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Belgio: le giocatrici accusano di violenze psicologiche il CT Vande Broek

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Di Redazione

Bufera sulla nazionale femminile del Belgio dopo la trasmissione del programma televisivo “Canvas“, nel corso del quale tre ex giocatrici delle “Yellow Tigers” hanno accusato il CT Gert Vande Broek, alla guida della squadra da ben 13 anni, di violenze psicologiche ed emotive. Le accuse sono riferite in particolare agli Europei 2013, quando le belghe centrarono uno storico terzo posto arrendendosi solo in semifinale alla Germania; le giocatrici, riporta il quotidiano Nieuwsblad, sono state spinte a denunciare il comportamento del CT da una lettera aperta pubblicata dalle nazionali di ginnastica artistica, con analoghi contenuti.

Quando ho letto la lettera – ha spiegato Freya Aelbrechtho pensato: questo è successo anche a noi, questa è la nostra storia. Non abusi fisici, ma emotivi. Controllo, manipolazione, dimostrazioni di potere… soprattutto la paura con cui siamo state educate fin dalla più tenera età. Non era il modo giusto di crescere come atlete e come persone“. Ed Hélène Rousseaux ha confessato: “Ci sono tante belle immagini di quel bronzo europeo, che dovrebbe essere una bellissima storia. Eppure non riesco a godermelo. Vorrei dimenticare tutto, ma non posso. Sono stata davvero vittima di bullismo da parte dell’allenatore“.

Aelbrecht ha proseguito spiegando che Vande Broek utilizzava la tecnica del “divide et impera“, mettendo le giocatrici una contro l’altra per acquisire più potere, oltre a riversare su di loro pesanti insulti e offese, prendendo di mira anche le loro caratteristiche fisiche. Una testimonianza confermata anche dal libero Valerie Courtois.

Immediata la reazione della Federazione belga, che si è rammaricata dell’immagine “negativa ed estremamente unilaterale” diffusa dal programma, e ha sostenuto in un comunicato di essere “convinta che Vande Broek abbia sempre cercato un clima di crescita, in cui le giocatrici potessero eccellere sia individualmente sia come squadra, e non abbia mai avuto intenzione di offendere personalmente nessuno“. Il presidente Jean-Paul De Buysscher ha affermato: “La Federazione mantiene una fiducia costante e permanente in Vande Broek“, lamentando anche il fatto che l’allenatore non sia stato interpellato se non pochi giorni prima della trasmissione.

Da parte sua, Vande Broek si è detto “scioccato da quello che ho sentito e confuso dall’immagine che si è voluta dare di me come allenatore, ma anche come persona“, riferendo di aver ricevuto numerose manifestazioni di solidarietà da giocatrici come Britt Herbots e Virginie De Carne, oltre che dalla Federazione.

Sulla vicenda ha preso posizione via social media anche il capitano della nazionale, Ilka Van de Vyver, che ha spiegato: “Quanto detto nel programma è assolutamente corretto, le tre giocatrici hanno raccontato la loro storia, ma ora le circostanze sono cambiate. Negli ultimi 5 anni non si sono più ripetuti i comportamenti e le parole di allora. Vorrei che ogni giocatrice, se vuole esprimere il suo parere, parlasse esclusivamente a suo nome“. Al tempo stesso, però, Van de Vyver ha annunciato il suo addio alla nazionale: una decisione, a quanto pare, maturata già due mesi fa e indipendente da questo episodio.

(fonte: Nieuwsblad)

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