Merritt Beason Nebraska

Merritt Beason, stella di Nebraska: “Bello essere parte di un’evoluzione del ruolo di opposta”

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Pur non avendo le prerogative di avanguardia dal punto di vista tecnico-tattico, il campionato NCAA femminile fornisce sempre dei buoni motivi per essere seguito. Un po’ perché è il primo banco di prova per le giocatrici del Team USA del futuro, e la loro evoluzione attira molto interesse; un po’ per la grande tradizione all’interno di ogni ateneo, con i suoi miti e le sue peculiarità; un po’ perché sì, la pallavolo non sarà al livello di quella dei campionati professionistici, ma di sicuro è intensa ed emozionante. Senza contare che l’atmosfera dentro e fuori dal campo è unica.

Perciò, abbiamo deciso di portarvi alla scoperta di una delle grandi protagoniste della fall season 2023: l’opposta Merritt Beason, che con le Nebraska Huskers si è guadagnata la luce dei riflettori grazie a prestazioni da urlo, riconoscimenti degni di nota (All-America First Team, Region Player of the Year, All-Region Team, All-Big Ten First Team) e numeri da leader.

Merritt Beason Nebraska
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Merritt, per cominciare raccontaci qualcosa di te e di come ti sei appassionata alla pallavolo.

Mi chiamo Merritt Beason e sono originaria di una piccola città dell’Alabama chiamata Gardendale. Nel sud degli Stati Uniti il football è lo sport più popolare e tutto ruota intorno ad esso. Così, arrivata in prima media, dopo aver smesso di praticare ginnastica artistica perché ero diventata troppo alta, mi sono ritrovata a scegliere quale percorso sportivo intraprendere. Ero indecisa se diventare una cheerleader o fare qualcos’altro. Nel frattempo, ero venuta a sapere che un’amica di famiglia della mia età giocava a pallavolo e aveva preso parte a qualche piccolo torneo. Ne abbiamo parlato con lei e alla fine ho deciso di iscrivermi a un campionato per ragazzine. È così che è iniziato il mio percorso pallavolistico“.

Dagli inizi in Alabama al college. Come mai dopo due solide stagioni con le Florida Gators hai deciso di trasferirti in Nebraska? Quali erano le altre opzioni?

Quando ero nel cosiddetto ‘transfer portal’, le mie prime tre opzioni erano Nebraska, Wisconsin e Auburn. Ovviamente Nebraska e Wisconsin offrivano cose diverse rispetto ad Auburn, ma erano anche più distanti da casa. Trovavo interessanti tutti e tre le possibilità e penso che sarei stata felice allo stesso modo se fossi finita altrove; alla fine, però, ho scelto la University of Nebraska perché non appena sono entrata nel campus mi sono sentita a casa. Poi Lincoln mi ricorda molto Birmingham, che è la città principale più vicina a Gardendale: anche questa somiglianza mi ha fatto sentire come a casa.

Inoltre, in precedenza ero stata in nazionale con Lexi (Rodriguez, n.d.r.) e Bekka (Allick, n.d.r.) e avevo avuto l’occasione di vedere come giocavano, come facevano squadra e quanto erano motivate; in questo modo mi ero fatta un’idea più precisa di come fosse il programma. Siccome era una decisione importante, poi ho avuto un colloquio con coach Cook e il suo staff. Quando hanno espresso chiaramente che si sarebbero presi cura di me più come persona che come atleta, ho capito che Nebraska sarebbe stata la scelta migliore“.

Dopo aver vinto la Big Ten Conference, Nebraska si è dovuta arrendere nella finale del campionato NCAA contro le Texas Longhorns. Ci racconti com’è andata la fall season 2023?

Senza dubbio la stagione 2023 è stata speciale e credo che a renderla tale sia stata soprattutto la forza del gruppo. Quando 14 ragazze formano una squadra, può succedere di imbattersi in diverse problematiche, ma alla fine ognuna di noi ha sempre voluto il meglio per le persone che aveva accanto: l’altruismo è proprio la caratteristica che ha portato in alto questa squadra. Ovviamente sapevamo di essere forti, ma non avremmo mai immaginato di poter essere così brave. Dunque, per noi all’inizio è stato fondamentale incentivare la chimica del gruppo, lavorare sodo ogni giorno e coltivare il desiderio di spingerci il più lontano possibile. Una volta che la stagione è entrata nel vivo, ci siamo rese conto di essere una buona squadra, e questa cosa ci ha motivato ancora di più, alimentando la nostra curiosità riguardo al percorso che potevamo fare insieme“.

Merritt Beason Nebraska
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In che modo la prima stagione in Nebraska ha contribuito alla tua crescita?

Penso che siano migliorati molti aspetti del mio gioco. Una crescita che non si limita alle abilità ma che riguarda anche la capacità di divertirsi in campo. Mai come in questa stagione in Nebraska sono riuscita a divertirmi giocando a pallavolo, e questo per me è molto significativo. Inoltre, mi hanno aiutato a crescere come persona e come leader“.

