Nella domenica in cui Jannik Sinner è diventato il primo tennista italiano a vincere a Wimbledon, la nostra Nazionale femminile di pallavolo, campionessa olimpica in carica, ha eguagliato un record mondiale di imbattibilità che già le apparteneva. Questa nuova striscia di vittorie, per ora siamo arrivati a 26 consecutive, tra tante firme ne ha una in particolare, quella di Alessia Orro che proprio oggi compie 27 anni. Tanti auguri!
Cosa accomuna Sinner e Orro? Forse un pregiudizio, il più classico di quelli italici. Nel caso di Sinner, “è italiano, figurati se un giorno diventerà numero uno al mondo”. Nel caso di Orro, “non sarà mai la più forte palleggiatrice”. Oggi per il tennista altoatesino c’è un ranking ATP a parlare per lui, e quello è oggettivo, matematico, incontrovertibile. Eppure c’è chi ancora dubita, chi sostiene che il più forte sia Alcaraz, se non ancora Djokovic. Il mondo è bello perché è vario, si dice in questi casi, ma la libertà di pensiero resta un diritto sacrosanto, a patto di esprimerlo sempre in maniera civile e non offensiva. Nel caso della pallavolista sarda esprimere un giudizio è ancora più complesso. Il suo è uno sport di squadra, ranking ad hoc sui singoli ruoli non ce ne sono e bisogna rifarsi a discorsi e opinioni soggettive. Lo sanno bene quelli che ancora discutono su Egonu, Boskovic, Haak e Vargas…
Al netto delle difficoltà, però, la domanda che ci poniamo oggi è la seguente: è Alessia Orro la più forte palleggiatrice in circolazione?
Ce lo chiediamo perché, al netto dei risultati ottenuti con la Nazionale (anche prima di Velasco), al netto delle stagioni da grande protagonista al Vero Volley tanto in A1 quanto in Europa, l’impressione è che negli ultimi anni Orro abbia decisamente svoltato, cambiato marcia, trovato le proprie certezze tecniche, acquisito una visione del gioco pressoché totale: è fortissima in difesa e copertura; è un fattore a muro; ha un servizio salto-float tra i più velenosi in circolazione; tra schiacciate dirette e tocchi di seconda ‘nascosti’ macina punti quasi come un’attaccante; e poi, ovviamente, ha due mani che, in palleggio, sono seconde forse (e sottolineiamo ‘forse’) solo a quelle di Asia Wolosz.

Per provare a trovare una risposta a questo dubbio, pallavolisticamente amletico, abbiamo interpellato alcuni dei maggiori esperti di pallavolo noti al grande pubblico. Due telecronisti, profondi conoscitori della materia come Fabrizio Monari e Marco Arcari, oggi – tra le tante cose – entrambi voci di DAZN e Giulia Pisani, voce tecnica della Rai, ex giocatrice (anche in Azzurro). Tre esperti che tra club – in campionato e nelle Coppe Europee – e Nazionale ‘osservano’ e commentano da anni qualunque partita giocata da Orro.
Oltre a loro interverrà anche Maurizia Cacciatori, 228 presenze in azzurro, maglia che ha vestito per 12 anni (anche da capitano) proprio nel ruolo di palleggiatrice. Ruolo nel quale è stata tra le più grandi interpreti di questo sport diventandone una vera icona, anche fuori dal campo. Chi, se non lei a cui quel titolo di miglior palleggiatrice del mondo è stato assegnato per davvero, può dirci se Orro sia oggi la numero uno o meno?
Non contenti, abbiamo sentito anche un allenatore. In questo caso abbiamo volutamente scelto una voce fuori dal coro ‘femminile’, un tecnico che nel corso della sua carriera di palleggiatori ne ha plasmati tantissimi e che in più conosce molto bene Velasco e il suo modo di allenare: stiamo parlando di Vincenzo Di Pinto. Partiamo proprio da lui.

