Di Pinto: “I ragazzi non vedono l’ora di tornare in campo dopo lo stop”

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Med Store Macerata
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Di Redazione

Ieri sera prima dell’allenamento quotidiano, la squadra biancorossa ha ricevuto la gradita visita di Stefano Parcaroli, CEO di Med Store. L’incontro ha confermato la vicinanza del nuovo main sponsor della Pallavolo Macerata ed è stata l’occasione per fare il punto su quella che fin qui si è dimostrata una complicata stagione.

È un campionato certamente particolare, lo è anche per le altre squadre”, ha sottolineato Stefano Parcaroli, “Noi abbiamo subito dovuto affrontare un duro colpo da parte del Covid ma dopo aver superato anche questo ostacolo, la squadra potrà dare tutto in campo. Già a partire dalla prossima sfida”. Il Capitano Natale Monopoli ha quindi seguito le parole del CEO di Med Store, “Dopo l’ultimo stop sarà dura contro il Biscottificio Marini Delta Po Porto Viro, hanno giocato quasi tutte le partite e hanno raccolto sei vittorie prendendosi la testa della classifica, però ce la giocheremo. Sarà bello tornare a giocare e farlo finalmente nel nostro palazzetto”.

Non solo Porto Viro, per la Med Store Macerata dicembre si presenta ricco di impegni, con i recuperi delle partite rinviate. Già dopo la gara di domenica, martedì ci sarà l’incontro con l’attuale seconda in classifica la Sol Lucernari Montecchio Maggiore, sempre al Banca Macerata Forum, quindi altre quattro sfide prima del nuovo anno. Un vero e proprio “tour de force”, come ha ammesso il Coach Adriano Di Pinto, “Ma dopo le tante settimane di sosta i ragazzi non vedono l’ora di tornare in campo”.

Dopo l’augurio per un buon proseguimento di campionato, da ex-giocatore e grande appassionato di volley, Stefano Parcaroli non ha resistito all’opportunità di scambiare qualche palleggio con il Capitano Monopoli. La giusta chiusura di questo saluto alla squadra, che ha caricato ancora di più i biancorossi in vista dei prossimi impegni.

(Fonte: comunicato stampa)

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“Oltre la Rete”: Paolo Porro protagonista di un documentario “dietro le quinte” del volley

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Cosa c'è nella vita quotidiana di uno sportivo? Come si arriva in cima tra i grandi della pallavolo? E quali sono gli ostacoli da superare che spesso non si vedono? Tutti gli appassionati, i tifosi e gli stessi giocatori, almeno prima di scoprirlo in prima persona, si sono posti domande come queste. E il documentario "Oltre la rete", ideato, scritto e diretto da Layla Bortoluzzi, con protagonista Paolo Porro, cerca proprio di trovare una risposta a tutti questi interrogativi, superando la linea che divide l'atleta dalla persona.

"Paolino", come è chiamato il primogenito di casa Porro, è ormai un habitué dei campi della Superlega sin dalla stagione 2020-2021, quando non ancora diciannovenne ha calcato il terreno del Palapanini con la maglia gialloblù dell'allora Leo Shoes Modena. Dal campionato successivo, il taraflex è rimasto quella della massima serie italiana, ma il palazzetto è diventato l'Allianz Cloud e la divisa quella bianca e blu dell'Allianz Milano.

Il palleggiatore azzurro a Milano si è affermato come uno degli alzatori migliori del campionato nostrano e nella stagione 2023-24 è stato uno dei protagonisti della storica qualificazione della sua squadra in Champions League, come raccontato nel documentario. La regista, studentessa di Comunicazione e Marketing dello Sport, ha realizzato questo film di 40 minuti durante il suo ultimo anno di laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media e ha ripreso la vita di Paolo tra allenamenti e partite, dimostrando quali possono essere le gioie, ma anche i dolori dello sport, focalizzandosi in particolare modo sulla bellezza e la difficoltà di un ruolo complesso e "particolare" quale è quello del palleggiatore.

"Oltre la rete", però, non si limita a questo, come spiega la stessa autrice, Layla Bortoluzzi, ma cerca di scavare un po' più a fondo con l'obiettivo "di raccontare la vita del pallavolista professionista a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza anche il dietro le quinte della vita di un atleta, ovvero, gli aspetti inerenti alla quotidianità, al sacrificio e all'importanza dei legami umani e affettivi. Il mio documentario vuole andare oltre, più precisamente oltre la figura dell’atleta in sé, per scoprire e valorizzare la persona, l’essere umano che si cela dietro al ruolo dello sportivo", che, e in questo caso vale anche per Paolo, spesso si traduce pure in una quotidianità lontano da casa, vedendo la famiglia il più delle volte attraverso uno schermo e molto altro ancora.

Qui sotto il documentario Oltre la rete di Layla Bortoluzzi.

https://vimeo.com/1083686162