Donovan Džavoronok: “Voglio vincere per Monza e conquistare le coppe che quest’anno ci sono sfuggite”

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Di Roberta Resnati

Reduce dal rinnovo di contratto biennale con il Vero Volley Monza, a soli 21 anni Donovan Džavoronok è uno dei prospetti più interessanti di SuperLega: terzo come ricezioni perfette, quinto come battute vincenti ed ottavo nella classifica di rendimento con ben 395 palloni messi a terra.

Seppur così giovane è stato il punto di riferimento della “sua” Monza e siamo sicuri che sentiremo molto parlare di lui. Nel frattempo conosciamolo meglio in un’intervista esclusiva per VolleyNEWS.

Magari qualcuno se lo dimentica quando si parla di te ma l’anno della tua nascita recita “1997”. Sei stato la rivelazione di questo campionato, cosa ha significato per te questa stagione?

Questa stagione, come tutte le altre, per me ha significato tanta crescita. Ora che ho finito il terzo anno qui a Monza posso ammetterlo: non avrei mai pensato di poter giocare a questi livelli nel campionato più bello del mondo. Sono molto contento, vedo ancora molti margini di miglioramento ma penso step by step. Quest’anno siamo arrivati a giocare in situazioni importanti, in certe abbiamo fatto bene, in altre meno ed è  da qui che dobbiamo imparare. Tutti noi ci ricorderemo per sempre il tie break contro Civitanova perso dal 14-11 che valeva la semifinale di Coppa Italia, la finale di ritorno a Belgorod e la gara 3 contro Perugia; ma almeno, contrariamente all’anno scorso, siamo arrivati a giocarci questi traguardi, quindi è giusto ragionare con la mentalità del ‘passo dopo passo’.”

Sei già il beniamino dei tifosi, cosa vuoi diventare per Monza?

Il mio sogno è che quando qualcuno nomina ‘Monza’ la gente risponda Donovan Džavoronok’ come primo nome. Mi piace l’idea di giocare più anni in una società, e voglio ringraziare gli allenatori che ho avuto, la presidente, il direttore sportivo perché mi hanno fatto crescere tantissimo e mi hanno aiutato. Vorrei diventare un leader per il Vero Volley, portando qui le coppe che quest’ anno ci sono sfuggite. È un onore vivere i primi momenti importanti di questa società: tre anni fa i primi playoff, l’anno scorso la prima qualificazione in Europa, in questa stagione la prima medaglia continentale e la prima vittoria ai quarti. Sono ricordi indimenticabili, voglio raggiungerne altri ancora più importanti.

Il tuo rapporto con Oleh Plotnytskyi?

Chi segue un po’ questa squadra sa che siamo come fratelli. Da quando è arrivato siamo sempre andati d’accordo, siamo simili, le nostre culture si somigliano e non ho mai trovato qualcuno con cui sono stato così bene in campo. Dopo il suo infortunio è stato difficile ma lui, tornando in campo in tempi record, ha fatto vedere che voglia e che cuore avesse. Adesso ci sono voci ovunque su dove vada, se va via, quanto costa, sul buy out. io lo lascerei tranquillo finché non sarà ufficiale e lo dirà lui. Io non posso dire nulla, perché non so niente; gli ho detto che sarei molto felice di giocare di nuovo con lui per portare Monza più in alto possibile, ma se ha altre intenzioni gli auguro comunque il meglio.

La tua partita più bella e quella che rigiocheresti subito?

Ne ho due in realtà. La prima è stata il mio debutto da titolare qui a Monza tre anni fa, come opposto, contro Latina.  È la tipica partita che accade una sola volta nella vita, dove tutto quello che tocchi lo trasformi in punto e va tutto bene, ho preso il mio primo MVP, abbiamo vinto 3-0 e c’erano i miei genitori. La seconda è la prima finale contro Belgorod, in quanto la Candy Arena è sempre stato un palazzetto ‘più tranquillo’ rispetto agli altri – e con questo non voglio dire niente ai tifosi, anzi un grazie enorme a tutti quelli che ci seguono – ma in quel match in particolare qualcosa è cambiato perché sentivo proprio tutti tifare per noi, in quel momento rappresentavamo l’Italia. Quella che rigiocherei subito è senza ombra di dubbio la finale in casa loro, perché è stata la nostra peggiore partita di tutto l’anno, anche da parte mia. Purtroppo però non è fattibile e si può solo andare avanti, tentare di raggiungere queste finali di nuovo e provarle a vincere.”

Sei anche un giocatore di Beach Volley di altissimo livello (ricordiamo il primo posto al World Tour 1 stella di Samsun), come è nata la passione? Si possono fare tutte e due gli sport insieme?

