Addio a Yasim Youssif Al Nabhan, ex schiacciatore di Molfetta

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Di Redazione

Si è spento a soli 38 anni, dopo una lunga malattia, lo schiacciatore Yasim Youssif Al Nabhan, primo giocatore del Bahrein a militare nella Serie A italiana: vestì la maglia della Pallavolo Molfetta nella stagione 2011-2012, la prima disputata in A2 dai pugliesi, che quell’anno raggiunsero la finale play off contro Castellana Grotte. A riportare la notizia è la testata online MolfettaLive.

Al Nabhan, classe 1983, aveva già avuto esperienze in Qatar e in Grecia prima dell’arrivo nel nostro paese; dopo la stagione a Molfetta ha giocato tra l’altro nell’Unicaja Almeria in Spagna e nell’Inegol in Turchia. La sua ultima squadra, dal 2017 al 2020, era stato l’Al Hilal in Arabia Saudita.

Tanti i messaggi di cordoglio, a partire da quello della società pugliese: “Ciao Jasim. In campo, con delle ‘pipe’ pazzesche, come fuori, ci hai fatto davvero divertire e gioire in quella stagione 2011/12 che fu per noi l’inizio di una grande cavalcata nei campionati nazionali di vertice. Ognuno di noi ha almeno un episodio bello legato a te perché il tuo sorriso era davvero contagioso. E noi questo non lo dimenticheremo. Mai. Grazie Jasim, ‘genio della lampada’ venuto da Oriente a regalarci serate magiche al PalaPoli. Fai buon viaggio e… salutaci Nicola! Rest in peace Big Jas“.

Atleta eccezionale ma soprattutto un ragazzo spettacolare, buono, generoso, dal sorriso contagioso. Non si potrà mai dimenticare” dice il suo allenatore dell’epoca, Pino Lorizio. Molti gli ex compagni di squadra e colleghi che lo hanno ricordato sui social, da Jacopo Botto a Emiliano Giglioli: “La notizia che non vorresti mai sentire! Io e te abbiamo iniziato il nostro rapporto un po’ zoppicando ma poi è scattata una scintilla, una scintilla che ci ha legati ogni giorno sempre di più, costruendo un legame indistruttibile. Quante battaglie, quante risate, quanti momenti bellissimi passati insieme! Sono distrutto nel sapere che te ne sei andato! Non ti dimenticherò mai fratello mio! Ti voglio bene Jas!“.

(fonte: MolfettaLive)

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“Oltre la Rete”: Paolo Porro protagonista di un documentario “dietro le quinte” del volley

Oltre il Volley

Cosa c'è nella vita quotidiana di uno sportivo? Come si arriva in cima tra i grandi della pallavolo? E quali sono gli ostacoli da superare che spesso non si vedono? Tutti gli appassionati, i tifosi e gli stessi giocatori, almeno prima di scoprirlo in prima persona, si sono posti domande come queste. E il documentario "Oltre la rete", ideato, scritto e diretto da Layla Bortoluzzi, con protagonista Paolo Porro, cerca proprio di trovare una risposta a tutti questi interrogativi, superando la linea che divide l'atleta dalla persona.

"Paolino", come è chiamato il primogenito di casa Porro, è ormai un habitué dei campi della Superlega sin dalla stagione 2020-2021, quando non ancora diciannovenne ha calcato il terreno del Palapanini con la maglia gialloblù dell'allora Leo Shoes Modena. Dal campionato successivo, il taraflex è rimasto quella della massima serie italiana, ma il palazzetto è diventato l'Allianz Cloud e la divisa quella bianca e blu dell'Allianz Milano.

Il palleggiatore azzurro a Milano si è affermato come uno degli alzatori migliori del campionato nostrano e nella stagione 2023-24 è stato uno dei protagonisti della storica qualificazione della sua squadra in Champions League, come raccontato nel documentario. La regista, studentessa di Comunicazione e Marketing dello Sport, ha realizzato questo film di 40 minuti durante il suo ultimo anno di laurea magistrale in Televisione, Cinema e New Media e ha ripreso la vita di Paolo tra allenamenti e partite, dimostrando quali possono essere le gioie, ma anche i dolori dello sport, focalizzandosi in particolare modo sulla bellezza e la difficoltà di un ruolo complesso e "particolare" quale è quello del palleggiatore.

"Oltre la rete", però, non si limita a questo, come spiega la stessa autrice, Layla Bortoluzzi, ma cerca di scavare un po' più a fondo con l'obiettivo "di raccontare la vita del pallavolista professionista a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza anche il dietro le quinte della vita di un atleta, ovvero, gli aspetti inerenti alla quotidianità, al sacrificio e all'importanza dei legami umani e affettivi. Il mio documentario vuole andare oltre, più precisamente oltre la figura dell’atleta in sé, per scoprire e valorizzare la persona, l’essere umano che si cela dietro al ruolo dello sportivo", che, e in questo caso vale anche per Paolo, spesso si traduce pure in una quotidianità lontano da casa, vedendo la famiglia il più delle volte attraverso uno schermo e molto altro ancora.

Qui sotto il documentario Oltre la rete di Layla Bortoluzzi.

https://vimeo.com/1083686162