La preparazione, solitamente, è il momento più intenso della stagione e anche quello più importante perché, oltre a preparare il fisico per il campionato che verrà, è occasione per cementare il gruppo. Soprattutto se è in parte nuovo, come nel caso del Volley Bergamo 1991. E così viene naturale chiedere lumi a Giada Cecchetto, una delle protagoniste della cavalcata rossoblù della scorsa stagione, in cui la formazione orobica ha raggiunto a sorpresa la Final Four di Coppa Italia ed è arrivata settima nella regular season di Serie A1.
È iniziata la sua seconda stagione a Bergamo. Quali sono state le sensazioni alla riconferma e cosa le piace di più del suo club?
“Sinceramente mi sono innamorata dell’atmosfera che si respira a Bergamo, e sono colpita dalla serietà della società, dal clima di lavoro in palestra e dalla magia che si crea durante le partite, in cui siamo un’entità unica con i nostri tifosi; queste sensazioni così forti non le avevo mai provate prima. Inoltre, il progetto ambizioso per questa stagione e l’affetto della città non mi hanno fatto mai dubitare della mia scelta. L’accordo è stato trovato subito e sono onorata di vestire di nuovo la maglia rossoblù“.
Qual è il bilancio delle prime settimane di preparazione?
“Direi positivo. Stiamo lavorando molto bene in palestra su tutti i fondamentali sebbene siamo ancora in attesa delle 5 atlete impegnate con le nazionali. Il ritmo è alto e stiamo cercando di trovare il prima possibile il giusto feeling tra i meccanismi di gioco“.
Come si trova a lavorare con Matteo Solforati? Che tipo di allenatore è?
“Mi trovo molto bene. Ho già lavorato con lui 5 anni fa ad Orvieto, stagione bellissima in cui abbiamo sfiorato la promozione in A1, e ora ci siamo ritrovati a Bergamo. È un allenatore carismatico e attento all’aspetto tattico e tecnico; si è reso da subito disponibile all’ascolto e c’è una grande collaborazione con tutto lo staff“.
Quali sono le ambizioni di Bergamo? È possibile migliorare i buoni risultati della scorsa annata?
“Penso che le ambizioni di Bergamo siano quelle di cercare di ritornare ai vertici della classifica, sebbene sia un processo lungo. Sicuramente ripartiamo dai bei risultati della scorsa stagione con l’obiettivo di fare sempre meglio, nonostante quest’anno ci sia la differenza legata al cambiamento del palazzetto che ci porterà a Treviglio. Spero che questo possa appassionare nuovi tifosi e che Bergamo continui a seguirci per sognare e vivere insieme emozioni forti“.
Avete conservato gran parte dell’ossatura della scorsa stagione. Questo fattore può aiutarvi a raggiungere rapidamente i giusti equilibri?
“Senza dubbio aver condiviso già una stagione per gran parte della squadra rende più rapido l’instaurarsi degli equilibri, delle dinamiche e dei meccanismi in campo. Penso che la decisione di mantenere la struttura della squadra sia la dimostrazione del progetto di continuità da parte della società“.
A suo giudizio, quali sono le squadre favorite per giocarsi la vittoria dello Scudetto? Chi, invece, sarà la grande rivelazione?
“Quest’anno Milano si è rinforzata ulteriormente e sarà sicuramente protagonista insieme all’affermata Conegliano. Per me restano le due favorite per lo Scudetto, mentre tra le posizioni di vertice mi aspetto anche Scandicci e Novara. La rivelazione spero possa essere Bergamo, come un pochino lo siamo state l’anno scorso: ripetersi non è mai facile, ma in fondo l’obiettivo è far sempre meglio“.
Da diversi anni lei è protagonista sui taraflex di Serie A. Ma quali sono i momenti della sua carriera che ricorda più volentieri? E quali hanno contribuito maggiormente alla sua crescita?
“I ricordi più belli sono legati ai momenti in cui ho provato le emozioni più forti: il mio primo anno di A2 da titolare a Piacenza, l’esperienza a Casalmaggiore con la vittoria della Champions League nel 2016, la stagione a Perugia da titolare in A1 e quella appena trascorsa a Bergamo. In generale, ogni annata mi ha insegnato qualcosa e mi ha reso la persona e l’atleta che sono. Dunque, sono grata per il percorso sportivo che ho fatto e che mi sono conquistata da sola giorno dopo giorno con le unghie e con i denti. Forse i migliori insegnamenti li ho appresi dagli anni più duri, poiché mi hanno fatto capire quanto tengo a questo sport“.
Quello del libero è un ruolo particolare. Più istinto o tecnica? Quanto conta l’esperienza?
“Il ruolo del libero è molto psicologico: nonostante si possano toccare pochi palloni in partita, si deve sempre essere precisi e attenti, oltre a comandare la seconda linea e tranquillizzare le compagne prendendosi più responsabilità. L’esperienza sicuramente aiuta a mantenere la lucidità nei momenti difficili e a leggere il gioco ma, sebbene la tecnica sia importante, penso che l’istinto faccia la differenza“.
Come vive la responsabilità di dover sbagliare poco o nulla in ricezione e in difesa?
“È una continua sfida che mi obbliga a mantenere altissima la concentrazione in ogni momento. Non è sempre facile, soprattutto quando si toccano pochi palloni, ma fa parte del nostro ruolo e lo trovo stimolante. Vivo ogni palla come se fosse la più importante del match e questo mi aiuta a rimanere in partita“.
Quali sono i suoi propositi e sogni per il futuro?
“Il mio sogno pallavolistico è quello di vincere qualcosa di importante da protagonista e continuare a vivere emozioni incredibili nel campo da gioco. Al di fuori dello sport, il mio proposito, finita la carriera, è quello di creare una famiglia ed aprire uno studio come nutrizionista, in quanto sono laureata in Biologia e nella magistrale di Nutrizione, e da poche settimane, grazie al superamento dell’Esame di Stato, sono nell’Albo dell’Ordine Nazionale dei Biologi con conseguente abilitazione alla professione. È un sogno/obiettivo che piano piano sto realizzando per il mio futuro“.
di Alessandro Garotta