Enrico Diamantini: “Essere tra gli anziani del gruppo mi rende più consapevole”

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Di Redazione

Al giro di boa dei trent’anni mancano ancora parecchi mesi, ma che Enrico Diamantini sia più consapevole, più maturo e più propenso a guidare un gruppo di giovani come quello della nuova Cucine Lube Civitanova è un dato di fatto. Il forte centrale marchigiano si conquista anno dopo anno uno spazio doveroso in una delle piazze più importanti della pallavolo mondiale:

Certamente iniziare ad essere uno dei più anziani del gruppo è un cambiamento che, mi ci fa pensare lei, in qualche modo mi colloca in una posizione diversa. Questo mi ha certamente migliorato, mi ha reso più consapevole del mio ruolo all’interno del gruppo. Sicuramente mi rendo conto che risulta lusinghiero essere preso ad esempio, o semplicemente poter essere di supporto agli elementi più giovani del gruppo, che, con gli ultimi arrivi, sono cresciuti numericamente“.

Per lei si usa uno slogan elettorale: quando serve, Diamantini c’è.

“(ride, n.d.r.) Sì, sembra veramente più uno slogan elettorale che pallavolistico! In cuor mio, vorrei esserci sempre di più e cerco di esserci sempre di più. Cerco soprattutto di farmi trovare pronto in ogni occasione“.

Foto Lube Volley

A Civitanova sembra aver trovato una sua dimensione.

Questa è come se fosse casa mia. Mi trovo molto bene, ed è una fortuna che riconosco quella di poter essere a poca distanza da Lucrezia, nel pesarese, dove vive la mia famiglia. Ho tutti gli affetti, compresi la mia compagna vicino o a poca distanza. Vivere qui mi piace molto e pallavolisticamente non ci si può lamentare proprio di una piazza e di una squadra come la Lube“.

Stagione cominciata con Perugia che non conosce sconfitte e una classifica piuttosto corta.

Partiamo dalla prima considerazione, ossia che Perugia sia il rullo compressore di questo girone di andata. È vero, hanno trovato una costanza di gioco, e un ritmo, oltre ad avere una squadra che non ha bisogno di presentazioni, e che già dal mercato estivo si capiva puntasse ancora più in alto degli ultimi anni. Per ciò che riguarda la classifica, si è accorciata perché parecchie squadre, al di là delle solite, si sono attrezzate molto bene. Penso a Verona e Cisterna, e naturalmente a Piacenza che, nonostante stia facendo un pochino di fatica a causa di alcuni infortuni, sarà veramente pericolosa nella seconda parte del campionato“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Si aspettava l’exploit di Verona?

Aveva dei nomi importanti. Ma Sapozhkov, l’opposto russo, ha sparigliato le carte. Nelle prime giornate ha fatto la differenza, poi piano piano un atleta così non lo si può di certo abbattere, ma si impara a gestire. Siamo un campionato nel quale lo studio dei giocatori è fondamentale, quindi sicuramente quando incontreremo di nuovo Verona avremo avuto modo di studiare ancora di più tutto il roster. Certamente con lui Verona ha acquisito un bel valore aggiunto“.

Di Civitanova cosa ci può dire?

Noi dobbiamo trovare una continuità. Siamo tra quelle compagini, come Piacenza, che ogni tanto hanno fatto qualche passo falso. Siamo come loro una formazione che ha cambiato dei tasselli importanti quest’anno, quindi si ha sempre bisogno di rodaggio più di squadre navigate che già si conoscono. Serve giocare per trovare ritmo. È sempre stato così, e specifico che la cosa non vuole essere un alibi. Abbiamo lavorato molto su questo e nelle prossime settimane ci attendono impegni importanti che dovranno confermare quanto detto sul lavoro fatto, sia in campionato che in Champions“.

Concludiamo con una nota di colore. Dove festeggerà il Natale?

A Padova! Credo di riuscire, anche se adesso vedremo i programmi della società, a passare la vigilia con la mia famiglia a Lucrezia. Questa è una bella fortuna. Poi saremo assieme con la squadra in viaggio. La nostra vita è questa. Ma va benissimo così“.