VINCENZO DI PINTO
“Le mani di Orro sono sempre state tra le migliori al mondo. Negli ultimi anni doveva fare un salto di qualità in termini di personalità, nella guida della squadra, nel coraggio di giocare la palla giusta, e ora con Velasco sta dimostrando anche questa crescita, andando molto meglio sotto la palla e prendendo le decisioni giuste nei momenti giusti. Ora, anzi già dallo scorso anno prima dell’Olimpiade, sta venendo fuori davvero con le sue potenzialità tecniche, che non sono poche e che ora sono diventate certezze tecniche. Certezze che la portano anche a fare punto mettendosi in proprio quando la squadra è in difficoltà, e questa si chiama personalità”.
“Sotto Giulio (Velasco, detto proprio così all’italiana, ndr) lei, come tutte le altre azzurre, hanno trovato un sistema di gioco dove ruoli e compiti sono molto chiari e questo aiuta tantissimo una squadra, perché ogni giocatrice sa cosa le sue compagne si aspettano da lei in ogni momento di una partita. Questo aiuta sia a venire fuori dai momenti di difficoltà, come sta dimostrando di fare l’Italia, sia a giocare con maggior coraggio. Un tratto non banale che nel caso di Orro ha portato anche a una costanza di rendimento che forse prima non aveva”.

GIULIA PISANI
“Alessia è un giocatore molto completo. Da piccola, tolto il centrale, ha fatto praticamente tutti i ruoli, ma quello del palleggiatore è quello che alla fine le si addice di più. Giocarci contro, lo dico da ex centrale, è molto complicato per il muro avversario. Orro nel club e in Nazionale negli ultimi anni ha sempre avuto Danesi, o comunque centrali forti – da Kurtagic a Fahr, solo per citarne due – con cui gioca benissimo e quindi sei costretto a marcare al centro, ma poi ti ritrovi lei che attacca di seconda o che fa viaggiare veloce la palla in 4 o in 2”.
“Se ha fatto uno switch con Velasco? Indubbiamente, ma aveva già fatto passi da gigante nei club, tra UYBA e soprattutto Vero Volley dove negli ultimi anni è sempre arrivata in fondo a tutte le competizioni, e sappiamo quanto giocare certe finali acceleri il processo di crescita tecnica e mentale di un giocatore. Oggi è senza dubbio una top player, per me tra le prime tre al mondo nel suo ruolo. In cima ci metto però ancora Asia Wolosz, poi, non dimentichiamoci di Poulter”.
“Orro troppo criticata in Italia e osannata all’estero? Qui purtroppo funziona così, è una pressione che conosco molto bene avendola vissuta anche io da giocatrice. Si guarda sempre più alle cose fatte male che a quelle positive, o a quello che non hai vinto piuttosto che il contrario. Criticare, ad esempio, Alessia perché con i club ha vinto poco non sta né in cielo né in terra”.

FABRIZIO MONARI
“Dal punto di vista tattico, se inizialmente l’indicazione di Velasco era stata che la palla bella la doveva giocare al centro o in 4 e quella sporca la doveva dare all’opposto, della serie “pensaci tu”, già dallo scorso anno, per non essere banale, Julio chiede che Egonu non attacchi il contrattacco, ma il cambiopalla con palla buona. Questo ha permesso a Orro di maturare tantissimo nella gestione dell’attaccante principale. Se è vero, poi, che il palleggiatore non è un ruolo per giovani, come si dice, lei per l’età che ha è sicuramente più avanti rispetto a tante altre top”.
“Aggiungo un altro fatto: Orro ha fatto un’Olimpiade clamorosa in difesa, che è il motivo per il quale con De Gennaro in campo, che ti alza in bagher come solo lei sa fare, è straordinario avere Alessia in palleggio. Altro aspetto non banale è il suo timing a muro. Molti forse non ricordano i 4/5 muri di Orro che hanno deciso la qualificazione nel preolimpico di Rio 2016 – Monari lo racconta molto bene anche nel suo libro ‘Oltre il sogno’, nello specifico al capitolo 9 – Aveva 17 anni, l’Italia vince quattro tie-break e in ognuno di quei quattro tie-break c’è un muro decisivo di Orro nel finale”.
“Dal punto di vista mediatico, Alessia in Italia non è considerata una star, mentre in Turchia sì. Questo passaggio all’estero al Fenerbahce, secondo me, ci insegnerà che non è vero che Orro sia meno forte di Wolosz, o meno forte di Ognjenovic, etc. Alessia Orro è una che ha vinto l’oro olimpico in una età in cui Wolosz aveva vinto la Coppa di Polonia… Poi, è indiscutibile che la padronanza che ha raggiunto oggi Asia a Conegliano sia unica in questo momento, ma se consideriamo il dato anagrafico, la palleggiatrice di riferimento del presente e del futuro a livello internazionale è senza dubbio Orro”.

