Champions League, Zenit Kazan eliminato: botta e risposta tra Butko e Verbov

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Di Redazione

L’inutile vittoria per 3-1 contro l’Halkbank che ferma al terzo posto del proprio girone lo Zenit Kazan non è abbastanza per la qualificazione al secondo turno di Champions League. A sorpresa il colosso russo è stato eliminato nella fase a gironi per la prima volta nella sua storia.

Il palleggiatore Aleksandr Butko fa autocritica: “Abbiamo giocato maluccio ma accade ormai da tempo. Se giochi così a Novosibirsk con il Lokomotiv ti massacrano. Non so dire il perché ma per quanto mi riguarda ho la sensazione che alcuni giocatori affrontino partite decisive senza cattiveria e motivazione. Non farò i loro nomi. Si può sbagliare ma non si può rinunciare. Se la pressione è un problema allora devi cercare un altro club, perché qui i compiti sono sempre difficili. Non puoi arrivare all’ultima giornata e sperare nella sconfitta degli altri”.

Butko parla di giocatori poco motivati. E il tecnico dello Zenit Alexey Verbov (nella foto) non la prende bene: “Nei primi due set non abbiamo assolutamente giocato bene e ho dovuto anche alzare la voce, cosa che per me non è certo un’abitudine. Resta un mistero il fatto che questa squadra soffra di pause lunghe e imprevedibili. A quanto pare partire con quattro-cinque punti di svantaggio sembra essere diventata la norma. Se non abbiamo l’aiuto delle squadre avversarie, con i loro errori, partiamo battuti in partenza e nessuno oggi ti concede aiuti del genere. Ricordo perfettamente tutti i finali delle partite in cui abbiamo perso ma non penso che il problema sia nella testa. Credo che sia piuttosto un problema di carattere morale, di equilibrio. Però, se alcuni giocatori lo pensano, (è il caso di Sasha Butko che ha parlato di scarsa motivazione n.d.r.), posso solo chiedere ai miei giocatori di chiudersi con me nello spogliatoio e di avere un franco confronto. Dobbiamo parlarne da uomini. Perché se anche solo un giocatore ha la sensazione che la squadra sia insicura, può essere che abbia ragione punto. Un giocatore certe cose le sente anche meglio di un allenatore”.

(Fonte: Zenit Kazan)

 

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