Daniela Simonetti: “Ecco come aiutiamo le vittime di abusi a ricominciare”

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Di Redazione

È online da alcuni giorni anche sulla homepage di Volley NEWS il banner di “Ti Ascolto“, il progetto lanciato da Consorzio Vero Volley e Change The Game contro gli abusi nel mondo dello sport e presentato la scorsa settimana all’Arena di Monza. Basta un click per accedere al modulo per la segnalazione in forma anonima di casi di abusi e violenze che purtroppo si verificano con frequenza anche nel settore sportivo.

Le segnalazioni vengono inoltrate direttamente al personale di Change the Game, che si occupa di gestirle ed eventualmente inoltrarle alle forze dell’ordine. Per capire meglio come funziona il sistema abbiamo chiesto aiuto a Daniela Simonetti, presidente dell’associazione e giornalista da anni impegnata nel settore, con cui abbiamo approfondito i dettagli e le finalità del progetto.

Come funziona il sistema di segnalazione?

La caratteristica di questo meccanismo è la rapidità. Appena il modulo viene ricevuto, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 c’è qualcuno che controlla e smista la segnalazione. La prima cosa che viene fatta è prendere contatto immediatamente con il segnalante, che può essere un atleta, un membro della sua famiglia oppure un testimone, e iniziare un percorso comune. Naturalmente, se a scrivere è un minore, bisogna contattare immediatamente i genitori“.

Come si sviluppa poi il percorso di sostegno?

Dipende dalla situazione e dalle intenzioni della persona che ci ha contattato. Non bisogna mai essere superficiali, ma controllare bene tutte le informazioni a disposizione e portare avanti un vero e proprio lavoro istruttorio che ci metta innanzitutto al riparo da false denunce o altre iniziative affrettate. Poi il percorso può portare in varie direzioni, dalla procura federale a quella ordinaria, a seconda della natura e della gravità dei fatti“.

Con che tipo di figure professionali si interfaccia chi segnala un abuso e come avviene il contatto?

L’associazione offre innanzitutto un’assistenza legale gratuita, e inoltre mette a disposizione esperti psicologi per dare una risposta immediata e tempestiva. Dopo il contatto telefonico, cerchiamo di recarci direttamente sul posto da chi ha segnalato, oppure sono loro a venire nelle nostre sedi di Roma o Milano, quando è possibile. L’importante è che non ci sia mai un rapporto freddo o distaccato. Inoltre, ci interfacciamo immediatamente anche con le Federazioni con le quali lavoriamo. Le istituzioni sportive non hanno nulla da temere: l’obiettivo è quello di iniziare un percorso insieme“.

Di cosa hanno bisogno le persone che si rivolgono a voi?

Tanti non sanno come agire e come rapportarsi con questi problemi. La consulenza tecnica è importante, per fare i passi giusti e anche per cercare di alleviare il peso economico di un procedimento legale. Ma la volontà di fondo è quella di abbracciare queste persone e aiutarle a ricominciare. Il titolo dell’iniziativa non è casuale, e ringrazio Alessandra Marzari che ha avuto un’intuizione su questo: all’interno del mondo sportivo finora abbiamo ascoltato poco, dobbiamo cominciare ad ascoltare“.

Avete altre iniziative in cantiere?

La nostra prossima sfida sarà proprio quella di creare un fondo per sostenere economicamente le vittime degli abusi e aiutarle concretamente sul piano legale. Ma stiamo lavorando anche al progetto di un osservatorio triennale che raggrupperà alcune università italiane per arrivare a una stima veritiera degli abusi nello sport italiano, una sorta di screening per comprendere meglio l’impatto del fenomeno“.

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