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Alessia Orro: "Grazie a Busto Arsizio ho ritrovato la maglia azzurra"

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Di A.G.

Guardano tutti nella sua direzione. È Alessia Orro a decidere ogni volta come giocherà la squadra. Le sue compagne la cercano, si fidano di lei. La palleggiatrice della Unet E-Work Busto Arsizio, classe ’98, ha le spalle larghe, la forza mentale e lo spirito vincente di una leader. Sorride sempre e non ha paura di niente. Si distingue in particolar modo per la lucidità in fase di impostazione, per la capacità di spaziare il proprio gioco chiamando in causa tutte le attaccanti, sfruttando bene le centrali e riuscendo a far crescere gradualmente l’intesa con chi le sta attorno in campo. Insomma, stiamo parlando di una delle migliori registe in circolazione, tornata a vestire la maglia azzurra dopo l’esclusione dai Mondiali in Giappone: il futuro della nazionale passerà anche dalle sue mani.

A 20 anni è considerata una delle migliori palleggiatrici italiane e un pilastro della Nazionale del presente e del futuro. Se lo sarebbe aspettata un exploit del genere in così pochi anni?

Sinceramente non me lo sarei mai aspettata, soprattutto perché all’inizio della mia carriera non ricoprivo nemmeno questo ruolo. Solo al Club Italia ho cominciato a giocare come palleggiatrice e in pochi anni sono riuscita a raggiungere ottimi livelli e vestire la maglia della nazionale”.

Quello della palleggiatrice è un ruolo fondamentale. Quanto è difficile mettere le proprie attaccanti nelle migliori condizioni per fare punto?

Il palleggiatore ha il compito più importante perché deve far trovare la palla giusta alle attaccanti: chi gioca nel mio ruolo si deve adattare alle caratteristiche delle compagne perché ognuna ha bisogno di un’alzata con una traiettoria e una velocità specifica. In tutto ciò, non bisogna tralasciare gli schemi e la tattica di squadra che sono elementi fondamentali per vincere le partite”.

Tecnicamente dove crede di poter migliorare e dove invece pensa di essere al top?

Credo che non debba essere io a dire quali siano i miei punti di forza. Sono giovane e ho ancora ampi margini di miglioramento. Per il mio ruolo l’esperienza fa la differenza, soprattutto per quanto riguarda la precisione dell’alzata e gli aspetti tattici. Perciò, cerco di migliorare e crescere giorno dopo giorno lavorando duramente”.

Dalla mancata convocazione ai Mondiali in Giappone al ritorno in nazionale. Qual è stato il segreto della sua crescita esponenziale in questa stagione a Busto Arsizio?

È stato un anno magnifico a Busto Arsizio: sono cresciuta molto grazie alle mie compagne di squadra, con cui ho condiviso momenti splendidi sia dentro che fuori dal campo. Sono davvero contenta di aver avuto l’opportunità di tornare a vestire la maglia della nazionale”.

Quali sono i suoi obiettivi per quest’estate?

Il mio obiettivo principale è quello di essere tra le 12 convocate per il torneo di qualificazione alle prossime Olimpiadi e il Campionato Europeo. Cercherò di farmi trovare pronta per queste manifestazioni e dare il mio contributo alla squadra quando ce ne sarà bisogno”.

Dopo il terzo posto ai Montreux Volley Masters, l’Italia è partita forte in Volleyball Nations League. Quanto è importante questa manifestazione per preparare al meglio il torneo di qualificazione olimpico e gli Europei?

La Nations League è una manifestazione fondamentale perché ci sta facendo capire a che punto siamo come squadra. È un torneo tosto e lungo, in cui si giocano tante partite ravvicinate e non c’è tempo per tirare il fiato: un’ottima occasione per mettersi alla prova, confrontarsi con nazionali forti e prepararsi agli appuntamenti più importanti di quest’estate”.

Come si trova a lavorare a fianco della sua compagna di ruolo Ofelia Malinov? Che rapporto avete in allenamento e fuori dal campo?

Conosco Lia da tanto tempo e fin da quando giocavamo al Club Italia siamo state in competizione per il posto da titolare. Poi ciascuna di noi ha intrapreso la propria strada con i club, ma è sempre bello ritrovarsi in nazionale. Nonostante non sia facile ricoprire lo stesso ruolo in una squadra, tra di noi c’è un buon rapporto: in allenamento ci aiutiamo, sproniamo e ci scambiamo consigli”.

Cosa significa per lei vestire la maglia azzurra?

Ho sempre sognato di giocare in nazionale e devo dire che la maglia azzurra è davvero tutto per me. Ogni volta che la indosso provo emozioni forti: penso che non ci sia cosa più bella di rappresentare il proprio paese in giro per il mondo”.

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