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Lagonegro in A2, ‘Cantagallizzata’ da Diego Cantagalli: un vizio di famiglia

Sale in Zucca

Resti incantato non dalla sua forza d’animo, ma proprio dalla severità con cui colpisce la palla e tramortisce avversari. È stato così per tutta la stagione regolare, alla Rinascita Lagonegro, fin quando ha occupato il posto fisso di top player e l’ha Cantagallizzata. Un vizio di famiglia, dirà qualcuno. Bravo Diego, aggiungo io, che brindo alla promozione in A2 non solo di una squadra che ha saputo giocarsi molto bene le proprie carte ai playoff, liquidando la pratica finale nel giro di tre gare secche e ai danni di Acqui Terme, ma del Diego Cantagalli che è tornato ad essere uomo del fare e posto due di riferimento della categoria con 579 punti e da leader indiscusso della classifica individuale.

“Abbiano fatto un percorso travagliato, ma incisivo, che col tempo si è rivelato utile ai fini del finale di stagione. All’inizio non siamo andati troppo bene. Credo forse un tema di assestamento, tanto che dopo l’arrivo di Sperotto in regia e di Valdo come allenatore, abbiamo invertito la rotta e abbiamo ingranato”

L’impostazione data da Valdo ha cambiato il corso della stagione.

“È stata una piacevole sorpresa, è stata davvero una rinascita, non solo nel nome della società (ride n.d.r.). Mi piace dirlo, perché la squadra ci ha guadagnato per ciò che riguarda i maggiori stimoli o è cresciuta dal punto di vista della voglia di vincere le difficoltà. Questo switch è stata la nostra arma vincente. Non abbiamo mai pensato di mollare e smettere di credere nella possibilità di ribaltare la stagione a nostro favore”

Si è detto, soprattutto ai playoff, che Lagonegro fosse Cantagallicentrica. Con l’onestà che la contraddistingue, mi dica se è un qualcosa che la imbarazza o che le fa piacere.

“Che io fossi il principale punto di riferimento in attacco è una responsabilità che mi sono preso dal primo giorno e mi ha fatto anche molto piacere esserlo. Quest’anno, parlo a livello personale, è andata molto bene e sono stato in grado, col gioco espresso, di riuscire nell’intento di dare un’impronta a determinate partite”

Essere in A3 è troppo poco per lei. Lo dico io, così non imbarazziamo nessuno.

“Non voglio fermarmi di certo, il sogno di tornare in A2 c’era, ma non solo. Io lavoro perché penso di poter riuscire a tornare in Superlega come ai tempi di Civitanova. Lavoro ogni giorno per questo”

Qui viene fuori il figlio d’arte di Luca Cantagalli. Uno che sa scalare le montagne del volley. Mi permette?

“Certo, il fatto che mio padre mi abbia sempre insegnato che con il lavoro duro si può arrivare dunque è un motivo per spingere ogni giorno ed alzare l’asticella. Mio padre su questo aspetto mi ha sempre insegnato a crederci. Le sue parole sono sempre state dette in questa direzione. È difficile, mi ha sempre detto, ma se lavori prima o poi riuscirai”

La sua carriera non è mai stata facile in tal senso. Non so quanti avrebbero resistito nell’anno di Reggio, con papà allenatore della squadra che subisce un esonero, mentre lei rimane in organico con un nuovo allenatore.

“Intende dire che certe cose possono destabilizzarti? Devi metterlo in conto. Gli ultimi anni sono stati difficili, anche ad Ortona ad esempio non riuscivamo a girare. Ho sempre pensato, anche in questo caso, che la cosa importante fosse legata al fatto che dovessi dimostrare di tenere un profilo basso, abbassare la testa e lavorare”

La parabola ora ha invertito la rotta. Lei è uno dei migliori del campionato a Lagonegro e in A3.

“È un anno davvero meraviglioso e ce lo porteremo dietro tutti. Non pensavo potesse finire così bene”

Ha vinto la pazienza. Quella del pescatore. Uso una metafora che descrive anche una delle sue passioni.

“Riesco ad averne tanta, è vero. Mi piacerebbe restare qui e giocarmi la A2. Il presidente mi ha molto colpito nei momenti di difficoltà. È stato un padre che ha chiesto ai suoi figli di uscire da determinate situazioni. Abbiamo fatto un bel patto tra noi e la società ed è stata una stagione in cui, con pazienza appunto, non abbiamo mollato di un centimetro. In palestra la sfida era costante e l’atmosfera era delle migliori. Spero di poter passare ancora una stagione come questa”

Di Roberto Zucca