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Brescia, Cisolla e Tiberti: “Viviamo uno stile di vita responsabile”

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Di Redazione

Una situazione difficile quella che lo sport e la pallavolo sta affrontando in questo momento. Regole rigide e protocolli da rispettare per garantire la sicurezza di atleti, staff e addetti ai lavori. Una situazione che sta “peggiorando” di settimana in settimana con l’ultimo weekend con una sola partita di Serie A2 Credem Banca giocata. I contagi continuano a salire e i rinvii dei match sono inevitabili. Per ora uno dei pochi team ad aver scampato il pericolo Covid-19 è stato il Gruppo Consoli Centrale del Latte Brescia, fermo però ai box per casi di positività nella squadra avversaria.

A fare il punto della situazione e ad esprimere tutte le proprie preoccupazioni e perplessità sono due pilastri della formazione bresciana e della pallavolo italiana, il palleggiatore e capitano Simone Tiberti e lo schiacciatore Alberto Cisolla, intervistati dal Giornale di Brescia.

Brescia è stata finora «un’isola felice» dello sport bresciano, uno dei pochi roster senza positivi fra i giocatori: «Non è casuale – spiega Tiberti -, ci siamo limitati fin da subito agli incontri essenziali, viviamo uno stile di vita responsabile. Credo sia una forma di rispetto per i tifosi, che hanno bisogno dello sport anche solo guardandolo da casa, sia per le altre società. In questa momento però non sono ottimista».

Il palleggiatore spiega perché: «Temo che andremo verso un altro stop e sarebbe un disastro. Significherebbe ripartire con un’altra mini-preparazione nel 2021, dover ritrovare la condizione, cosa non facile, specie per i giocatori più datati. Senza contare poi le ripercussioni economiche per le società».

Cisolla critica i protocolli: «La sfida con Mondovì poteva essere giocata. Esistono regole rigide da una parte e dall’altra raccomandazioni che non bastano. Serve più chiarezza, anche per non permettere alle squadre di decidere quando giocare o meno. Se anziché andare a Mondovì avessimo dovuto affrontare una trasferta in aereo sarebbe stato un danno enorme per noi. Serve anche maggiore puntualità sui tamponi, e forse si potrebbe alzare il numero di positivi per squadra (al momento la soglia è tre ndr) prima di poter chiedere il rinvio».

Il «Ciso» spiega più nel dettaglio le sue sensazioni: «Parlo per la nostra realtà, ma credo di poter affermare che siamo un modello. Anche i più giovani della squadra hanno limitato i contatti i sociali e seguono le regole di condotta. Per portare a termine il torneo serve che tutte le realtà facciano cosi, visto che per molti versi è già una stagione falsata».

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