Modena sbriga la pratica Zalau e vola agli ottavi di finale

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Di Redazione

Missione compiuta per la PerkinElmer Leo Shoes Modena: la seconda partita in due giorni con i rumeni dell’SCM Zalau si chiude con un secco 3-0 e vale la qualificazione agli ottavi di finale di CEV Cup maschile. Dopo il 3-1 di martedì, al PalaPanini erano sufficienti due set per centrare l’obiettivo e i padroni di casa non si sono lasciati sfuggire l’occasione, mandando in campo buona parte dei titolari e dominando la gara. Da sottolineare i 20 punti di Nimir Abdel-Aziz, con 5 ace, ma anche l’ottima prova di Swan Ngapeth (12 punti con il 71% in attacco) e l’esordio in palleggio, dal secondo set in poi, di Nicola Salsi, fermo da inizio stagione per infortunio.

Nel prossimo turno la squadra di Andrea Giani affronterà la vincente tra Tours VB e Amysoft Lycurgus Groningen: l’andata si giocherà questa sera in Francia, il ritorno in Olanda mercoledì 8 dicembre.

La cronaca:
Modena parte con la diagonale Bruno-Abdel Aziz, in banda ci sono Earvin e Swan Ngapeth, al centro Stankovic-Mazzone, il libero è Riccardo Gollini. Zalau inizia il match con Minic opposto in diagonale a Kovalchuk, le bande sono Mihalescu e Balean, al centro ci sono Palacios e Cucireanu, Bruno Bello è il libero.

Il match inizia con punto a punto poi è Nimir Abdel-Aziz a spaccare il parziale, 11-8. Modena arriva al 17-12 con Bruno che trova bene i suoi avanti. La PerkinElmer Leo Shoes chiude il primo parziale 25-13. Nel secondo set i gialli vanno sull’11-3 con Swan Ngapeth e Abdel-Aziz protagonisti. Non si ferma la PerkinElmer Leo Shoes, 20-11. Modena chiude il set 25-14. Nel terzo set Modena arriva all’8-3 e poi chiude 25-15 il parziale.

Nicola Salsi: Sto molto bene, è stata dura stare fuori due mesi, ringrazio i fisio, lo staff medico e tecnico per essermi stati a fianco ed avermi portato qui oggi, prima dei tempi che ci eravamo prefissati. Essere in campo è meraviglioso e giocare con i campioni che abbiamo in squadra è bello, speciale“.

CSS CNE Lapi Dej SCM Zalau-PerkinElmer Leo Shoes Modena 0-3 (13-25, 14-25, 15-25)
CSS CNE Lapi Dej SCM Zalau: Minic 5, Bruno Bello (L), Kovalchuk 1, Balu, Mihalescu 3, Balean 6, Rapeanu 1, Cuciureanu, Palacios Santos 2, Coasa 3, Iliev 2, Margineanu 1. All. Lazar.
PerkinElmer Leo Shoes Modena: Bruno 2, Van Garderen ne, Gollini (L), Stankovic 3, Ngapeth S. 12, Ngapeth E. 10, Sala ne, Abdel-Aziz 20, Salsi, Leal ne, Mazzone 9, Rossini (L), Bellanova ne, Tauletta 1. All. Giani.
Arbitri: Biegajlo (Olanda) e Vasileiadis (Grecia).
Note: Spettatori 712. Zalau: battute vincenti 0, battute sbagliate 10, attacco 35%, ricezione 36%-21%, muri 2, errori 18. Modena: battute vincenti 13, battute sbagliate 13, attacco 66%, ricezione 39%-21%, muri 4, errori 18.

(fonte: Comunicato stampa)

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Falaschi Week, Capitolo 4: Per diventare bravi allenatori non basta essere stati buoni giocatori

Interviste

La nostra Falaschi Week oggi volge al termine. Dopo esserci fatti spiegare da Marco tanti aspetti legati al gioco, virando poi su comunicazione e psicologia all'interno di un gruppo squadra e aver raccontato delle magie del Mago Di Pinto, in questo ultimo capitolo proveremo a capire quali piani avrà per il suo futuro una volta appese le ginocchiere al chiodo. Sperando che questo avvenga il più tardi possibile.

“Io sono molto fissato, anche nella mia vita privata, sulle questioni organizzative, sul fatto che tutte le cose debbano andare in un certo modo. Sono molto pignolo! Quindi non mi dispiacerebbe affatto un ruolo da direttore generale, così come pure da team manager”.

