Foto: ANSA/ MATTEO CORNER

Dal 10 gennaio in campo solo i vaccinati. Attesa per il nuovo protocollo

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Di Redazione

Si avvicina per lo sport italiano la fatidica data del 10 gennaio, giorno in cui entreranno in vigore le nuove disposizioni governative introdotte con il “Decreto Festività” del 29 dicembre. Tra queste anche l’obbligo di Green Pass “rafforzato” (quello ottenuto tramite la vaccinazione, e non con il solo tampone) per praticare gli sport di squadra e di contatto: di fatto, un obbligo vaccinale per tutti gli atleti, anche quelli che svolgono attività a livello agonistico, Serie A compresa.

Su quest’ultimo punto c’era per la verità qualche dubbio, ma a dissiparlo è intervenuto il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio nelle sue FAQ aggiornate: “Il possesso della certificazione verde è richiesto anche per gli atleti agonisti o di rilevanza nazionale che accedono ai servizi e attività per i quali la normativa lo prevede“. Da lunedì, dunque, non sarà più sufficiente il Green Pass “base” per scendere in campo.

Ora c’è attesa per i protocolli Fipav aggiornati che sono annunciati a breve e che dovranno recepire le nuove norme. Il provvedimento creerà certamente più di una difficoltà ai giocatori non ancora vaccinati (pochi, ma presenti anche nelle categorie superiori), ma al tempo stesso potrebbe consentire qualche allentamento delle norme su tamponi e quarantene, che al momento sono a un passo dal provocare la paralisi dei campionati.

Un tema sollevato anche da AIP – Associazione Italiana Pallavolisti nell’ultima riunione del 3 gennaio tra i referenti degli spogliatoi di Superlega, Serie A2 e Serie A3, sia pure in senso opposto: “È emersa – si legge in un comunicato – la netta volontà di resistere tutti insieme, di tenere duro e proseguire tutte le attività, per il bene del sistema sportivo, anche valutando la libera scelta di utilizzare le mascherine sportive. Come già comunicato pochi giorni fa, gli atleti sono molto preoccupati per i protocolli attuali, che non prevedono un obbligo di controllo tramite tamponi e un mancato obbligo a comunicare a un ente centrale e controllore l’esito degli stessi“.

C’è ancora oggi poca chiarezza – sottolinea inoltre AIP – sul percorso post-Covid ‘Return to play’, fortemente raccomandato dal Ministero della Salute, Dipartimento per lo Sport e Federazione Medici Sportivi Italiani e chiediamo che qualcuno faccia chiarezza, dando anche qui un’indicazione chiara e definita per tutti“.

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