Durante l’ultima stagione hai preso parte al “Volleyball Day”, un momento che ha scritto la storia dello sport femminile a livello mondiale: erano ben 92.003 gli spettatori presenti (battuto ogni record) alla vostra partita contro Omaha. Che esperienza è stata?

È stato fantastico! Sono passati più di 5 mesi e ancora faccio fatica a esprimere a parole quello che ho vissuto. Penso che sia stato speciale, quasi surreale, per noi essere protagoniste di un evento così importante per lo sport femminile. Tante ragazzine ci hanno seguito e hanno pensato: ‘Anche noi possiamo farlo; anche noi potremmo essere lì un giorno’. Un evento come il ‘Volleyball Day’ ha dunque un significato più profondo. E credo che lo sport femminile non avrebbe potuto chiedere di meglio“.

Amie Just (giornalista del Lincoln Journal Star) ha detto di te: “È impossibile immaginare questa squadra senza Beason. Lei è il collante che tiene insieme le Huskers”. Cosa pensi di aver dato a Nebraska quest’anno?

Penso di aver disputato una buona stagione, ma so bene di non aver ancora espresso tutto il mio potenziale. Ne ho parlato con l’allenatore proprio in questi giorni. Ci sono diverse cose su cui voglio lavorare e tanti aspetti del mio gioco che posso migliorare. Questa off-season e il prossimo campionato saranno importanti per me, soprattutto per vedere in quali aspetti riuscirò a crescere ulteriormente e dove riuscirò ad apportare piccoli cambiamenti che possono alzare il livello del mio gioco.

Riguardo all’ultima stagione, ho messo a disposizione della squadra il mio bagaglio di conoscenze pallavolistiche e la mia leadership, e come ho detto in precedenza mi sono focalizzata sulle relazioni. Ero consapevole che, se fossi riuscita a creare legami solidi con le compagne e capire fino in fondo coloro che stavano al mio fianco, avrei potuto tirare fuori il meglio dall’intera squadra. Ovviamente questo meccanismo vale anche nei miei confronti. Dunque, nell’ultima stagione ho cercato di capire come lavorano le mie compagne, di cosa hanno bisogno da me in determinate situazioni e come possiamo lavorare insieme. Ho rivolto il mio focus su tutte queste cose“.

Come ti descriveresti come opposta? C’è qualche giocatrice professionista che ammiri o a cui pensi di assomigliare?

Quando era più piccola mio padre era solito accostarmi a Jacqueline Quade, ex schiacciatrice di Illinois. Tuttavia, colei che ammiro di più è Jordan Thompson: per me è sempre un piacere vederla giocare e rappresenta un punto di riferimento importante per chi ricopre il mio ruolo in campo. Penso che sia speciale, soprattutto a livello universitario, per un opposto saper giocare in ogni rotazione con grande versatilità. e che nella pallavolo femminile questo aspetto del gioco si stia evolvendo. Al liceo non giocavo da opposta, quindi ho dovuto trovare un modo per apprezzare questo ruolo e, una volta superata la fase di apprendistato legata al fatto di essere destrorsa, ho imparato ad amarlo. È bello essere parte di questo processo di evoluzione del ruolo di opposto“.

Merritt Beason Nebraska
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Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto da una leggenda del coaching NCAA come John Cook e dal suo staff (formato da Jaylen Reyes, Kelly Hunter e Jordan Larson)?

Sicuramente ho ricevuto un sacco di consigli e insegnamenti nell’ultima stagione, ma in generale penso che i più importanti riguardano come essere una buona compagna di squadra e una grande leader, cosa posso fare nei momenti positivi e in quelli negativi, e quali sono le piccole cose che favoriscono la crescita del team“.

La filosofia di coach Cook può essere riassunta dall’espressione “Dream Big” (sogna in grande). Dunque, ti chiedo: quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Sto ancora cercando di capire bene cosa fare. Ci sono un sacco di sogni e obiettivi diversi che sto cercando di perseguire. Il mio desiderio è di giocare da professionista. Non so ancora per quanto tempo, ma sicuramente è qualcosa a cui aspiro e non vedo l’ora di scoprire quali porte si apriranno per me da questo punto di vista. Successivamente mi piacerebbe fare qualcosa nell’ambito della pallavolo: ho già in mente qualche progetto che può aiutare questo sport a crescere nel sud degli Stati Uniti, in particolare in Alabama“.

Quando un giorno smetterai di giocare e guarderai la tua carriera in retrospettiva, per cosa vorresti essere ricordata?

