Foto Facebook ZAKSA Kędzierzyn-Koźle

Champions, Nikola Grbic: “Di sicuro fare la storia a Verona sarebbe un sogno”

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Di Redazione

In viaggio verso Verona, lo ZAKSA Kędzierzyn-Koźle è pronto a giocarsi la prima finale della storia del club di Champions League. L’appuntamento è per  sabato 1° maggio (ore 20.30) all’AGSM Forum di Verona. La squadra polacca si troverà di fronte l’Itas Trentino che cercherà di riportare in bacheca l’ambito trofeo. Per il coach dello Zaksa, Nikola Grbic, sarà come tornare a casa visto il suo recente passato come allenatore di Verona in Superlega. Il coach serbo, intervistato dal quotidiano L’Arena, racconta le emozioni di essere presenti a questa Finale.

Questa finale era quella meno pronosticata. “Assolutamente. Le aspettative non erano a nostro favore. Zaksa è una società che ha il quarto budget in Polonia, in Italia equivale forse a quello di un club di media classifica. Per cui non era assolutamente immaginabile. Abbiamo bravi giocatori, ma per esempio come titolari nazionali abbiamo Toniutti e Zatorski. Questo è un risultato storico per la società anche se è stato un risultato conquistato sul campo. Non abbiamo incontrato squadre facili né avversari con giocatori infortunati. Erano tutti al completo e giocavano bene. E nonostante questo abbiamo vinto e ora siamo a Verona”.

Torni in un palazzetto che conosci molto bene. “Si, eccome”. Ti fa un effetto particolare? “A dire che non me lo fa non sarei sincero. Ma una volta iniziata la partita sarò concentrato su quello che dovremo fare in campo. Appena ho saputo che c’era la finale a Verona mi sono immaginato di alzare la coppa al Forum, sarebbe bellissimo. Anche perché sarebbe la seconda volta dopo la Coppa Italia conquistata quando era a Cuneo contro Trento da giocatore nel 2010. Sarebbe davvero molto, molto significativo e bello vincere di nuovo. Di sicuro fare la storia a Verona sarebbe un sogno”.

Cosa ti aspetti da questa sfida, come vedi Trento? “Trento ha avuto un inizio difficile giocando un bel po’ al di sotto delle aspettative e del suo reale valore. Poi piano, piano si è rialzata e adesso gioca una bella pallavolo. Poi chiaro che quando vai a giocare contro la Lube, in semifinale scudetto, in una serie tre su cinque, è dura. Anche noi quando abbiamo visto che avevamo pescato la Lube nei quarti in tanti si sono scoraggiati perché conoscevano il tipo di squadra che andavamo ad affrontare. Ma ci siamo preparati in questo anno straordinario a giocare certi tipi di partite, così è stato anche per le sfide con Kazan. Vincere certi match uscendo da situazioni difficili ci ha dato molta forza e fiducia. Siamo riusciti a dare il meglio quando serviva”.

In Polonia fanno tutti il tifo per te e lo Zaksa. “Sarà un’altra battaglia, come quelle contro la Lube e contro Kazan. Questa volta però si tratta di una partita sola, non ci sono golden set. Né repliche. Questa partita per noi rappresenta un grande evento, il sogno di questi ragazzi che non hanno mai giocato una finale Champions, sarebbe fare la storia. Da 43 anni nessuna squadra polacca vince un trofeo del genere, c’è tutto il Paese che ci sostiene, c’è tanta partecipazione, è una gara molto sentita. È la prima volta nella storia del club in una finale di Champions. Dal punto di vista tecnico non devo di certo ricordare quali sono le qualità di una squadra come Trento, in un palazzetto dove hanno giocato mille volte a 80 km da casa. Sarà una battaglia, ne siamo consapevoli, ma esserci è un onore. Per me, per i ragazzi, per la società e per la Polonia”.

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