Coppa Italia, il pagellone: Camera protagonista, Bartsch provvidenziale. Grobelna e Malinov insufficienti

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Di A.G

Nel weekend si è disputata la Final Four di Coppa Italia femminile 2018/2019. L’Igor Gorgonzola Novara ha trionfato per il secondo anno consecutivo contro l’Imoco Conegliano al termine di un match ricco di colpi di scena. Ecco le pagelle per scoprire le migliori e le peggiori dell’evento che ha dato spettacolo all’AGSM Forum di Verona.

IGOR GORGONZOLA NOVARA

Voto 9: per Novara è stata una competizione fantastica, perché vinta con pieno merito partendo non come favorita. Paradossalmente era la squadra che arrivava a Verona con meno sicurezze, visto che qualcosa sembrava essersi inceppato nel meccanismo perfetto della Igor della prima parte di stagione. Nonostante ciò, le azzurre hanno superato agevolmente la UYBA in semifinale e hanno trovato l’energia e la lucidità per vincere la finale contro Conegliano. Coach Massimo Barbolini non poteva chiedere di più per alzare la sua ottava Coppa Italia della carriera.

Letizia Camera 9: MVP della finalissima, la palleggiatrice entra nel momento più difficile per la Igor e gioca una grandissima partita, dimostrando estrema maturità e freddezza. Letizia non sente pressione e si carica sulle spalle il peso di tutta la squadra trascinandola alla seconda Coppa Italia consecutiva. Serata da ricordare e che ricorda a tutti che Camera è una riserva di lusso.

Michelle Bartsch 7,5: richiederle i 22 punti di sabato con Busto Arsizio sarebbe stato troppo, infatti con l’Imoco ne fa 15, di cui un muro (38% di efficienza), ma la prestazione è sulla stessa falsariga. Concentrata dall’inizio alle fine, letale quando serve, una sicurezza in difesa (65% di ricezione positiva). Buona Final Four per il martello statunitense.

Paola Egonu 8: la regola è: “Palla a Egonu che lei sa sempre cosa fare e come farlo”. L’opposto è il top scorer del match contro Conegliano con 29 punti, 2 muri e il 42% in attacco; parte benissimo nel primo set, fatica nel secondo e nel terzo (dove colleziona tanti errori), ma poi recupera con gli interessi negli altri due, nei quali mette a terra palloni decisivi.

Stefana Veljkovic 7,5: poco coinvolta dalla regia di Carlini, si sveglia quando entra Camera: nella fase più calda della finale si fa sentire con muri importanti e con diverse fast che bucano la difesa veneta. Una volta ingranata la marcia, non si ferma più e totalizza 11 punti (82% in attacco).

Stefania Sansonna 8: due prestazioni top per il libero che si mette in lustro tirando su pure gli acari. Contro Conegliano sa di avere vita non facile, ma sa anche che a renderla difficile alle avversarie ci penserà lei con i suoi recuperi super, la sua reattività, la sua grinta indiscutibile che trasmette in ogni momento alle compagne. Detto, fatto. Alla fine i numeri dicono 86% di ricezione positiva e 57% di perfetta.


IMOCO VOLLEY CONEGLIANO

Voto 7: l’Imoco torna a casa con la borsa piena di rimpianti per quello che poteva essere e non è stato: se Wolosz e compagne hanno impartito una lezione di pallavolo a Scandicci su chi sa giocare meglio a mille all’ora, nella finalissima soffrono il gioco un po’ meno veloce, ma più preciso e vario, che ha permesso la rimonta a Novara. Avere in mano una Ferrari non significa essere automaticamente un bravo pilota, perché bisogna saperla guidare, così non sempre il gioco spinto ed esasperato porta le attaccanti a rendere al meglio.

Miriam Fatime Sylla 8: se Conegliano sfiora il sogno di alzare il suo secondo trofeo stagionale è per buona parte merito di Sylla. La schiacciatrice travolge la Savino del Bene in semifinale (17 punti e 61% in attacco) ed è la trascinatrice della sua squadra contro la Igor (21 punti, 50% in fase offensiva e 52% in ricezione). Negli scambi decisivi del tie break torna fra gli umani e la coppa prende la strada per Novara.

Kimberly Hill 6: sabato è una delle migliori, ma nella finalissima contro la sua ex squadra il martello statunitense è intermittente e non riesce sempre a essere precisa: raggiunge la doppia cifra (11 punti) con il 33% in attacco, è murata 3 volte e complessivamente compie 4 errori.

Anna Danesi 7:quando la centrale chiude il muro è veramente difficile passare. Letture perfette sulle attaccanti avversarie che più volte si vedono rimbalzare gli attacchi (4 muri-punto in finale). Lavora bene anche in fast e alla fine totalizza 20 punti in due partite con percentuali superiori al 70% in attacco. Santarelli ha diverse opzioni di livello assoluto al centro, ma Danesi è una giocatrice a cui il coach umbro non rinuncerebbe mai per la solidità che dà in cambio-palla.

Joanna Wolosz 7: il voto dell’alzatrice polacca è frutto della prestazione favolosa dell’incontro con Scandicci e della prestazione sufficiente dell’atto conclusivo. Non è decisiva come in Supercoppa, ma dimostra di avere in mano la squadra ed è brava ad assecondare una Sylla in stato di grazia. In questa Final Four mette lo zampino in 7 punti di cui 3 a muro.

