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Annie Drews: “In Italia ero sotto stress, ora sono felice”

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Di Alessandro Garotta

L’unica cosa che dovrebbe stupirci di Andrea “Annie” Drews è che non ci stupiamo più del suo rendimento. È come se considerassimo la sua straordinarietà, una non-notizia, oppure un dato viziato dal contesto a lei favorevole. È stata nominata miglior giocatrice del 2019 negli Stati Uniti, ha dominato le classifiche delle top scorer nell’ultima stagione in Giappone, e lo sappiamo, eppure tendiamo a trovare giustificazioni, più che spiegazioni.

Rispondiamo che ha vita facile al JT Marvelous perché il gioco in attacco è concentrato prevalentemente su di lei, che non l’abbiamo mai vista in una big europea, che ha faticato a esprimere il suo potenziale nelle esperienze in Italia. La verità è che ci siamo dimenticati troppo in fretta di quest’opposta statunitense, e le sue prestazioni, tutt’altro che scontate, sono qui a dimostrarcelo.

È la sua seconda stagione in Giappone. Come si trova? È stato difficile adattarsi alla vita e alla cultura nipponica? 

Senza dubbio sono molto felice di questa esperienza; tra l’altro quest’anno mi sento maggiormente a mio agio, più indipendente e tranquilla perché ho un’idea precisa di cosa aspettarmi. All’inizio, anche andare da sola a prendere un caffè o viaggiare in treno era abbastanza stressante, ma ora conosco meglio questa realtà e mi sento più sicura“. 

Come sta andando il campionato e quale impatto ha avuto l’emergenza coronavirus? 

In questa stagione la V.League è un po’ più equilibrata e sono già maturati diversi risultati a sorpresa. Perciò, dobbiamo preparare ogni gara con grande attenzione e curare i piccoli dettagli, visto che, essendo le detentrici del titolo, tutti vogliono batterci. Alle partite è presente un numero limitato di tifosi per via del virus, ma devo dire che, in generale, il Giappone ha gestito molto bene l’emergenza e la Lega è sempre prudente nelle sue decisioni“. 

Come giudica i risultati del JT Marvelous finora e quali sono i vostri obiettivi? 

Sono davvero entusiasta. Alcune delle nostre giovani sono cresciute tanto e stanno giocando con grande fiducia; ovviamente ne ha beneficiato l’intera squadra, perciò è davvero divertente vederci giocare. Al momento, siamo seconde in classifica con un record di 11 vittorie e 2 sconfitte, ma penso che abbiamo ancora ampi margini di miglioramento. Se impariamo a gestire meglio la pressione e ad apportare le giuste modifiche in partita quando serve, sono sicura che potremo vincere un altro campionato“. 

Foto JT Marvelous

È soddisfatta del suo rendimento personale? 

Ho cercato di non accontentarmi troppo, ma nemmeno essere dura con me stessa dopo un periodo così lungo lontana dal campo, in cui il virus ha reso impossibile allenarsi e giocare per diversi mesi. Certamente è davvero buono il lavoro che sto facendo con il JT Marvelous e sono soddisfatta soprattutto della capacità di trovare sempre la chiave per vincere le partite. Anche nella seconda parte di stagione cercherò di migliorare la mia visione periferica e la tecnica di muro, dal momento che la scorsa estate non ho avuto modo di lavorare su questi aspetti“. 

Quali sono le principali differenze tra il volley in Giappone e negli Stati Uniti? 

La pallavolo qui è caratterizzata da un gioco molto veloce e di solito abbastanza equilibrato. Anche negli USA c’è questa tendenza, quindi il mio adattamento è stato rapido. Per quanto riguarda la fase difensiva, quella giapponese è tra le migliori al mondo: gli scambi sono lunghi, quindi devi giocare con creatività e intelligenza se vuoi fare punto“.

Cosa farà al termine del campionato giapponese? 

La V.League terminerà a febbraio, poi nelle settimane seguenti sono in programma i campionati asiatici per club. Perciò, il mio piano è di stare fino alla fine di aprile con la mia squadra in Giappone e subito dopo raggiungere la nazionale statunitense“. 

Foto FIVB

Che ricordi ha delle sue avventure a Legnano e Casalmaggiore? 

La mia esperienza in Italia è stata davvero difficile, sia per quello che è successo all’interno dei club per cui ho giocato sia per mancanza di maturità da parte mia. Era la prima volta che giocavo in Europa e ricordo che nella mia mente continuavo a fare confronti con le altre giocatrici, senza avere fiducia in me stessa, ed ero parecchio sotto stress… Nonostante ciò, quella stagione mi ha fatto capire quanto ci tenga a questo sport, ed è stata utile a crescere come giocatrice e come persona: ho lasciato l’Italia molto più forte di quando ero arrivata“. 

Qual è il sogno più grande per il prosieguo della sua carriera? 

Vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi. La nazionale femminile degli Stati Uniti non ha mai centrato questo risultato, perciò farò di tutto per aiutare la squadra a raggiungerlo“. 

Come ha colto il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo? 

Sicuramente con un po’ di disappunto, dal momento che il 2019 mi aveva trasmesso tante sensazioni positive in vista dell’appuntamento olimpico; in particolare, è stato difficile metabolizzare la notizia del rinvio e non poter condividere quel momento con il resto del gruppo. Ma piano piano, ho accettato questa situazione e ora penso che avremo un anno in più per prepararci, trovare la forma migliore e crescere come squadra“.  

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