È uno Stefano Lavarini sereno, anche rilassato, sorridente, quello che l’Italia e in particolare la Numia Vero Volley ritrovano in occasione della presentazione della squadra di Milano. Ecco tutte le sue parole, alla vigilia di una stagione che chiede alla squadra di confermarsi ai vertici nazionali e internazionali, e, magari, anche qualcosa in più nell’inseguire un successo solo sfiorato da tanti anni, dopo le finali scudetto e quella di Champions League, ma non solo, già raggiunte…
“Stavolta, anche grazie al Club, sono riuscito a fare qualche giorno di riposo in più dopo il Mondiale – esordisce Stefano Lavarini all’evento di presentazione del suo team –, forse anche perché l’Italia è arrivata fino in fondo alla competizione. Ora, si riparte, e quando si riparte con qualcosa di nuovo il piacere di cominciare cancella un po’ la stanchezza. All’inizio spesso quando ci si trova, si gioca, è bello, si è carichi, motivati, ma ho davvero avuto una prima sensazione molto sincera, genuina. Abbiamo tante novità quest’anno, e ho subito trovato le ragazze in palestra a proprio agio, con molta comunicazione tra loro, con una certa dedizione nel lavoro che vedremo anche nel tempo. Sono tutte caratteristiche che ho trovato insieme, che ho trovato in maniera decisa, quindi, questo è un presupposto ottimo, in particolare per amalgamare una squadra con molte novità. Comincia una stagione con la preparazione abbastanza a ridosso dell’inizio del campionato e dovendo cercare di essere competitivi al massimo livello, come sempre, le condizioni di partenza sono le migliori“.
Dopo l’estate che ha visto l’Italia trionfare al Mondiale, il vostro percorso di avvicinamento al campionato è un po’ diverso dal solito: corretto? “Il fatto di non avere previsto molte amichevoli non è stata tanto una scelta, ma una necessità: abbiamo aggregato le ragazze alla squadra progressivamente e con molte defezioni è stato più sensato da un certo punto di vista dare continuità al lavoro che potevamo fare in casa, senza doverci spostare, lavorando fisicamente e tecnicamente. E’ stata, comunque, una scelta un po’ obbligata, perché all’inizio della stagione la possibilità di giocare un po’ di più potrebbe sicuramente essere anche di aiuto, ma abbiamo preso questa decisione cercando di darci da fare su altri fronti e sfrutteremo al meglio queste settimane che ancora abbiamo a disposizione“.
Conegliano resta sempre la squadra da battere? “Il campo dice sempre la verità e non amo dare troppo valore alle considerazioni sulla carta, alla vigilia. L’unico aspetto a cui penso è quello che possiamo riuscire a costruire noi nella nostra quotidianità e come dicevo prima con un gruppo parecchio rinnovato. Il mio obiettivo e quello di cui mi occupo è cercare di fare diventare questa squadra la migliore versione possibile di sé. Poi, il livello di competitività con gli altri, lo dirà il campo“.
Che capitano sarà Paola Egonu? “Sono colpito positivamente da come sta affrontando questo ruolo, mi sembra che sia qualcosa che la incuriosisce e la gratifichi anche nel segno della responsabilità che per certi versi comporta, una responsabilità che non sempre è facile da gestire, e mi auguro che tragga soddisfazione durante l’anno dall’imparare e dall’avere la gratificazione di dimostrarsi capace di gestire questo ruolo in una maniera produttiva e utile per la squadra“.

Quali saranno i vostri obiettivi? “E’ difficile dire dove vorrei arrivare oggi con questa squadra… in generale, riprendendo la riflessione fatta anche su questa estate, sono uno cui scoccia tornare a casa prima degli altri e andare in vacanza prima di loro. Mi piace di più vederli che fanno le valigie. In pratica, a me piace arrivare fino alla fine!”.
Un roster stimolante quello di quest’anno. “Le squadre da allenare sono sempre stimolanti e le stagioni, secondo me, danno sempre mille motivi di soddisfazione nell’affrontarle. Mi piace proprio l’approccio di queste ragazze, anche al di là dell’aspetto tecnico-tattico dove sicuramente abbiamo un buon potenziale e una buona versatilità. Ma quello che mi stimola di più in queto momento è conoscere le ragazze, entrare in una buona sintonia con loro e intenderci per com’è il modo di stare in palestra. Poi, le nostre qualità e le possibilità del roster sarà bello scoprirle“.
In ultimo (video qui in basso), abbiamo chiesto a Lavarini, o per lo meno abbiamo tentato, se stia già pensando a soluzioni tattiche nuove, come un doppio cambio più frequente e magari a un impiego di Fersino (o Gelin) come nella finale del Mondiale femminile. La sua risposta? Tutta da ridere… Eppure…
Dal nostro inviato Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)