Samanta Fabris 6,5: dopo la prova sottotono della semifinale (6 punti e 22% in attacco), è riproposta titolare contro Novara. All’inizio soffre un po’, ma è brava nel secondo e nel terzo set quando guida la riscossa delle venete e la sua esperienza si fa sentire. Totalizza 21 punti con il 40% di efficienza in fase offensiva.


UNET E-WORK BUSTO ARSIZIO

Voto 5,5: era una missione molto complicata quella della formazione di Marco Mencarelli. Busto Arsizio ha provato ad impensierire una corazzata come Novara e ha retto fin quando ha potuto, ma per arrivare in finale sarebbe servita una prestazione perfetta. Ora la testa viene rivolta al campionato e alla Cev Cup per concludere al meglio tutto quello che di buono è stato fatto nella prima parte di stagione.

Alessia Orro 5,5: partita difficile per la regista biancorossa che, complice una difesa ballerina (specialmente nel secondo e nel terzo set), non riesce ad essere pulita e precisa come al solito. Prova anche a variare il gioco, ma non riceve risposte confortanti dalle sue attaccanti. In difesa ci ha abituato a qualche salvataggio in più.

Sara Bonifacio 6,5: è la migliore della sua squadra e una delle ultime ad arrendersi. Orro ci mette parecchio a farla entrare in partita. Nonostante ciò, la centrale lavora bene in fast, firmando 9 punti con una buona efficacia in attacco (73%). Non riesce mai ad arginare davvero le attaccanti di Novara e mette a segno solo un muro vincente.

Britt Herbots 6,5: la giovane farfalla dimostra grinta da vendere, sale di tono con il procedere della partita e non ha paura di ingranare una marcia in più delle altre. Quando c’è da “picchiare” lo fa senza troppi fronzoli ed è proprio lei la top scorer della UYBA con 13 punti (3 ace e 43% in attacco). Obiettivo della battuta avversaria, le percentuali sono 54% di ricezione positiva e 29% di perfetta.

Kaja Grobelna 4,5: ennesima prestazione insufficiente della stagione per l’opposto belga che fattura soltanto 8 punti con il 32%. Non è continua e non sposta davvero gli equilibri come fanno i martelli avversari: Mencarelli la sostituisce nei momenti decisivi per dare spazio all’esperienza di Meijners.

Giulia Leonardi 5: è decisamente bombardata e stare a galla contro il super attacco di Novara è compito arduo. Ci mette la solita determinazione, ma il muro non agevola il suo lavoro: deve correre e mettere in risalto i riflessi. A volte le riesce, a volte meno. I numeri non sono molto positivi (59% in ricezione).


SAVINO DEL BENE SCANDICCI

Voto 5: si pensava ad una semifinale più combattuta contro Conegliano ed invece le ragazze di Carlo Parisi hanno risentito negativamente delle tante attese della vigilia, crollando nei momenti decisivi della partita. Non è bastata Haak e si sono fatte sentire le difficoltà in regia di Malinov. È mancato il guizzo delle campionesse, necessario per sconfiggere una formazione che non regala nulla. La lezione servirà in vista dei playoff di campionato e della Champions League: fa parte del processo di crescita del gruppo.

Ofelia Malinov 4: è la principale imputata della sconfitta della sua squadra: la palleggiatrice perde nettamente il confronto con Wolosz. Appare confusa ed imprecisa, caratteristiche negative a cui non ci ha abituato, e non riesce a gestire le sue attaccanti da cui trova risposte poco confortanti; volenterosa in qualche recupero e poco più.

Isabelle Haak 6: alterna buoni colpi ad errori grossolani (7 di cui 3 in battuta), insiste tanto, talvolta senza lucidità. Il suo bottino finale non è così scarno (18 punti con il 40% di efficienza), anche se non è decisiva nei momenti caldi del match. La sconfitta è bruciante, ma il tempo è dalla parte dell’opposto svedese che avrà modo di togliersi parecchie soddisfazioni.

Jovana Stevanovic 4,5: il tabellino è eloquente (2 punti per la centrale con 2 muri vincenti) e conferma la semifinale tutta in salita di Stevanovic. Le traiettorie dell’Imoco e l’impatto con l’attacco gialloblù fanno decisamente male e la giocatrice serba fatica a prendere le misure come dovrebbe non offrendo alle compagne il suo solito contributo (0 su 10 in attacco).

Adenizia Ferreira Da Silva 5,5: la centrale brasiliana ci prova, non demorde, tenta di mettere in difficoltà l’ostico muro veneto bucandolo 5 volte (57% per lei), ma trovare la marcia in più in questa sfida è davvero complicato così come dare una mano alla difesa sporcando più palle possibili sotto rete.

Lucia Bosetti 6: non riesce ad andare in doppia cifra (8 punti per lei), ma dà un apporto importante in fase difensiva con il 58% di ricezione positiva. Abbattere il muro di Conegliano è un’impresa ardua e la schiacciatrice della Nazionale prova a giocare con la sua solita intelligenza cercando in tutti i modi di mettere a terra palloni vincenti.

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