Alessia Populini: "Il ricordo più bello rimane quello del mondiale, impagabile"

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Di Redazione

Giovane ma con le idee chiare! Alessia Populini si racconta a “Novaraoggi” dopo aver conquistato l’oro ai campionati Europei qualche giorno fa, spera, un giorno, di diventare un punto di riferimento per altre giovani.

Un anno dopo la stessa finale, con la stessa avversaria. Un anno dopo lo stesso scontro intenso. Un anno dopo il trionfo. L’Italia Under 19 pochi giorni fa si è laureata campionessa d’Europa e nel roster vanta due giocatoci tesserate Igor: la schiacciatrice Alessia Populini, capitano della formazione, e Sara Luisa Fahr, premiata come miglior centrale della competizione.

A Tirana, in Albania, la vittoria è arrivata contro la Russia, affrontata proprio agli Europei Under 18 l’anno scorso. Sotto di nuovo 2-0 le azzurre hanno ribaltato l’inerzia della partita portandosi a casa un tie break letteralmente d’oro. «Tutte le vittorie danno emozioni simili, ma mai uguali, questa è qualcosa di indescrivibile. Per tutte noi un orgoglio, per me ancora di più perché sono il capitano», dice la Populini, classe 2000. «Essere capitano è un onore, ma anche un onere, hai tanta responsabilità, ti senti un po’ il peso sulle spalle, devi essere brava a crederci e fare in modo che le tue compagne facciano lo stesso».

Una battaglia all’ultimo punto: «Non so cosa sia stato peggio, se l’aspetto mentale o quello tecnico – dice sorridendo – avevamo ancora il ricordo dell’europeo scorso, che sappiamo come è finito. E’ stato bravo il nostro tecnico (Massimo Bellano, ndr), a farci escludere questo pensiero e a combattere con tutto il nostro carattere. E’ stata una finale intensa, ma era giusto che ci fosse la Russia dall’altra parte, è la squadra più forte insieme a noi, anche prima di iniziare a giocare, quando pensi e fai i pronostici, avevamo detto proprio la Russia».

Alessia Populini, proprio insieme alla Fahr, ora aggregata alla nazionale maggiore, il prossimo anno saranno ancora compagne ma con una maglia diversa, quella del Club Italia, in serie A1. «Sono contenta della scelta, perché so che mi consentirà di crescere a livello personale, tattico e tecnico e sarà per me anche un’importante vetrina, – dice la schiacciatrice di Roncadelle – da Igor mi porto via tutto! Pallavolo, tecnica, tattica, amicizie, conoscenze, esperienze, crescite caratteriali, tutto. Lascio nella società un pezzo di cuore».

Ma il bello di questi momenti è che la parola più giusta è «Arrivederci»: «Il mio sogno è di tornare a indossare quella maglia, da protagonista, da grande mi vedo così».

Per Populini, che è da pochi giorni maggiorenne, nel palmares ci sono già un oro mondiale Under 18, una SuperCoppa con Igor, un terzo posto nazionale con la formazione Under 18. «Il ricordo più bello rimane quello del mondiale, impagabile. Cosa ancora voglio realizzare? Mi piacerebbe arrivare a un certo punto della mia carriera e sapere che le giovani atlete abbiano me come punto di riferimento, questo mi appagherebbe molto».

Pallavolista da quando ha 6 anni, grazie al papà ex giocatore, Populini si ispira a tante giocatrici, ma non ha un esempio in particolare, «tante mi piacciono per tanti aspetti, ma non saprei dire un nome preciso» . E l’esempio è anche la famiglia: «Siamo tutti pallavolisti, anche mia sorella più piccola gioca: a casa capita spesso di confrontarci, soprattutto quando magari le cose vanno male e allora si parla, per crescere». Populini a Novara tornerà sicuramente, da avversaria. Ma il ricordo più bello nel club? «Ogni cosa è stata importante, non saprei davvero scegliere!».

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Matteo Piazzetta ha affidato il suo ultimo saluto ai social: “Ciao amici…”

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La sua scomparsa è stata un "fulmine a cielo sereno", inaspettata, tragica e dolorosa, con tanti dei suoi conoscenti e amici che nemmeno sapevano della malattia che lo aveva colpito, scoperta soltanto poche settimane fa. Matteo Piazzetta è stato un pallavolista (Montebelluna, Carbonera, Pordenone, Zanè, Belluno, anche in A3, tra le tappe della sua carriera) e non era un "tipo comune", ma una persona capace di lasciare il segno come ha raccontato il toccante saluto che gli ha dedicato il Volley Belluno (questo, invece, il pensiero del Carbonera: "Un grande uomo e un grande atleta. Un onore e un piacere conoscerti") e come ha fatto lui stesso ancora una volta, "annunciando" la sua scomparsa sul suo profilo Facebook: un ringraziamento, in realtà, che lascia senza parole ed emoziona in un tempo in cui troppo spesso di quelle "parole" se ne sprecano fin troppe.

Il suo pensiero, il suo commiato dalla vita, il suo saluto e non un addio a tutti lo ha affidato a una fotografia che lo ritrae sereno sulle rocce di una montagna a contemplare il panorama che gli si apre davanti e a un post, con questo testo: "Ciao amici, fisicamente non sarò più tra voi, ma sarò sempre al vostro fianco. Grato per ciò che ho avuto, ciò che mi avete dato".

Non serve aggiungere altro: che la terra ti sia lieve, Matteo.