Coppa Italia di A2, la Lega Pallavolo Femminile e pensieri sulla riforma

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Di Redazione

Due partite elettrizzanti, dieci set densi di emozioni e gesti tecnici notevoli. Le semifinali della 21^ Coppa Italia di Serie A2, disputate mercoledì sera, hanno promosso Battistelli San Giovanni in Marignano e LPM Bam Mondovì al termine di autentiche battaglie sportive, che hanno evidenziato la rapidissima crescita della Serie A2 negli ultimi anni.

Per competitività media, livellamento verso l’alto, seguito di pubblico – entrambi gremiti i palazzetti nella giornata di ieri – e interesse dei media, la Samsung Galaxy Volley Cup di Serie A2 è al suo apice: un processo lungo e tortuoso, tra irrigidimento delle norme di Ammissione e rafforzamento delle strutture societarie, al termine del quale la Serie A2 ha trovato una propria identità e riconoscibilità. Le stesse semifinali sono state trasmesse in diretta su LVF TV, la web-tv della Lega Pallavolo Serie A Femminile, mentre la finale andrà in onda in diretta streaming sull’homepage della sezione Sport del sito de La Repubblica: la dimostrazione dell’appeal che la Serie A2 ha acquisito anche sui media.

La riforma introdotta dalla Federazione nella scorsa stagione, finalizzata all’allargamento della Serie A2 a 20 squadre divise in due gironi, rischia di compromettere seriamente la stabilità del movimento. Peraltro, a causa delle numerose defezioni di Club aventi diritto che hanno preferito rinunciare all’iscrizione in quanto non in possesso dei requisiti necessari per partecipare al Campionato, l’attuale torneo si disputa a 17 squadre in girone unico, una palese stortura: “Un Campionato a 17 squadre è una follia, non c’è possibilità di riposo – riflette Filippo Vergnano, presidente del Fenera Chieri, Club che per il terzo anno disputa la Serie A2 Femminile -. Penso a chi ha disputato la Coppa Italia, praticamente da inizio gennaio continua a scendere in campo domenica e mercoledì in maniera ininterrotta. La riforma federale va assolutamente rivista, in termini di riduzione del numero di squadre. Aumentarlo ulteriormente sarebbe controproducente, perché inevitabilmente si andrebbe a incidere in negativo sulla qualità delle singole squadre e dunque dell’interno torneo, di fatto riportandoci indietro di anni“.

(Fonte: comunicato stampa)

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