Coach Gaspari lascia la panchina di Casalmaggiore: "Il mio rammarico più grande, la squadra non ha fatto il salto di qualità"

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Di Redazione

Marco Gaspari, coach della Vbc Casalmaggiore, lascia la panchina. Il tecnico stava per stabilire il primato di essere il primo a completare due stagioni sulla panchina rosa della èpiù Pomì, quando è subentrata l’emergenza sanitaria:
«É presto per parlare di futuro -conferma coach Gaspari ­-ma non sarò a Casalmaggiore la prossima stagione». A riportare la sua dichiarazione, La Provincia nell’edizione odierna:

«Il mio rammarico più grande è quello di non essere riuscito a trovare continuità con un sistema di gioco. La stagione scorsa l’assetto è stato modificato in corsa in virtù della partenza di Rahimova e dell’arrivo di Skorupa, quest’anno abbiamo dovuto adattare la squadra in virtù della continuità dell’opposto, scegliendo talvolta un assetto più conservativo, pur andando in crescendo in ogni statistica durante la stagione. Non cerco alibi, sono estremamente autocritico e dunque il rammarico nasce dal fatto di non essere stato in grado di far fare il salto di qualità alla squadra. Dispiace perchè credo non sia scontato fare così bene con le formazioni che ti seguono in classifica, creando quindi i presupposti per essere sempre a contatto con squadre ben più attrezzate, ma senza mai sfruttare questa possibilità il risultato ti penalizza. Alla fine contano i singoli palloni, se pensiamo alle partite con Scandicci e Monza in casa di quest’anno, alle occasioni che abbiamo avuto per cambiare radicalmente la storia del match e guardiamo a quanti punti abbiamo finito da queste due avversarie dirette ce ne rendiamo conto».

Riguardo alle scelte di Fipav e Lega, Marco Gaspari:
«Chiunque sia nella posizione di prendere una decisione è esposto alle critiche. Parto dal presupposto che sia le Leghe che la Federazione operino avendo a cuore il bene del movimento. Da un lato credo che non ci fossero soluzioni diverse rispetto alla chiusura, anche perchè uno sport come il nostro fatica ad
essere allenato a domicilio. Se anche solo a maggio si potesse tornare in palestra servirebbe un periodo non tanto diverso da quello della preparazione estiva per tornare a giocare senza rischi, in più a che condizioni giocheremmo? Dall’altro capisco anche le aperture di chi deve cercare di limtare i danni economici di una situazione che, inevitabilmente, ci costringerà a fare i conti con situazioni complesse, anche da questo punto di vista.»

Come affrontare questo periodo: «Cercando di tenere attiva la mente, di non spegnere mai la luce. É complesso ma non ci viene chiesto di andare in guerra, bensì di sopportare e di avere pazienza. Personalmente conosco persone colpite duramente da questo virus, ho perso compagni come Paolone, il tifoso di Conegliano che era un amico e che ovviamente conosco dai tempi in cui allenavo in Veneto, o il padre di un amico caro come Stefano Saja, mio secondo a Piacenza. Avere pazienza e
stare a casa credo che sia il minimo da fare anche nel rispetto di chi combatte questa battaglia in prima linea e penso che Casalmaggiore e Cremona ci insegnino molto da questo punto di vista. A tal
proposito, dato che davvero mi sono sentito parte di una comunità importante e non avendolo potuto fare di persona, ci tengo a ringraziare la società, per avermi dato questa possibilità, lo staff tecnico che
mi ha accompagnato in questi due anni e le persone che ci hanno sostenuto in queste due stagioni. Per me sono stati due anni importami ed auguro a Casalmaggiore ed ai suoi tifosi il meglio».

(Fonte: La Provincia)

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