Elisabetta Zelatore e la rinascita di Taranto: “Un progetto che mira alla continuità”

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Di Giovanni Saracino

È l’unica donna a ricoprire incarichi di una certa rilevanza all’interno di un club in Serie A2 maschile (in Superlega la pattuglia femminile è più folta). Elisabetta Zelatore, per la Prisma Taranto, è molto più di un vicepresidente o di un general manager. È il motore organizzativo della macchina societaria, la coordinatrice dietro le quinte di un club che, assieme al presidente Antonio Bongiovanni, suo compagno nella vita così come nel lavoro, ha riportato in Serie A (insieme avevano alle spalle 5 stagioni in A1 e una in A2, più due di A1 e altrettante di A2 come soci della Magna Grecia Volley), decidendo a maggio di acquistare il titolo sportivo della Materdomini Castellana Grotte. Un amore per il volley mai sopitosi, forse nemmeno durante l’esperienza come presidente del Taranto Calcio dal 2015 al 2017.

Dottoressa Zelatore, come ha ritrovato l’ambiente pallavolistico?

L’ho ritrovato così come lo avevo lasciato. A livello umano abbiamo subito riallacciato i rapporti con presidenti, dirigenti, procuratori, esponenti della Lega Pallavolo Serie A come se non li sentissimo da qualche mese, più che da dieci anni. Sicuramente ci ha agevolato il fatto che nell’ambiente pallavolistico nazionale eravamo già conosciuti e nel contempo avevamo lasciato anche una buona reputazione. Dal punto di vista organizzativo, rispetto al passato, abbiamo notato l’evoluzione in positivo di un movimento molto più professionalizzato e capace di leggere in anticipo le nuove dinamiche di questo sport“.

La scelta di tornare in serie A da cosa è stata dettata?

Siamo ritornati al volley perché è l’ambiente sportivo che forse ci è più congeniale ed è stato come ritornare in famiglia, ritrovare vecchi amici. Lo abbiamo fatto con l’intento di voler ridare alla città di Taranto la possibilità non solo di assaporare sport di alto livello, ma anche di poter condividere momenti di gioia, di positività, di speranza in una fase particolare della vita di ognuno di noi. Il nostro è un progetto che mira alla continuità, a contribuire al rilancio socio-economico della nostra città. L’entusiasmo che stiamo riscontrando, l’attenzione dei media, è confortante per avviare un percorso che regali un raggio di sole alla nostra comunità“.

Con i nuovi giocatori com’è stato il primo approccio, quali parole avete usato, visto il momento particolare?

Diciamo che l’approccio da utilizzare con gli atleti è standardizzato. Occorre ovviamente fornire, come club, delle motivazioni e noi quest’anno ne abbiamo qualcuna in più. Proprio per ciò che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, abbiamo detto ai nostri giocatori che prima che atleti, bisogna essere uomini. Deve prevalere il senso di responsabilità, la capacità di guardare all’immediato futuro con flessibilità ed essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione in maniera oculata. A tal proposito abbiamo creato un sistema al nostro interno che ci consente, grazie al lavoro intenso del nostro valente staff medico, di procedere con la nostra attività in totale sicurezza e serenità. Il nostro coach-manager Di Pinto sta, inoltre, dando una grande impostazione manageriale al club, esaltando capacità proprie che vanno oltre l’essere un ottimo allenatore“.

A proposito di giocatori, facciamo un salto nel passato. Qual è quello che ricorda con maggior piacere, tra i tanti fuoriclasse passati da Taranto?

Direi Boban Kovac. Ho ritrovato in lui, nato nel mio stesso giorno, molte delle mie linee caratteriali. E’ stato un grande campione dentro e fuori dal campo. Un giocatore dalla grande intelligenza e umanità, una persona semplice e sensibile che da noi ha lasciato il segno. Non a caso anche la sua carriera di allenatore prosegue con gli stessi successi di quella avuta come pallavolista“.

Quali sono a suo avviso le squadre più competitive del campionato di A2 e quali sono gli obiettivi della Prisma Taranto?

