Cose strane (s)viste alle VNL Finals: dal furto della coppa… al mancato Dream Team

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Vi ricordate ‘Occhi di Gatto’? Era un manga degli anni ’80 creato da Tsukasa Hojo, la cui trasposizione in anime, o cartone animato per intenderci, è diventata nel tempo un’autentica icona pop. Protagoniste erano “tre sorelle bellissime, tre ragazze agilissime”, come recitava la colonna sonora diventata a sua volta un tormentone, che di giorno gestivano un piccolo caffè e di notte si trasformavano in ladre d’arte.

Una nota di colore, la nostra, per dire, con un pizzico di ironia, che di cose strane in queste finali femminili di VNL ne abbiamo viste parecchie e un po’ le nostre Anna Danesi, Alessia Orro e Myriam Sylla ci hanno ricordato, loro malgrado, Sheila, Kelly e Tati. La fantasia e l’immaginazione ci hanno portato a vedere l’appuntamento di Lodz come la trama di una puntata di Occhi di Gatto, dove l’evento sportivo rappresentava solo l’alibi perfetto di un grande colpo.

Il primo sospetto lo ha fornito Alessia Orro e la sua collana tempestata di diamanti. Il secondo Myriam Sylla e i suoi orecchini d’oro che avrebbero fatto impallidire pure Mister T dell’A-Team. Infine l’insospettabile Danesi che ‘ruba’ letteralmente la coppa in barba a qualunque protocollo di premiazione sin qui conosciuto. Se Prime Video avesse in programma una nuova stagione della trasposizione in live action di Cat’s Eyes, consiglieremmo di prendere in considerazione le nostre azzurre. Sarebbero perfette anche per quello.

Ridendo e scherzando, però, questo ci da anche lo spunto per parlare proprio della premiazione. La Volleyball Nations League si può considerare ormai da alcuni anni come l’evento internazionale che più di qualunque altro alza l’asticella del ‘prodotto’ pallavolo sperimentando nuove regole, disegnando campi sempre più ‘televisivi’, creando un evento con la ‘E’ maiuscola sotto tutti i punti di vista. Il cerimoniale di quest’anno, però, non lo abbiamo capito bene, siamo sinceri.

Forse perché abituati al tradizionale podio (lo vediamo anche in altri sport e non dispiace assolutamente), alla sfilata della squadra che mette prima la medaglia al collo e poi riceve la coppa da sollevare, questa premiazione con “furto” improvviso e inaspettato del trofeo, poi le squadre che escono dal campo per uscire dal tunnel e ricevere la medaglia in cima a una scalinata, poi ancora tutti di nuovo su per foto di gruppo con questa coppa che non si sa mai come girarla… Abbiamo trovato tutto davvero un po’ disorientante. Tradotto, non ci abbiamo capito granché.

Una cosa positiva però c’è stata: ci hanno risparmiato finalmente l’ingessatissima sfilata di autorità chiamate a distribuire medaglie e magari inchiodarsi con le suole al pavimento quando c’è da alzare la coppa al cielo e far partire i flash dei fotografi. Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi l’immagine di un Donald Trump ‘frizzato’ durante il cerimoniale del Mondiale per Club di calcio. Il popolo della pallavolo, invece, avrà apprezzato eccome l’eleganza di una impeccabile padrona di casa come Asia Wolosz. Anche perché… alzi la mano chi l’aveva mai vista prima in abiti borghesi e con i capelli sciolti. Bellissima davvero e bravo a chi ha pensato a lei per la premiazione.

foto King Kom/FIPAV

Una cosa che invece attendevamo con ansia e non abbiamo visto è stata la consueta premiazione del sestetto ideale, ovvero delle migliori giocatrici per ruolo oltre alla MVP di tutte le Finals. Per ore ci siamo chiesti, voltandoci a destra e sinistra come il meme di John Travolta, dove fosse finito il Dream Team di questa VNL e solo ora, in pieno pomeriggio del day after, scopriamo dal profilo Instagram ufficiale del torneo che stanno spuntando i post che svelano anche questi premi individuali. Evidentemente dopo il caso analogo, controverso e già dibattuto delle finali di Champions, l’organizzazione ha preferito prendersi una notte di riflessione per venirne a capo. Un bene? Un male? La nostra espressione al momento resta quella di John Travolta…

Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)

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