Ciao Mago, leader silenzioso al servizio della squadra

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

di Stefano Benzi

Il mestiere che ho fatto per tanti anni mi ha concesso il privilegio di conoscere persone straordinarie, di poterle intervistare e raccontare. Nel 2000, lavoravo per Eurosport, andai a un torneo amichevole pre-Olimpico: c’erano gli azzurri, la nazionale della nuova repubblica di Yugoslavia (Serbia e Montenegro) coi fratelli Grbic che poi avrebbe vinto il titolo a Sydney e la Spagna.

Nella prima uscita la Spagna pasticcia; nella fase finale di un set con la squadra in netto vantaggio, persino Rafa Pascual commette alcuni errori abbastanza clamorosi al punto che finisce per innervosirsi. Miguel Angel Falasca lo avvicina, lo calma, e lo continua a servire: altri errori. Lozano dalla panchina decide che forse è il caso di cambiare il Matador, ma Falasca dal campo gli fa un cenno eloquente: “Ci penso io”. Altre due alzate e altrettanti errori di Pascual che poi schianta a terra il terzo pallone per frantumare il quarto nell’angolino del campo. Set. Il Matador si libera con un urlo disumano e Falasca, con calma, gli offre il palmo per un cinque.

La foto sotto il titolo (Mago è a destra, con la maglia da capitano della Spagna mentre incoraggia un giovanissimo Iban Perez) raccoglie un atteggiamento tipico di Mago: quando era in campo così come quando allenava – uomini o donne, indifferentemente – sapeva sempre come dare calma alla squadra, sapeva sempre come responsabilizzare senza creare tensioni.

A fine partita per la prima volta parlo personalmente con Falasca: “È bello – gli dico – quando l’alzatore in campo recupera un giocatore che sembra perso. Quasi meglio che fare l’allenatore”. E lui: “Essere alzatore significa avere spirito di servizio, il compito dell’allenatore è cambiare se le cose vanno male; il mio è fare in modo che nessuno venga cambiato e le cose vadano bene. A volte un giocatore in difficoltà ha solo bisogno di poter sbagliare senza sentirsi in colpa”.

Ho trovato questa dichiarazione di un’umanità straordinaria: l’altra notte mentre cercavo nel mio archivio quel vecchio nastro ormai smagnetizzato e il testo delle mie interviste di allora non ho potuto non pensare al fatto che Miguel Angel è stato proprio questo. Un uomo con grande spirito di servizio e la capacità di farsi ascoltare senza alzare mai la voce. L’ultima volta che sono venuto in arena mi offrì il caffè. Non ti devo solo un caffè, Mago. Dunque ti lascio quel vecchio nastro, ci sono anche Pascual, Lozano, Moltò e Valido. Avrei voluto parlare di volley molto di più fuori dallo schema, giornalista-allenatore. Mi avresti insegnato un sacco di cose.

Jean Cocteau ha detto “la tomba più nobile è essere sepolto nel cuore dei vivi”: ed è nel cuore che ti porteremo, per sempre.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Andrea Berra resta il “secondo in comando” sulla panchina di Savigliano

A3 Maschile

Il Volley Savigliano è lieto di annunciare che, anche nella stagione sportiva 2025/26, Andrea Berra sarà il secondo allenatore della prima squadra griffata Monge-Gerbaudo. Originario di Racconigi, il prossimo per Berra sarà il 34° anno di attività nella pallavolo cuneese, di cui è ormai un’istituzione.

Prima della sua avventura al PalaSanGiorgio, iniziata nell’estate 2024, infatti, Andrea è stato head-coach su molte panchine. In campo femminile, a Savigliano, Marene, Cherasco, Saluzzo, El Gall, Pinerolo, Racconigi, Borgaro Torinese e Cuneo, e in campo maschile, ad Alba, Racconigi e Cuneo, quest’ultimo guidato in Serie B nel 2016/17.

La conferma è sinonimo di apprezzamento del lavoro fatto in palestra e al di fuori della stessa, quindi non posso che essere contento di quanto propostomi. Dalla nuova stagione mi aspetto molto, sia in termini di risultato che di crescita di conoscenza personale in ambito tecnico. La stagione passata è stata per me abbastanza impegnativa soprattutto dal punto di vista mentale e a volte sono stato più dirigente di collegamento tra squadra e direttivo che tecnico. Un ruolo impegnativo ma estremamente interessante. Il bilancio è sicuramente positivo e l'esperienza direi "formativa". Per il resto, la vittoria più bella per me è il rapporto di stima con la dirigenza e la richiesta dei ragazzi di vedermi ancora parte del gruppo della prossima annata”, il pensiero di Berra dopo la conferma.