Busto Arsizio, la squadra di A1 con il più alto numero di “Generazione Z”

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Di Redazione

Generazione Z è un neologismo che calza davvero a pennello alla Unet e-work Busto Arsizio 2020/2021. Il termine, che identifica generalmente i nati tra il 1997 fino all’anno 2012, indica una caratteristica che ben si addice innanzitutto al roster, in cui spiccano 7 atlete giovanissime: Jordyn Poulter (1997), Asia Bonelli (2000), Camilla Mingardi (1997), Chiara Cucco (2002), Ana Escamilla (1998), Katarina Bulovic (2002) ed Herrera Blanco (1998) appartengono appunto alla generazione Z; si tratta di una vera e propria scommessa della società e del Presidente Giuseppe Pirola che hanno nel proprio DNA la volontà di lanciare giocatrici in erba: la UYBA non a caso è la squadra di serie A1 con il più alto numero di generazione Z nel roster, addirituttura 8 se si conta la costante presenza in panchina di una ragazza del settore giovanile.

La caratteristica predominante della generazione Z è che, chi ne fa parte, non ha mai conosciuto il mondo senza internet ed è dunque particolarmente incline all’uso dinamico di pc, smartphone e tablet connessi alla rete. Anche per questo il termine bel si addice alla UYBA che, in questa stagione sta puntando forte non solo sui propri abituali canali di comunicazione, che la portano ancora al primo posto delle classifiche di gradimento dei fan della pallavolo femminile, ma anche su nuove forme di intrattenimento, proprio quelle più amate dalla Generazione Z. Stiamo parlando della piattaforma Tik Tok e della nuova funzionalità Reels di Instagram.

In entrambi i casi la UYBA sta ottenendo un notevole apprezzamento dai suoi tifosi più giovani: su Tik Tok la squadra biancorossa primeggia incontrastata con quasi 50 mila followers, centinaia di video pubblicati, decine di milioni di visualizzazioni con spunti importanti di singoli filmati da 3.3 milioni (Sara Bonifacio) e 1.5 milioni di views (Stevanovic). Ma di cosa si tratta? Stiamo parlando di video creati ad hoc da un team di lavoro del settore media UYBA sempre più dedicato, video che hanno come caratteristica principale la sincronizzazione di musica e immagini al fine di creare contenuti veloci, simpatici, stravaganti. Lo stesso principio vale per i neo-nati Reels di Instagram: anche qui il successo biancorosso è evidente, con già diversi video diventati virali. In particolare il filmato “Volleyball crash“, che mostra in maniera “funny” un “conflitto di gioco” tra palleggiatore e centrale, è da oggi il reel di pallavolo femminile italiana più visto con oltre 470mila riproduzioni.

Insomma, nonostante le evidenti difficoltà di una stagione a porte chiuse, ai tanti intoppi legati al Covid, alla posizione non eclatante in classifica, la società biancorossa si dimostra ancora una volta viva, con lo sguardo sempre volto al futuro, sia in campo, che fuori. Per tutti, ma con un occhio di riguardo ai più giovani.

Ecco un breve montaggio dei migliori Tik tok e Reels: https://facebook.com/uybavolley/videos/171554844707369/

(Fonte: comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

Oltre il Volley

Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.