Non ho dubbi sulla risposta a questa domanda. Non voglio essere ricordata per i premi che ho vinto, per quanto punti ho messo a segno o cose del genere. Per me la priorità è sempre stata quella di mostrare che tipo di persona e compagna di squadra sono. Perciò, spero che il giorno in cui appenderò le ginocchiere al chiodo potrò guardarmi indietro e vedere che effettivamente sono riuscita ad avere un impatto – più o meno grande – sulle mie compagne. È per questo che vorrei essere ricordata. Ritengo che l’aspetto relazionale sia molto più importante dei premi e dei trofei vinti“.

di Alessandro Garotta

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Matteo Antonucci nuovo Direttore Tecnico del Settore Giovanile di Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza

Giovanili

Importante novità per il Settore Giovanile di Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza. La società biancorossa nelle ultime ore ha infatti definito la figura del nuovo Direttore Tecnico del vivaio biancorosso: a supervisionare l’attività nella prossima stagione è stato chiamato Matteo Antonucci.

Nato a Viterbo nel 1988 Matteo Antonucci nonostante la giovane età ha già un curriculum importante come allenatore. Ha fatto parte dello staff delle nazionali giovanili italiane (di cui era direttore tecnico Julio Velasco), vincendo un titolo europeo con la Under 17 nel 2023. È stato fino a poche settimane fa capo allenatore della selezione regionale del Lazio, ha insegnato pallavolo all’università del Foro Italico di Roma e all’Università degli studi della Tuscia di Viterbo, è stato Head Coach e Coordinatore Tecnico presso la Volley Life Viterbo, con cui si è occupato di sviluppare la pallavolo giovanile nel territorio.

Ha affiancato Angiolino Frigoni alla guida della nazionale maschile di pallavolo delle Filippine che il prossimo settembre, per la prima volta, parteciperà ai campionati del mondo.

La scelta di Matteo Antonucci, allenatore di terzo grado Fipav specialista settore giovanile, conferma la volontà di Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza di continuare a puntare fortemente sul settore giovanile che è cresciuto negli ultimi anni sotto ogni punto di vista, portando, tra l’altro anche nell’ultima stagione, nelle varie nazionali giovanili giocatori come Antonio Lorenzo Basso, campione del mondo Under 17, Dimitrije Janicijevic e Giovanni Braghieri nella Under 16.

Quello di Antonucci è un nome parecchio noto nel mondo della pallavolo giovanile italiana: dagli esordi come allenatore nel Tuscania Volley mettendosi alla prova nello sviluppo delle squadre oltre a dirigere progetti scolastici, è stato selezionatore territoriale di Viterbo prima, selezionatore regionale del Lazio poi, e infine assistente allenatore della Nazionale Maschile Under 17 e Under 20, oltre che assistente allenatore della squadra Nazionale Maschile delle Filippine.

È docente federale Fipav oltre che professore di pallavolo presso “Foro Italico” e “Università della Tuscia”.

Matteo Antonucci: “La chiamata di Piacenza è arrivata un po’ a sorpresa. In questi anni ho maturato una lunga esperienza e dopo aver lavorato sul territorio laziale e con gli staff delle nazionali giovanili, nell’ultimo periodo ho accompagnato Angiolino Frigoni nella sua avventura nelle Filippine. Una bella esperienza che mi ha arricchito umanamente oltre ad aver accresciuto le mie esperienze sul campo. La proposta di Piacenza mi ha subito convinto. Sono sicuro che ci siano ottime basi per fare un bel lavoro. È una società dove, fin dai primi contatti, ho trovato risorse, entusiasmo, motivazione e voglia di fare bene. Il primo obiettivo è creare un legame forte con le società che lavorano sul territorio. Sono convinto che le sinergie con chi quotidianamente si misura con la provincia piacentina siano fondamentali per far crescere tutto il movimento. Non trascureremo il rapporto con le istituzioni, con le scuole, come è già stato fatto in questi anni, ma anche con la Fipav locale con la quale vogliamo lavorare ‘a braccetto’. Vogliamo accompagnare i ragazzi in un percorso che consenta loro di mettere in risalto al massimo le proprie potenzialità pallavolistiche. Lavoreremo incessantemente per costruire percorsi dove i giovani atleti possano migliorare. Un occhio sul Presente rivolto alle sfide agonistiche di oggi, ma con lo sguardo rivolto alla costruzione di quei presupposti tecnici e umani che porteranno i ragazzi a costruire la loro carriera pallavolistica. Magari a Piacenza in SuperLega”.

Isabella Cocciolo (Amministratore Delegato Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza): “Guardiamo ora al futuro con grande determinazione, affidando la guida del vivaio a Matteo Antonucci. Oltre ad un importante curriculum che testimonia la sua preparazione, Matteo condivide con noi una visione chiara e ambiziosa per lo sviluppo dei giovani. Insieme abbiamo progettato un percorso pluriennale che abbiamo già pianificato e stiamo sviluppando: torneremo ad avere una piccola foresteria e rafforzeremo il nostro settore giovanile, puntando su qualità tecnica e educativa. Ribadisco il nostro credere profondamente nella formazione dei giovani, non solo come fonte per la prima squadra, ma come investimento nel futuro del nostro sport e della nostra società”.

(fonte: Gas Sales Bluenergy Piacenza)