grande, perché è successo tutto in una settimana, dietro secondo me non ci sta solo la palla. Tuttavia quello “schiaffone” e il modo in cui i ragazzi lo hanno gestito, secondo me è stato uno dei motivi per cui la Champions è arrivata qua".

Secondo Lorenzetti la squadra in Polonia è riuscita a fare un salto di qualità importante, grazie anche ad una riflessione personale e individuale che ha portato il gruppo a lavorare bene in palestra: "Abbiamo giocato “CON” l’evento, tanto è che non ci siamo accorti neanche di quanto casino ci fosse al palazzetto di Łódź e questo è stato un grande salto di qualità! Giocare con l’evento è una cosa molto importante perché significa stare nell’evento e farsi trascinare da esso. Il salto di qualità va fatto nella gestione delle emozioni e nel sapere esattamente cosa ognuno di noi voleva diventare, non cosa doveva difendere".

Ora la Sir, campione d’Europa, si accinge a vivere una nuova grande stagione da protagonista, con la consapevolezza di aver conquistato quest’anno, un trofeo che mancava e che era un grande obiettivo di questa società. Si riparte senza essere mai sazi, ma con le medesime ambizioni e con quella giusta pressione che è un tratto imprescindibile dei grandi club: "Nello sport si guarda avanti. La pressione è una componente importante, guai se noi non avessimo la pressione di “andare a caccia di 5 finali” il prossimo anno! Spero che non si diventi mentalmente più liberi perché abbiamo vinto, ma lo si diventi perché è bello andare a vincere".

In vista della prossima stagione il tecnico è estremamente positivo e lo comunica alla stampa sottolineando che "non c’è giorno in cui non vedo l’ora che arrivano in palestra il pomeriggio! Per il prossimo anno l’ossatura resterà quella. Quando si ripartirà, ci sarà da riprendere un percorso e soprattutto poi ci sarà da guardare fuori perché il prossimo anno giocheremo in Italia dove Trento darà valore a quando ha fatto quest’anno e allo scudetto conquistato, ci sarà poi da fare attenzione a Verona perché ha fatto della potenza uno dei suoi punti di forza".

"Nel percorso in Europa la Champions sarà diversa dal prossimo anno in termini di qualità perché quest’anno comincia a diventare, in attesa poi anche dell’entrata delle russe, una Champions ancora più difficile, perché le squadre polacche sono diventate ancora più forti e perché le società turche hanno formato delle squadre molto competitive e quindi dovremo impostarla in maniera diversa già dalla fase a gironi. Il prossimo anno abbiamo 5 manifestazioni e l’obiettivo sarà quello di andare a caccia di 5 finali!".

(fonte: Sir Susa Vim Perugia)