I miei familiari dicono scherzando che sono nato sulla sabbia, in quanto i miei genitori sono proprietari di un club. Mio padre ha anche allenato sia me che mio fratello in nazionale ed ha giocato anche come pallavolista in Turchia riuscendo a fare bene entrambe le cose. Sia lui che mia mamma mi hanno sempre detto che è bello avere sia la tecnica del beach che la forza dell’indoor, io anche se sono alto 2.03 sono diventato ‘flessibile’ e mi sento un giocatore più completo rispetto a quelli che giocano solo in palestra, perché lì fai sia dei movimenti che dei colpi diversi ricoprendo diversi ruoli. Ma arriva un momento in cui sei bravo in entrambe le discipline e devi decidere; io ho sempre avuto la passione per la sabbia ma dal punto di vista economico è molto instabile, in Repubblica Ceca è difficile trovare uno sponsor ed un compagno. Per ora l’indoor ha superato il beach, magari però poi imiterò mio padre che a 35 anni è tornato sulla sabbia, sarebbe bellissimo.

Hai dei rituali prepartita?

“I gesti che faccio prima di entrare in campo con i miei compagni li sapete tutti (ride, n.d.r.), è una cosa emozionante quando guardi in faccia quello con cui fai il “rito” e lo vedi sorridere, mi trasmette un’energia positiva e mi carica. Ascolto sempre le stesse canzoni e faccio i soliti esercizi, soprattutto per le ginocchia“.

Hai un giocatore di riferimento?

Da piccolino guardavo mio padre, poi, anche se ovviamente continuo a stimarlo tantissimo, ha iniziato ad impressionarmi Kubiak. Ora sono un po’ più alto di lui e quindi siamo diventati due giocatori diversi, non arriverò mai a giocare come lui in ricezione e come velocità ma posso competere con la forza, con il muro e con la battuta“.

E poi sicuramente sarai già tu il modello di qualcun altro..

Lo spero.

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Paolo Falabella affiancherà Morato come vice-allenatore a Cisterna

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Il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley sarà coach Paolo Falabella, che andrà ad affiancare il nuovo head coach Daniele Morato alla guida della squadra per la stagione 2025/2026. Nonostante la giovane età, Falabella porta con sé una consolidata esperienza internazionale: nell’ultima annata in Svizzera, alla guida del Volley Amriswil, ha conquistato la Coppa di Svizzera, la Swiss League e la Supercoppa, centrando inoltre un prestigioso piazzamento per il club elvetico in Coppa CEV. Nel 2023 ha inoltre fatto parte dello staff tecnico della nazionale del Marocco.

Nato a Lagonegro nel 1986, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Scienza e Tecnica dello Sport, Paolo Falabella è anche docente nazionale Fipav. Dopo aver guidato da primo allenatore realtà importanti della Serie A come Lagonegro, Aversa e Bari, e aver ricoperto il ruolo di vice allenatore a Siena nella stagione 2021/2022, culminata con la promozione in Superlega, Falabella è ora pronto a mettere il suo bagaglio tecnico e umano al servizio del Cisterna Volley.

"Sono davvero felicissimo di poter iniziare questa esperienza a Cisterna – le prime parole di coach Falabella –. Per me sarà il primo anno in Superlega: ci sono andato vicino più volte, ma per una serie di circostanze non ero mai riuscito ad approdarvi. Per questo motivo oggi sono ancora più contento di poterlo fare, e in particolare di farlo proprio con Cisterna Volley".

Falabella guarda con entusiasmo al gruppo che affronterà la prossima stagione: "Dal punto di vista tecnico, siamo una squadra molto giovane, così come giovane è lo staff. Questo è un aspetto che considero estremamente stimolante: ci sarà da lavorare tanto, trascorreremo molte ore in palestra. Mi aspetto una stagione impegnativa, fatta di lavoro intenso e risultati da conquistare con fatica, ma anche con grande entusiasmo".

L’esperienza in Svizzera ha lasciato un’impronta profonda nel metodo di lavoro del tecnico lucano: "Dalla Svizzera porto con me un’impostazione organizzativa davvero impressionante. Quando si dice che gli svizzeri sono precisi, non è solo un modo di dire: lo sono davvero. È qualcosa che mi ha colpito profondamente e che spero di poter applicare anche nella mia vita professionale, in termini di metodo e attenzione ai dettagli".

Racconta, infine, il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley: "Ovviamente amo molto il lavoro in palestra, come tutti gli allenatori. Tuttavia, la parte che sento più mia, quella che mi dà maggiore soddisfazione e nella quale mi sento più preparato, è quella di studio e analisi. Mi appassiona tantissimo tutto ciò che si svolge al di fuori delle ore di allenamento: il lavoro d’ufficio, la preparazione, il confronto sull’organizzazione delle sedute, l’analisi degli avversari. È probabilmente l’aspetto che preferisco del mio mestiere: studiare i modelli di prestazione, capire cosa serve davvero per raggiungere un obiettivo, ragionare su come ottimizzare ogni dettaglio. Non essendo un ex giocatore, non ho quella naturale inclinazione verso la dimensione più fisica del lavoro quotidiano in campo, quindi, ho sviluppato una particolare attenzione verso la parte metodologica e analitica, che trovo stimolante e utile per il lavoro complessivo dello staff".