Velasco a Bari: “Io non sogno mai le vittorie, io lavoro senza ossessioni” (VIDEO)

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Si è tenuto al Politecnico di Bari l’incontro sul tema “Insieme è un’altra partita”, un pomeriggio per omaggiare i grandi dello sport pugliesi e non. Alla presenza del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, del Direttore Generale dell’Asset Elio Sannicandro e del Magnifico Rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino la parola è passata agli ospiti d’eccezione del pomeriggio barese: il Presidente della Federazione Italiana Pallavolo Giuseppe Manfredi, il tecnico campione olimpico con la nazionale femminile Julio Velasco e il tecnico campione del mondo con la nazionale maschile Ferdinando De Giorgi che hanno raccontato i recenti successi della pallavolo italiana nel mondo. Al termine dell’incontro il Presidente Emiliano ha consegnato a Manfredi, Velasco e De Giorgi il premio “Radici di Puglia”.

Julio Velasco “Essendo uno sport di rimbalzo, i giocatori dipendono l’uno dall’altro, insieme allo staff e a tutta la Federazione. E’ un gioco di squadra globale quello della Pallavolo e i trionfi conquistati al maschile e al femminile partono da questo lavoro”.

Come sempre è successo nella maschile, dobbiamo pensare che abbiamo perso, dobbiamo fare questo perché se stiamo a goderci il trionfo dopo che è successo, lo sport si ricomincia da zero, non abbiamo un vantaggio perché abbiamo vinto, anzi. Tutti vorranno batterci, tutti faranno di tutto, ci copieranno delle cose, quindi noi dobbiamo crescere, migliorare individualmente e come squadra per cercare di vincere ancora. L’errore molte volte che si fa è pretendere che le donne siano come gli uomini. Siamo noi uomini che dobbiamo capire come sono le donne e cercare di gestirle tenendo conto di queste caratteristiche, senza dare importanza alle piccole cose, perché a volte piccole discussioni, si pensa che siano un problema grave, ma non lo sono”.

L’educazione parte in genere da casa, per il gioco di squadra, quello di cui ho parlato oggi è da una parte un sistema e dall’altra parte un metodo che lo sport lo fa in modo quasi inconsapevole. Quindi il giocare di squadra ha determinate caratteristiche che non è necessariamente che il gruppo sia unito, se il gruppo è unito è meglio, ma se il gruppo non è unito ci può essere una buona squadra lo stesso. Ma il livello alto della pallavolo italiana arriva da quando sono giovani, viene dall’organizzazione federale, viene dal lavoro che si fa con la prima squadra, però il lavoro giovanile si è fatto anche quando si perdeva con i grandi, questo va detto. Bisogna giocare meglio degli altri e fare meno discorsi generali, secondo me”.

Le vittorie come un Mondiale o un’Olimpiade danno un grande impulso a sport come il nostro, che non è il calcio, che ha bisogno sempre di crescere, però anche nasconde pericoli, perché quando si vince una cosa così importante, tutti dicono che siamo belli, intelligenti, fantastici, e il pericolo è crederci troppo in questo. Siamo stati bravi in quel torneo, adesso il prossimo è un altro, si ricomincia da zero e tutto quello che abbiamo fatto serve da una parte, però dall’altra può essere un tallone d’Achille. Io non sogno mai le vittorie, io lavoro, cerco di fare il meglio, sono anche un po’ stanco di rispondere sempre a questa domanda, io non avevo l’ossessione delle Olimpiadi, gli altri l’avevano, io no”.

Ferdinando De Giorgi“Chi fa sport, soprattutto sport di squadra, può avere veramente dei grandi vantaggi perché lo sport di squadra aiuta a crescere e aiuta soprattutto a relazionarsi nel modo corretto verso gli obiettivi che si vogliono realizzare”.

Poi è chiaro che anche il fatto di avere delle motivazioni forti per questi ragazzi, generazioni che vogliono avere degli obiettivi, devono capire anche che c’è una parte di fatica, di sacrificio che va fatta, una parte di motivazioni forti per uscire, perché lo sport lo insegna molto, cioè il passaggio dalla fatica per raggiungere un obiettivo è importante. Non bisogna demoralizzarsi e lo sport insegna anche questo perché se vince, si perde continuamente, e quindi si riparte”.

Oggi portiamo le nostre esperienze in modo da poter dare agli studenti, anche se vanno male a un esame, se sono convinti della cosa che stanno facendo, è solo un segnale che si devono preparare un pochino meglio, probabilmente non è che non sono capaci, c’è qualcosa che devono fare meglio.
Bisogna mantenere sempre l’equilibrio bisogna vivere le cose nel modo corretto impegnarsi tanto dare il massimo quello che noi cerchiamo di fare nel nostro mondo è quello di dire cerchiamo di essere noi stessi diamo il massimo poi se c’è qualcuno più bravo di noi ci complimentiamo e ritorniamo in palestra a lavorare ancora con più voglia di migliorarci in questo senso anche la cultura della vittoria e della sconfitta, di come accettare e di come reagire a delle situazioni sia positive che negative, è importante”.

Giuseppe Manfredi: “Credo che la Federazione Pallavolo sia un esempio virtuoso di come si fa squadra. Significa avere alle spalle un gruppo, significa avere alle spalle qualcosa di importante. Noi abbiamo un sistema che negli anni ci ha portato ad arrivare a dire che questi risultati sono solo esclusivamente frutto di un lavoro di tutti i nostri componenti, i nostri comitati, le nostre società, le società di vertice, sicuramente le società di base, ma soprattutto anche tutto l’entourage che lavora intorno alle squadre nazionali. Quando dico che è un sistema virtuoso, le squadre nazionali con i loro risultati non fanno altro che riportare sul territorio tutto quanto che noi vediamo che si realizza”.