Quelle che un po’ tutti gli addetti ai lavori considerano come favorite per la lotta alla promozione in Superlega, quindi Castellana Grotte, Siena, Bergamo e Cuneo. L’aspetto che vorrei sottolineare è che, nonostante ciò che si è vissuto negli ultimi mesi, tanti club hanno mostrato voglia di ripartire più forti di prima. E questo è molto bello per l’intero movimento. Per quanto ci riguarda, il nostro campionato lo abbiamo già vinto ritrovando la Serie A2. Il nostro obiettivo sarà quello di poter divertire e dare emozioni a chi ci seguirà sugli spalti, spero quanto prima. Vogliamo costruire qualcosa di inclusivo e che possa trasmettere dei valori positivi al di là del risultato sportivo“.

Quanto possono resistere i club senza pubblico sugli spalti?

Il nostro obiettivo è riuscire a trovare una normalità, magari differente rispetto al passato.La voce incassi è sicuramente importante, ma non fondamentale. Ma al di là del fattore economico, è chiaro che senza il seguito del pubblico lo sport perde la sua anima. Occorre una riflessione comune su quello che potrà accadere nei prossimi mesi. Purtroppo previsioni non se ne possono fare, perché ci siamo lasciati prima di ferragosto con un certo numero di contagi e poco dopo si è registrato un aumento che va monitorato e che porta giustamente il Governo ad essere prudente sulla riapertura dei luoghi deputati allo sport. Direi che occorre procedere per gradi. Prima dobbiamo sperare di poter tornare a giocare nei palazzetti, e poi a riempirli con il pubblico“.

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Ultimo giro di giostra per Sottile e Tiberti: “Ai giovani diciamo di divertirsi”

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È MA Acqua S.Bernardo Cuneo a festeggiare la conquista della 5ª edizione della Del Monte® Supercoppa Serie A2: dopo avere centrato la promozione in SuperLega Credem Banca contro Gruppo Consoli Sferc Brescia, la formazione cuneese ha saputo ripetersi nella gara che ha chiuso la stagione di Serie A2, imponendosi per 3-0 proprio sulla squadra bresciana in una sorta di remake della Finale Play Off.

Festa grande per Cuneo e per il suo Capitano, Daniele Sottile, arrivato all’ultima gara della sua carriera; ultimo giro di giostra anche per Simone Tiberti, trascinatore di Brescia, che chiude la sua avventura dopo due Coppa Italia e una Supercoppa conquistate in due stagioni. Ai due giocatori è stato tributato un lungo giro di applausi al momento della premiazione.

Daniele Sottile (MA Acqua S.Bernardo Cuneo): “Posso solo dire un grande grazie a tutti per questi 30 anni. Anni volati e splendidi: ringrazio tutti coloro che hanno fatto parte del mondo della pallavolo, da allenatori a dirigenti fino ai tifosi.  Per me oggi si chiude un cerchio, iniziato nel 1995 qui a Cuneo e qui chiuso. Neanche nel migliore dei sogni poteva andare così. C’è ancora un po’ di incredulità, realizzeremo meglio tra qualche mese. Non ho rimpianti: credo di avere dato tutto, sempre. Non posso rimproverarmi nulla: sono sinceramente contento e tranquillo per quanto fatto. Ai giovani dico di sognare e di divertirsi: ancora oggi mi diverto ad andare in palestra tutti i giorni”.

https://www.youtube.com/watch?v=XuhV5kz7F6g

Simone Tiberti : “Avrei voluto commentare una partita differente, ma oggi è stata una versione molto simile alla sfida con Cuneo di Play-off. Loro molto bene in battuta e ricezione, noi male in questi due fondamentali. Mi sarebbe piaciuto chiudere lottando di più nel terzo set, invece abbiamo mollato. La gioia di finire una grande carriera in un palazzetto come questo c’è, ma c’è anche la consapevolezza che mi mancheranno queste emozioni. Sono contento della mia storia coi tucani, è mancata solo la ciliegina della promozione che abbiamo inseguito, soprattutto quest’anno. Devo dire che la squadra c’è sempre stata e ha lottato sempre. Spero di lasciare in eredità un po’ di senso di appartenenza e la voglia di lottare per grandi obbiettivi”.

(fonte: Lega Volley)