Davide Gardini: “La mia strada è in salita, ma non ho nessun timore”

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Di Redazione

Penso, in tutta onestà, che non sarà un anno facile per lui. Tantomeno che lo sia essere oggi Davide Gardini, una delle migliori speranze del volley azzurro, nonché un ragazzo intelligentissimo, scaltro, sensibile, che si porta dietro l’eredità di chi lo ha preceduto e che di questo sport, ha scritto un grande pezzo di storia. È forse questo il bello di Davide, ossia il fatto di essere consapevole ma allo stesso modo incurante di tutte le aspettative e sicuro di potersi ricavare il proprio posto al sole, a cominciare dalla sua prima stagione in Superlega con la Pallavolo Padova:

Io non vivo tutto questo come un qualcosa che in me genera timore, paura o insicurezze. Sto facendo la mia strada e sono consapevole che sarà una strada in salita. Ho scelto di fare un cambiamento importante, ossia iniziare a giocare nel campionato italiano ed ora sono focalizzato sul cercare di affrontarlo nel migliore dei modi“.

Foto Pallavolo Padova

È un anno davvero pieno, Gardini.

Un anno di cambiamenti. Sto ancora cercando di prendere le misure, dopo quattro anni negli Stati Uniti, in un campionato così diverso, soprattutto con ritmi completamente nuovi e con una squadra come Padova, nel quale si lavora moltissimo. Non è stato semplice abituarsi a tutto questo, ma ce la sto mettendo tutta“.

Padova vince e stupisce.

Un gruppo, che per molti versi, è una scommessa. Sono davvero felice di farne parte. Le prime gare ci hanno messo davanti al fatto che possiamo dire la nostra in questo campionato, ma che dobbiamo affrontare tutto con la serenità giusta, perché sarà un’annata molto lunga e non si possono tirare le somme dopo qualche partita“.

Foto Volleyball World

Civitanova battuta in casa. Bella soddisfazione?

Non siamo partiti con l’ansia di vincere ma con la voglia di fare del nostro meglio. Il campo ci ha premiato e siamo stati felicissimi di questo. Quest’anno è un anno particolare, con tante squadre agguerrite, nello stesso tempo inedite, e desiderose di trovare il loro spazio“.

Ha lasciato l’America dopo quattro anni. Primo impatto?

Strano, se vogliamo anche difficile, perché dopo quattro anni non lasci solo l’università, ma un intero mondo che ti sei costruito. Mi mancano quattro esami e non lo dico troppo a voce alta, ma per la prossima primavera potrei pensare di acquisire la laurea. O almeno, ci proverò“.

La testa è ancora negli USA? Anche il cuore?

“(ride, n.d.r.) La mia ragazza è texana, e la nostra storia è nata proprio nell’ultimo periodo, dopo anni in cui nella mia vita c’era stato spazio solo per il volley. Troppo presto, anche qui, per fare progetti importanti. Lei arriverà tra un mese qui e dovremo ancora imparare a gestire il rapporto a distanza“.

Per lavoro tornerà negli Stati Uniti?

Bella domanda. Mi piacerebbe poter gestire in parallelo la mia carriera pallavolistica e qualche progetto lavorativo nel campo degli investimenti negli Stati Uniti, visto che ho costruito dei contatti lì. Prima penso a laurearmi però, poi il lavoro oltre alla pallavolo, che è già un lavoro molto impegnativo, verrà da sé“.

Chiudo con un tema che le sta a cuore, ossia la sua famiglia. Che gioia le dà la possibilità di vederli sugli spalti la domenica finalmente?

Moltissima. Sono venuti già più di una volta a Padova ed è sempre un piacere vederli sia sugli spalti che fuori dal campo. In questi anni non sempre hanno potuto vedere le mie partite perché spesso si faceva fatica ad avere una diretta o un collegamento. Quindi quest’anno sono felice del fatto che potranno recuperare“.

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