Ma come, eravamo convinti che avresti voluto fare l'allenatore!

“Per fare l’allenatore non basta essere stati dei buoni giocatori. L’esperienza in campo è una cosa, e quella nel mio caso inizia ad essere pure troppa - scherza - ma per fare l’allenatore vero sono convinto sia necessario fare un percorso. Nel senso, non è che uno smette di giocare e inizia subito ad allenare in Serie A”.

Nel caso scegliessi questa strada, da dove partiresti allora?

“Partire dalle giovanili credo sarebbe un percorso molto stimolante perché lì si va veramente a vedere chi ne sa a livello tecnico, perché devi di fatto insegnare a giocare a pallavolo. Da lì più sali di livello e più ti viene richiesto di gestire un gruppo di persone, che è una cosa differente che richiede tutta un’altra serie di abilità. Con i giovani cercherei sicuramente di mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Mago (Vincenzo Di Pinto, ndr)”.

Ragioniamo di fantasia: dopo aver fatto la giusta gavetta nelle giovanili, ti chiamano per fare il secondo in Serie A. Quale allenatore ti piacerebbe affiancare?

“Ho sempre avuto difficoltà a giocare contro la sua squadra - risponde Falaschi dopo una breve pausa e una risata - Mi riferisco a Roberto Piazza. Le sue sono sempre state squadre organizzate, che giocano bene a pallavolo, che non mollano mai niente. Hanno un sistema di gioco veramente fastidioso per chi ci gioca contro. Squadre che hanno sempre avuto un senso in qualsiasi cosa facessero, e questa è una cosa che io apprezzo molto nelle squadre e nei giocatori che provano a fare quel determinato gioco. Hanno sempre tante variazioni, a proposito di battute come raccontavamo nei capitoli precedenti. Contro noi di Padova, ad esempio, quest’anno ricordo una partita in cui ci hanno dato 3-0, ma all’inizio battevano solo forte senza riuscire a staccarci nel punteggio. A quel punto hanno iniziato a cambiare: e la palla corta, e Reggers con la float, stessa cosa con Louati, e alla fine la partita l’hanno vinta con le variazioni. Una squadra che legge lo sviluppo del match ed è capace di cambiare in corsa la sua idea iniziale. Quindi ad oggi ti direi Piazza, sarei proprio curioso di studiarlo da vicino, diciamo così”.

foto Legavolley

Solo Piazza?

“Anche con Fefè De Giorgi, alla Lube prima e poi in Nazionale, si era creato un bel feeling. Parlava molto con me, nonostante fossi il secondo palleggiatore, e questo mi ha fatto molto piacere perché forse significava che aveva visto in me qualche cosina in più oltre il semplice giocatore”. 

Come allenatori stranieri?

Marcelo Mendez. È considerato da molti giocatori come un gran bel allenatore. Sono davvero curioso di vedere cosa farà l’anno prossimo a Trento”.

In percentuale ti vedi un domani più direttore generale o allenatore?

“Al momento siamo 50 e 50, devo ancora capirlo bene”.

Tornando al presente, nuova avventura a Grottazzolina. C’è una soddisfazione che cercherai di toglierti?

“Sì, vincere a Cisterna. Negli ultimi anni non ci sono riuscito e questa cosa qui mi urta parecchio - ride -. È una di quelle trasferte sempre complicate. L’albergo non è vicino ma a Latina, la mattina ti alleni lì col sole che entra dalle finestre e ti acceca, in più Baranowicz è un gran bel palleggiatore, ma ora se n’è andato, sicché… Insomma, per un motivo o per un altro, tranne che con la Lube, ma non giocavo, io a Cisterna non ricordo d’aver mai vinto. Questa soddisfazione me la vorrei proprio togliere, insomma”.

foto Legavolley

Fala, è stata davvero una bellissima chiacchierata la nostra. Grazie davvero. Avrei un’ultima domanda ma non so se farla o meno…

“Sono solo due ore che siamo al telefono, ti stai facendo problemi adesso?”

Sarei curioso di sapere quante persone ti saluteranno ancora dopo aver letto questi articoli.

“Mmmm, ho come l’impressione che la lista si stia accorciando…”.

Intervista di Giuliano Bindoni
(©Riproduzione riservata)

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