Foto Federazione Italiana Pallavolo

Blengini: “C’è stato un errore di superficialità, il protocollo è solo un inizio”

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Di Dania Tuccillo

Nella puntata odierna di Sabato Sport, il programma radiofonico di Rai Radio 1, coach Gianlorenzo Blengini affronta le tematiche che riguardano la ripresa del mondo della pallavolo dopo lo stop a causa del coronavirus. Partendo dal protocollo Fipav, il coach si sofferma poi su come verrà svolto il campionato nella prossima stagione ed il lavoro della nazionale italiana maschile, di cui è allenatore.

Secondo me il protocollo è stato mal interpretato, c’è stata un’incomprensione. E’ evidente che il protocollo iniziale fosse legato appunto all’inizio, è importante riprendere l’attività sportiva e dare un segnale di riappropriazione della normalità. Non è possibile pensare, e chi lo ha fatto, ha fatto un errore di superficialità, che sia questo il futuro della pallavolo. Dobbiamo avere un pensiero positivo, i dati sono confortanti, i contagi si stanno abbassando e sarà un continuo miglioramento. Presto torneremo ad allenarci normalmente. Si è passati già dall’allenamento individuale a quello di gruppo, presto il lavoro tornerà normale e ci riapproprieremo anche del pubblico, magari a capienza ridotta. Sarò un incredibile ottimista, ma è la mia certezza”.

Quali potrebbero essere, a livello pratico, le difficoltà maggiori?

“Io credo che ci siano due situazioni da tenere conto: la sicurezza e la situazione economica. La pallavolo vive di imprenditori e grandi aziende che stanno attraversando una fase di riorganizzazione. Anche in questo caso ho fiducia che il campionato italiano rimarrà il più importante del mondo”.

Sarà una Superlega più equilibrata dal punto di vista competitivo?

“Io penso che quello che rende il nostro campionato il più difficile, ed il più bello, sia proprio una sorta di livellamento che comunque c’è sempre stato. Ci sono sempre quelle tre, quattro squadre che già si sa che lotteranno per i titoli, però le stesse squadre devono fare molta attenzione a quelle meno accreditate; anche quelle che non lottano per il titolo, ma per i playoff, o addirittura la zona salvezza, sono squadre comunque di qualità che generano un livellamento. Se la squadra di vertice non gioca al massimo, rischia di perdere e questa è una caratteristica del nostro campionato. Credo che sarà cosi anche in questo caso, nel dopo virus; Lube e Perugia sono le due squadre favorite, Trento non ha però nulla da invidiare. Anche Modena, che sembrava doversi ridimensionare, sembra aver fatto una squadra competitiva. Piacenza darà sicuramente del filo da torcere anche alle prime tre”.

A proposito di Modena, il fatto che Zaytsev vada via dall’Italia, e saperlo in un campionato estero, la preoccupa in qualche modo?

La scelta è chiara, lui voleva rimanere a Modena. Non è stato poi possibile, ma sul fatto che giochi in un campionato come quello russo, parlando dal punto di vista tecnico, non mi dico preoccupato. Lo sono quando gli atleti vanno a giocare con intermittenza, e non è il suo caso, o in un campionato non di qualità. Il campionato russo è di grande qualità, di grande fisicità, è chiaro che rispetto a quello italiano ha meno continuità, non è così livellato. Ma il suo sarà un percorso comunque buono”.

Passando alla nazionale, lo slittamento dei giochi olimpici è da vedere in positivo? Pensa più all’avanzare dell’età delle colonne della squadra, come Juantorena, o ad avere un anno in più per poter puntare sui giovani?

“Penso in entrambe le direzioni; la situazione è reale. E’ inutile discutere se sia meglio o peggio aver spostato Tokyo. Credo che la possibilità di vedere giocatori giovani, come Nelli o Russo, o Matteo Piano che avrà piu tempo per recuperare dal grave infortunio, sarà un vantaggio che però va sfruttato. Per questo ho chiesto fin da subito di far del lavoro, seppur ad organico ridotto. Se si ha più tempo, ma non si sfrutta nella maniera giusta, non è un vantaggio. Per gli over 30, i diversamente giovani come li chiamo io, credo che possa essere un problema che riguarda più altri sport, come quelli individuali. Il nostro, che è uno sport di squadra, è diverso, i giocatori hanno riposato molto quest’anno e avranno ancora più carica per affrontare l’Olimpiade di petto”.

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