Per la Puglia, come per tutte le altre regioni italiane, Sicuramente l’Oro Olimpico della femminile ha portato un interesse incredibile. Dicevo l’altro giorno, abbiamo vinto Europei, abbiamo vinto Mondiali, però la medaglia olimpica ha un sapore diverso. Non avevamo l’idea di doverla vincere per forza, sapevamo di avere però delle squadre competitive. Le ragazze sono state bravissime, peccato i ragazzi potevano fare qualcosina in più, però si tratta di un gruppo giovanissimo”.

La ricaduta sul territorio non è notevole, è notevolissima perché stiamo vedendo che all’interno delle varie regioni cominciano a sorgere anche delle problematiche di accesso di bambini all’attività sportiva. Abbiamo notato che in alcune situazioni sono addirittura le liste di attesa per poter entrare in palestra. Questa è una cosa che non va bene. Per cui noi già veniamo fuori dall’anno scorso, dall’anno europeo, di nove città italiane in cui abbiamo sfondato il muro dei nostri tesserati quest’anno, oggi la richiesta è ancora maggiore”.

Speriamo di poter fare fronte a questa richiesta con un’offerta abbastanza importante, perché poi questo significa comunque una ricaduta positiva sulle società. Più bambini ci sono, più attività si fa e le società sono più tranquille per i loro programmi, per i loro progetti. Quindi c’è un circolo virtuoso, tutto concorre a portare avanti i nostri obiettivi che sono quelli di avvicinare quante più gente alla pallavolo.
Intanto a Los Angeles 2028 ci dobbiamo qualificare ancora, sia con le ragazze che con i ragazzi, quindi fino al 2028 c’è tempo. L’anno prossimo abbiamo il mondiale, poi avremo gli europei, poi avremo ancora l’altro mondiale, quindi pensiamo un pezzo per volta. Sappiamo di avere due squadre competitive, giovani, molto importanti. Ce le giocheremo”.

foto Fipav Puglia

(fonte: Comunicato stampa)

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Paolo Falabella affiancherà Morato come vice-allenatore a Cisterna

Superlega Maschile

Il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley sarà coach Paolo Falabella, che andrà ad affiancare il nuovo head coach Daniele Morato alla guida della squadra per la stagione 2025/2026. Nonostante la giovane età, Falabella porta con sé una consolidata esperienza internazionale: nell’ultima annata in Svizzera, alla guida del Volley Amriswil, ha conquistato la Coppa di Svizzera, la Swiss League e la Supercoppa, centrando inoltre un prestigioso piazzamento per il club elvetico in Coppa CEV. Nel 2023 ha inoltre fatto parte dello staff tecnico della nazionale del Marocco.

Nato a Lagonegro nel 1986, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Scienza e Tecnica dello Sport, Paolo Falabella è anche docente nazionale Fipav. Dopo aver guidato da primo allenatore realtà importanti della Serie A come Lagonegro, Aversa e Bari, e aver ricoperto il ruolo di vice allenatore a Siena nella stagione 2021/2022, culminata con la promozione in Superlega, Falabella è ora pronto a mettere il suo bagaglio tecnico e umano al servizio del Cisterna Volley.

"Sono davvero felicissimo di poter iniziare questa esperienza a Cisterna – le prime parole di coach Falabella –. Per me sarà il primo anno in Superlega: ci sono andato vicino più volte, ma per una serie di circostanze non ero mai riuscito ad approdarvi. Per questo motivo oggi sono ancora più contento di poterlo fare, e in particolare di farlo proprio con Cisterna Volley".

Falabella guarda con entusiasmo al gruppo che affronterà la prossima stagione: "Dal punto di vista tecnico, siamo una squadra molto giovane, così come giovane è lo staff. Questo è un aspetto che considero estremamente stimolante: ci sarà da lavorare tanto, trascorreremo molte ore in palestra. Mi aspetto una stagione impegnativa, fatta di lavoro intenso e risultati da conquistare con fatica, ma anche con grande entusiasmo".

L’esperienza in Svizzera ha lasciato un’impronta profonda nel metodo di lavoro del tecnico lucano: "Dalla Svizzera porto con me un’impostazione organizzativa davvero impressionante. Quando si dice che gli svizzeri sono precisi, non è solo un modo di dire: lo sono davvero. È qualcosa che mi ha colpito profondamente e che spero di poter applicare anche nella mia vita professionale, in termini di metodo e attenzione ai dettagli".

Racconta, infine, il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley: "Ovviamente amo molto il lavoro in palestra, come tutti gli allenatori. Tuttavia, la parte che sento più mia, quella che mi dà maggiore soddisfazione e nella quale mi sento più preparato, è quella di studio e analisi. Mi appassiona tantissimo tutto ciò che si svolge al di fuori delle ore di allenamento: il lavoro d’ufficio, la preparazione, il confronto sull’organizzazione delle sedute, l’analisi degli avversari. È probabilmente l’aspetto che preferisco del mio mestiere: studiare i modelli di prestazione, capire cosa serve davvero per raggiungere un obiettivo, ragionare su come ottimizzare ogni dettaglio. Non essendo un ex giocatore, non ho quella naturale inclinazione verso la dimensione più fisica del lavoro quotidiano in campo, quindi, ho sviluppato una particolare attenzione verso la parte metodologica e analitica, che trovo stimolante e utile per il lavoro complessivo dello staff".