Foto Instagram Alessandro Graziani

Alessandro Graziani: “Ho ancora tanta voglia di salire le scale della vita”

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Non so quanti, nel caso di Alessandro Graziani, si siano fermati alla superficie e quanti abbiano infilato il coltello, come nel mio caso, per controllare quanto fosse profondo il solco di certe ferite. Nel mio caso, e parlo di un’intervista molto personale, debbo affermare che Alessandro non si è mai sottratto ad alcuna questione o a nessuna domanda, dimostrando di essere il ragazzo lucido e il pallavolista maturo e responsabile che ho conosciuto ai tempi di Sabaudia.

Sono passati molti anni da quella conversazione, sono successe delle cose nella sua vita, importanti o meno. E le abbiamo sviscerate tutte. Certamente, il suo presente lo ha riavvicinato a luoghi che lui ama molto. Che si chiamano Liguria, mare, famiglia, amici. Non lontano da lì, infatti, si trova Acqui Terme, luogo incantevole in cui il patron della squadra, Stefano Negrini, è ripartito da una vittoria netta nel campionato di Serie B lo scorso anno e ha voluto con sé Graziani per questa prima Serie A3 della squadra alessandrina:

Col presidente e la società ci siamo sentiti per anni. Anche mio fratello ha giocato in questa squadra e per tante stagioni mi hanno chiesto di farne parte. Quest’anno, dato che tanti mi hanno parlato bene di Acqui Terme negli anni, ho deciso di avvicinarmi a casa e di accettare la proposta. Volevo fosse un ritorno bello, nel quale non accontentarmi di una scelta fatta per ragioni logistiche, ma perché ci fosse qualcosa di importante da giocarsi“.

Graziani, il mentore delle neopromosse.

Il mio percorso racconta questo, cioè la vittoria del campionato a Fano in serie B nel 2019 e poi Sabaudia, Portomaggiore e Belluno nelle ultime quattro stagioni. Tutte squadre neopromosse dalla B, con le quali ho fatto delle stagioni interessanti, lunghe, complesse. Qui ad Acqui già lo scorso anno il livello era elevato per la categoria. Con l’arrivo di Baratti o di Esposito ad esempio, si è alzata ancora di più l’asticella“.

Foto Instagram Alessandro Graziani

Acqui punta alla salvezza?

L’obiettivo principale resta quello. Poi chissà. Questo è un campionato nel quale secondo me faranno bene i gruppi coesi, quelli che lavoreranno bene in palestra e quelli che avranno una buona forza reattiva. Anche perché la stagione è molto equilibrata, oltre ad essere lunga e impegnativa“.

La nostra intervista arriva dopo anni, se vogliamo, anche impegnativi per lei. Non solo a livello fisico, ma anche mentale. Partiamo da una domanda schietta. Avrebbe voluto di più negli ultimi anni?

Se lei intende a livello di categoria, le dico che il mio percorso è stato piuttosto travagliato. Avevo molte ambizioni, mi è mancato qualcuno che spingesse per portarmi in A2 dopo Siena. La A2 è una categoria che non sento affatto lontana dal livello di gioco che possiedo. Detto questo non rimpiango il percorso che ho fatto perché mi è servito per essere il giocatore e l’atleta che sono oggi. Oltre al fatto di non dover dire grazie a nessuno per ciò che mi sono sudato in palestra e in campo“.

Qualcuno, per anni, ha detto che lei fosse interessato più all’immagine, alla tv, rispetto allo sport. Facciamo chiarezza.

Quando c’è stata la possibilità di usare la mia immagine non mi sono sottratto, ma ho continuato in parallelo a fare il mio lavoro senza alcuna distrazione. Dipende come vivi un’esperienza televisiva o un lavoro extra oltre al volley. Sono circostanze che capitano a tantissimi sportivi e dipendono molto dal modo in cui si affrontano. Io avevo del tempo libero e l’ho dedicato a quello. Mi sono divertito, è stata un’esperienza che ripeterei, parlo non delle trasmissioni che ho fatto, perché ora sono felicemente fidanzato con Letizia Paternoster, ma del fare qualcosa legata alla mia immagine. Non devi dimenticare ciò che fai e saper mettere la testa e l’impegno nelle giuste dosi. Io non ho mai messo da parte i miei impegni pallavolistici, e mai lo farò“.

Foto Pallavolo La Bollente

Anni fa lei venne squalificato per doping. Non giudico la situazione. Dico solo che da quella circostanza mi sembra che lei ne sia venuto fuori migliore.

È stata una stupidaggine fatta in età giovanile. Di cui ho preso consapevolezza subito e della quale ho pagato le conseguenze, pur non avendo ammazzato nessuno o aver sfalsato le mie prestazioni. Ho avuto la solidarietà di molte persone nel mondo del volley. Questo non vuol dire che mi voglia sottrarre dalle mie responsabilità o minimizzare le mie colpe. È stata una scivolata. Ho chiesto scusa a chi di dovere e sono ripartito. I presidenti delle varie società sanno come lavoro e sanno quanto mi impegno. Quindi è una vicenda che ho seppellito e della quale ho certamente fatto tesoro. Se fosse passato il messaggio di una debolezza o della mia poca serietà, gli anni di Portomaggiore o Belluno non sarebbero mai arrivati. Idem la bella storia che spero di costruire qui ad Acqui Terme“.

Possiamo dire che lei è risalito su una scala mobile, dopo tutti questi anni, ed è una scala che sale verso l’alto?

Lei sa che ho tatuato una frase di Venditti da poco. È la frase ‘e quando pensi che sia finita, è proprio l’ora che comincia la salita’. Gli errori della vita li ho sempre affrontati di petto e mi sono sempre preso le responsabilità delle mie azioni. Resto un ragazzo che arriva dal ghetto del volley. Su questo aspetto scherzo con i ragazzi più giovani, dicendo però che se ti spezzi la schiena in palestra e se sei pronto a sacrificare tanto di te per lo sport, le occasioni prima o poi si creano. È più difficile, ma il treno giusto ad un certo momento passa“.

Per lei, sembra, passano ancora?

Passano con la consapevolezza che a 32 anni sei consapevole di ciò che sei e di ciò che puoi fare. Finché avrò le forze sarò in grado di salirci e di percorrere quelle salite di cui parlavamo. L’entusiasmo e la voglia di fare sono rimasti intatti. E ho ancora tanta voglia di salire“.

di Roberto Zucca

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