MARCO ARCARI
“No, mi espongo subito: per me Asia Wolosz è ancora la migliore. Non più diversi gradini sopra a Orro come qualche anno fa, ma ancora un mezzo gradino sì. Questo semplicemente perché quello del palleggiatore è un ruolo dove ci si consacra tardi. Sono pochissimi i casi di palleggiatori o palleggiatrici che si sono consacrati sotto i trent’anni riuscendo a emergere su tutti gli altri a livello mondiale. C’è però da dire che tra Wolosz e Orro ci sono 8 anni di differenza e questo pesa tanto, quindi, in prospettiva è indubbio che Alessia diventerà una delle più grandi della storia del gioco nel suo ruolo”.
“Cosa la rende davvero speciale? Orro, come Giannelli, sono due palleggiatori che impattano tantissimo in ogni fase del gioco. Non dico che Alessia difensivamente valga un libero, ma per il lavoro che fa in seconda linea e difesa, è una giocatrice che cambia totalmente la fase di muro-difesa italiana. A muro, poi, è una giocatrice che ha ormai una proprietà del fondamentale che sovverte la regola non scritta del cercare e tirare sull’alzatore perché è l’anello debole della catena di muro. Non è assolutamente così con Alessia. Per quanto non arrivi forse al metro e ottanta, lei a muro non è una giocatrice sfidabile. Per non parlare del servizio, dove è sempre molto continua e all’interno di una partita può tirare fuori turni in battuta che mettono in difficoltà qualsiasi ricezione al mondo. Lo abbiamo visto tante volte anche contro Conegliano, che credo abbia la linea di ricezione più forte della storia della pallavolo femminile”.
“In Turchia il prossimo anno? Più che di Turchia in generale parlerei proprio della scelta di andare al Fenerbahce, una squadra che per come è stata costruita sarà l’indiziata numero uno per detronizzare Conegliano in Europa. Con l’arrivo di Orro miglioreranno sensibilmente quello che è stato uno dei punti deboli della scorsa stagione, ossia il palleggio, con tutto il rispetto per Bojana Drča. Un matrimonio intelligente per entrambe le parti, anche per Orro che esce dalla sua comfort zone, dove comunque aveva dato tutto quello che poteva dare, per approdare in un altro top club che punterà a vincere tutto in Turchia e in Europa. Sulle cifre del suo ingaggio abbiamo letto tante critiche, ma non capisco cosa ci sia da scandalizzarsi. Sono cifre da top player e Alessia Orro è assolutamente una top player. In una classifica delle top 50 al mondo, oggi, lei comparirebbe sicuramente tra le prime. A mio avviso questa esperienza all’estero le consentirà di fare quell’ultimo salto di qualità, quell’ultimo step a livello di esperienza, di conoscenza di determinate giocatrici e di un certo tipo di palle da giocare, che avrà sicuramente riflessi positivi anche, se non soprattutto, per la Nazionale”.

