La Nazionale Maschile è in Slovenia, dove ha disputato due gare della Week 3 di VNL e si appresta a giocare le ultime due della Pool 8 con Slovenia e Olanda. Giannelli e compagni, reduci dalla vittoria ottenuta ieri con l’Ucraina, andranno a caccia del nono sigillo in questa manifestazione per continuare ad occupare la parte alta della classifica generale in vista delle Finals di Ningbo.
L’Italia, con un bilancio fin qui di 8 vittorie che hanno prodotto 22 punti, occupa il momentaneo secondo posto e al termine delle gare odierne, potrebbe già arrivare l’aritmetica qualificazione alla fase finale.
Numeri, quelli prodotti in queste settimane dagli azzurri, certamente importanti se si considera anche l’equilibrio che si è visto in questo torneo, con le squadre più blasonate che hanno dovuto faticare non poco per portare a casa punti in chiave qualificazione. Con questo scenario, l’Italia del CT Ferdinando De Giorgi vuole confermare la striscia di risultati positivi anche con i padroni di casa della Slovenia, allenati da Fabio Soli, da affrontare domani 19 luglio, alle ore 20:30 in una Stožice Arena che si preannuncia gremita in ogni ordine di posto.
Sono 14 in totale le sfide disputate nella storia dalle due nazionali e la statistica ci dice che per 8 volte è stata l’Italia a vincere. Ma ogni gara ha una storia a sé, tutta da scrivere. A presentare le prossime due sfide è il palleggiatore e capitano dell’Italia, Simone Giannelli, che ha vestito fin qui la maglia azzurra per 245 volte: “Sabato contro la Slovenia mi aspetto un palazzetto tutto esaurito, una bella atmosfera, perché qui la pallavolo è molto amata. Ci sarà sicuramente un’atmosfera molto piacevole per entrambe le squadre. Abbiamo tanta voglia di giocare questa partita e scendere in campo per migliorare il nostro gioco e continuare con il percorso intrapreso. Sarà importante anche per fare dei progressi che poi ci saranno utili in futuro: è una partita che dobbiamo preparare bene e ci servirà da diversi punti di vista”.
“Il torneo è equilibrato, ma questo è la normalità. Non si può pensare di poter scendere in campo e vincere tutte le partite, per nessuna nazionale sono facili queste gare. Ogni squadra, se vuole stare in alto, deve lavorare e soffrire. Questa Volleyball Nations League lo sta dimostrando, perché ogni volta che si entra in campo il risultato è incerto. Vincere facile succede poche volte, per tutte le altre c’è da rimboccarsi le maniche e stare lì con entusiasmo e determinazione per portare a casa la vittoria, sapendo benissimo che per vincere si passa attraverso set giocati bene, altri meno, set in cui sono stati gli avversari a giocare meglio. Soffrire poi ti fa vedere cosa non stai facendo e cosa devi migliorare, e tramutare quella sofferenza lì per poter poi rientrare in partita e ribaltare il risultato”.
“Che è esattamente quello che è successo ieri con l’Ucraina: abbiamo giocato bene i primi due set, poi l’Ucraina ha giocato meglio il terzo e noi meno, poi un set dove la sfida è stata tosta ed equilibrata e l’hanno spuntata loro per un punto. Al tie-break, con la determinazione giusta l’abbiamo portata a casa. Questa è la pallavolo moderna. Noi siamo sempre pronti a scendere in campo con questa mentalità. Le sensazioni all’interno del gruppo sono buone. La VNL è un torneo tosto anche dal punto di vista fisica e quindi bisogna stare attenti anche sotto quel profilo. Secondo me possiamo ancora fare uno step in avanti per raggiungere alcune nazionali che sono leggermente avanti a noi in questo momento. Sono sempre fiducioso e determinato a fare qualcosa di bello insieme ai miei compagni. Un obiettivo è quello di andare alle Finals, che spero possiamo raggiungere il prima possibile. Poi quando saremo lì sarà dura. Dovremo rimboccarci le maniche e cogliere ogni momento positivo, che poi può trascinarci verso qualcosa di importante.”
A parlare oggi prima della seduta di allenamento pomeridiana prevista dalle ore 17.30, è anche l’ex campione azzurro oro ai Mondiali del 1998, argento ai Giochi di Atlanta 1996 e bronzo alle Olimpiadi di Sydney 2000 Marco Meoni, da questa stagione nello staff di Ferdinando De Giorgi: “L’emozione di far parte dello staff della Nazionale è tantissima. Non nascondo che, al mio esordio in questa prima partita di VNL a Lubiana, al momento dell’inno mi sono scese delle lacrime, inevitabili dopo diversi anni. Ne parlavo con mia moglie quando ho cominciato il collegiale a Cavalese: sono passati 17 anni da Pechino 2008, ultima volta che ho vestito la maglia azzurra, ed è come se l’avessi lasciata la settimana scorsa. Perché questa maglia unisce tutti e per sempre. È un onore assoluto poterla ora indossare in una veste diversa. Per me questa nuova avventura rappresenta un significato molto importante. Questa chiamata arriva in un momento personale particolare, dopo la scelta di andare a vivere con la famiglia negli Stati Uniti. Ritornare nella pallavolo di altissimo livello con la Nazionale mi dà la possibilità di restare legato a quelle che sono le mie origini. Penso poi che l’esperienza maturata da giocatore in Italia, in Nazionale e in questi anni vissuti all’estero mi abbia dato la possibilità di ampliare la visione globale su tanti aspetti. Voglio quindi mettere al servizio della Nazionale queste esperienze per dare un contributo aggiuntivo a questa squadra”.
Come è nata la possibilità di far parte dello staff azzurro? “Devo dire che negli ultimi tempi sono stato abbastanza in contatto con la Federazione per altri progetti. Dopodiché, dopo una telefonata con il General Manager delle Nazionali e aver parlato con Fefè, mi hanno proposto di entrare a far parte di questo gruppo. La mia risposta è stata ovviamente sì. Da lì ho iniziato a parlare con De Giorgi per far combaciare i programmi che ho negli USA con quelli qui in Italia, e poi tutto è partito dal mese di luglio. Il prossimo anno, invece, se tutto proseguirà come speriamo, si inizierà tutti insieme dall’inizio della stagione. Dal punto di vista tecnico penso di poter portare una voce e un punto di vista in più. Sono stato un palleggiatore e la Nazionale ha dei grandissimi palleggiatori — come lo è stato anche Fefè — che però deve avere una visione globale di tutto. Io voglio dare una mano in più anche ai giocatori in questo ruolo, trasmettere loro qualcosa da chi ha vissuto in passato la loro stessa esperienza. Per quanto riguarda l’aspetto emotivo, posso dire che io generalmente sono tranquillo e cerco di instaurare degli ottimi rapporti con tutti. Penso che Fefè mi abbia voluto all’interno dello staff anche per questo. Nel corso della mia carriera sono stato un uomo spogliatoio, nel senso di cercare sempre di tenere unita la squadra”.
“Vivo in America da diversi anni. Ovviamente mi manca l’Italia, così come mi mancano alcuni modi di vivere che avevo in Italia. Ci siamo trasferiti con l’idea di fare un anno di esperienza, poi, anche a causa del Covid, siamo rimasti di più e ora i miei figli hanno cominciato ad andare al college e si trovano benissimo. Il vantaggio che ho riscontrato è che c’è la possibilità di avere maggior tempo a disposizione durante l’estate, e questo mi permette comunque di essere ora qui in Nazionale. In più, ho realizzato il sogno di poter allenare i più giovani e fare di questo un mestiere a tempo pieno.”
(fonte: FIPAV)