MAURIZIA CACCIATORI
“Come si può giudicare un palleggiatore? Dalla sua forza e intelligenza emotiva. Ovvero, la capacità di saper gestire come un orologio ogni giocatrice del suo team, capire quando una va in difficoltà ed essere brava e rapida nel trovare una soluzione, un’alternativa. Io guardo sempre tantissime palleggiatrici e secondo me, in questo, Alessia Orro è assolutamente tra le top a livello mondiale. Ha una maturità pazzesca per l’età che ha, nata dalla super-esperienza acquisita in questi ultimi anni che l’hanno vista eccellere in ogni competizione, al di là poi delle vittorie e delle sconfitte. Lei a livello emotivo ha sempre mantenuto una particolare calma, un grande controllo, non l’abbiamo mai vista agitata o perdere le staffe, e come sappiamo il palleggiatore è colui o colei che dà equilibrio al team”.
“Cosa penso di chi dice che le mani migliori restano quelle di Asia Wolosz? Penso che quelle di Orro non siano meno efficienti. Alessia è una palleggiatrice molto, molto completa e non è così scontato saper murare così bene e saper essere così dinamici, soprattutto in difesa, avendo poi anche molto coraggio, perché spesso trova delle soluzioni estremamente poco leggibili dalle avversarie. E questa è un’altra caratteristica che ha Orro. Poi, attenzione: è anche una palleggiatrice che palleggia molto bene! Nel senso, tutto il resto potrebbe sembrare un dettaglio, e non lo è, ma le sue sono mani veramente molto, molto precise. Dall’altra parte, Wolosz la conosciamo tutti, è un’atleta straordinaria, ma per quanto non mi piaccia mai fare paragoni, io Alessia la vedo sempre più in crescita e sempre più performante. Quindi, sono un po’ di parte, ecco – dice sorridendo Maurizia -. Voglio spezzare però una lancia in favore di Asia, perché, anche se all’età di Alessia forse non aveva vinto gli stessi trofei, continuare a performare come fa lei a 35 anni non è da tutti! Asia e Alessia sono le due palleggiatrici top in assoluto, non credo ce ne siano altre oggi forti come loro. Detto questo, lo ripeto – sorride di nuovo – io da italiana continuo a preferire Orro. Anche per un discorso molto semplice: lei da molto giovane ha saputo gestire bene tutte le competizioni vinte in questi anni dalla Nazionale. E questo è un fatto rilevante”.
“Cosa penso del suo passaggio in Turchia? Penso che Alessia farà una esperienza straordinaria e di grande crescita. A mio avviso avremo una giocatrice che svilupperà un potenziale, in termini proprio di esperienza, ancora più grande. Io sono sempre felice quando vedo ragazzi giovani che si mettono in gioco. Lei, come tutte le nostre azzurre, è un punto di riferimento e in un momento storico in cui i giovani hanno bisogno di punti di riferimento. Ben vengano le Orro, così come i Sinner e tutti i nostri campioni che si mettono in gioco e magari perdono, o vincono, ma danno comunque un grande esempio”.

TIRANDO LE SOMME…
…non ci sono somme da tirare. Sapevamo sin dall’inizio che la nostra domanda non avrebbe trovato una risposta precisa e un giudizio unanime, ma l’intento era quello di portare all’attenzione di chi legge delle chiavi di lettura differenti e competenti che facessero riflettere, incuriosire, generando un dibattito ‘sano’. Poi, la bellezza dello sport ai massimi livelli sta anche nel fatto che chiunque debba e possa essere libero di rimanere affascinato da chi vuole. Si può essere italiani e preferire comunque Alcaraz a Sinner o Wolosz a Orro. Quello che però emerge da questo scambio di opinioni è che nel caso specifico di Alessia, ma lo stesso avremmo potuto farlo per tante altre azzurre, è indubbio che si tratti di una giocatrice di livello assoluto e, considerando l’età, con un margine di crescita ancora enorme.
Se non vi siete annoiati a leggere sin qui, di sicuro non lo farete guardando il video qui in basso con le migliori giocate di Alessia Orro nella VNL 2024. Mancano forse un po’ di difese, muri ed ace, ma quanto ad alzate è comunque un gran bel vedere…!
Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)