Hit Parade: la Coppa Italia non è solo un Lato B

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Di Stefano Benzi

Un’altra settimana di notizie su Volley NEWS: non solo partite, mercato e calendari in aggiornamento ma anche curiosità e aneddoti. E qualche notizia non del tutto positiva. Sulla quale proviamo a sorridere con l’aiuto dei nostri suggerimenti musicali.

1) Coppa Italia, non solo un Lato B

Questo fine settimana torna la Coppa Italia. La Lega maschile è la prima che riesce a completare un programma problematico che in ambito femminile è ancora tutto da definire. Le due semifinali sono Cucine Lube Civitanova-Leo Shoes Modena e Sir Safety Conad Perugia-Itas Trentino, si gioca alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno con diretta televisiva su RaiSport. Qui potete anche partecipare a un sondaggio sulla favorita.

La Coppa Italia è ingiustamente considerata una parente povera del campionato. Una sorta di Lato B. Le nuove generazioni, abituate a streaming e download nemmeno sanno cosa sia il Lato B, o magari lo interpretano in modo completamente diverso. Quando ancora esistevano i vinili (bei tempi), i vecchi 45 giri erano il singolo, il brano estratto da un album che veniva lanciato sul mercato. Il Lato B era una sorta di accompagnamento destinato a completare l’offerta senza oscurare la canzone principale. Eppure ci sono stati molte canzoni da Lato B che hanno nettamente superato il singolo.

“Good Riddance (Time of your Life)” dei Green Day polverizzò “Brain Stew” che nemmeno entra nei loro concerti mentre “Good Riddance” quasi sempre chiude la scaletta. “Born Slippy” degli Underworld spopolò dopo il successo del film “Trainspotting” ma il suo lato B, la versione ‘trance-dance’ diventò molto più popolare dell’originale. La canzone B Side per eccellenza però è “We Will Rock You”. I Queen, indecisi su quale singolo fare uscire per primo dall’album “News Of The World”, pubblicarono “We are the Champions” con “We Will Rock You” sul Lato B. La cosa ovviamente mandò in bestia i discografici, quando si resero conto che le radio trasmettevano molto di più quella che doveva essere solo una seconda scelta.

La tappa ungherese di The Magic Tour fu al Nepstadion di Budapest, uno dei concerti più di sempre dei Queen. Fu la canzone che aprì i bis del concerto…

https://www.youtube.com/watch?v=E8_ig4SPAak

Anni prima i Queen cantavano “We Will Rock” due volte, all’inizio e alla fine del concerto. Nel tour “Killers Live” questa era l’esecuzione del primo passaggio. Era il 1979, questo il video del concerto al Budokan di Tokyo

2) Tornare ragazzi… per forza

Fa discutere il caso di Irina Sazonova, grande promessa del volley russo che da sempre gioca nel Lipetsk. Quando lo scorso anno sulla giocatrice sono cominciate ad arrivare le prime richieste dall’estero, soprattutto da Turchia e Polonia, il club le propose il rinnovo. Ma la questione è poco chiara. La giocatrice dice che il contratto biennale era un “uno+uno” ovvero rinnovo ma con la consensualità tra club e atleta. Secondo quando sostiene la giocatrice, che ha presentato una istanza alla FIVB per la risoluzione del contratto, il club l’avrebbe ingannata chiedendole di rispettare un biennale e di cambiare il suo agente. Poi l’ha spedita ad allenarsi con le giovanili escludendola dalla prima squadra.

Indipendentemente da questo caso specifico, l’idea di tornare ragazzi non è spiacevole. Spesso ai giocatori di volley viene chiesto di crescere in fretta, di rinunciare alla loro identità. Poi quando cominciano a diventare veterani, si chiede loro di restare in forma, lucidi, di gareggiare in efficienza con ragazzi con 15-20 anni di meno. Il che ci porta a una splendida canzone dei Three Days Grace dal titolo “Good Life”: “Tutto ciò di cui ho bisogno è una vita tranquilla, troppe persone mi calpestano, tutto quello che conta è divertirsi. Ho bisogno di un cambiamento e ne ho bisogno in fretta perché ogni giorno potrebbe essere l’ultimo…”

Una bella versione live dei Three Days Grace

Ma c’è un’altra canzone sull’argomento che merita di essere riproposta. Un classico. Di fronte ai tempi che cambiano e che richiedono maturità, responsabilità e scelte, c’è anche chi decide di non crescere e di fermarsi esattamente ai 17 anni. É “I Don’t Wanna Grow Up” dei Ramones: “Non voglio restare inchiodato nella mia vecchia città, non voglio restare senza soldi, non voglio dovermi indebitare tutta la vita né lavorare con le dita fino all’osso, non voglio restare in equilibrio su una scopa, innamorarmi, sposarmi e poi boom… Non voglio diventare grande”.

Il video originale dei Ramones, illustrato come un fumetto. Era il 1985

3) Frustrare quelli che ti fanno credere…

A proposito di incomprensioni di mercato. Purtroppo c’era da aspettarselo. Il Funvic Taubaté, progetto nato con ambizioni grandiose (pure troppo), sembra essere di nuovo senza soldi. Il club era stato costruito quest’anno seguendo le ambizioni politiche del sindaco della cittadina che aveva promesso una copertura economica totale a fronte dell’arrivo di giocatori importanti. Dall’Italia è arrivato nientemeno che Bruno, anche i contratti di Lucas Saatkamp e Douglas Souza sono molto onerosi.

Ma a quanto pare la disponibilità dei sostenitori esterni paventata a luglio è svanita. Lo sponsor (Funvic, una fondazione universitaria privata) non vuole essere tirato in mezzo a una gestione che non gli compete e il club è in rivolta. Si parla di alcuni stipendi non versati e di giocatori messi sul mercato a loro stessa insaputa. Tra i quali anche Bruno, molto preoccupato, perché un ingaggio come il suo in Brasile non lo paga nessuno e perché vuole puntare alle Olimpiadi.

Certe situazioni purtroppo sono molto frequenti. Le abbiamo vissute anche nel nostro paese. Quando lo sport viene visto e vissuto come un amplificatore sociale, usato per ottenere consenso popolare e politico, c’è solo da preoccuparsi. In questo senso è perfetta la canzone “Whip it” , ‘frustalo’, della geniale formazione americana dei D.E.V.O. Band post punk dai contenuti sempre sovversivi e molto contraddittori, i D.E.V.O. sono uno dei gruppi più geniali nella storia del rock. Ce l’avevano a morte con gli statunitensi che (negli anni ’80) pendevano dalle labbra di venditori televisivi e predicatori.

La canzone parla dei “creduloni“, di quelli che bevono qualsiasi lezione di ottimismo venga loro impartita. Perché alla fine non sono molto meglio di chi gliel’ha data a bere. “Quando arriva un problema devi frustarlo, se qualcosa va storto, frustalo, dai forma, vai dritto, vai avanti, vai oltre e correggi. Non è troppo tardi per usare la frusta…“.

Il video originale della canzone:

E per finire, come sempre, la nostra playlist aggiornata su Spotify:

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Carlo Parisi Volley Bergamo 1991

Bergamo conferma lo staff di coach Parisi per ricominciare da dove è arrivata

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Bergamo blinda anche il suo staff tecnico. Dopo quella di Carlo Parisi, arriva la conferma anche dei suoi più stretti collaboratori: il vice, Marcello Cervellin, il preparatore atletico Luca Rossini e lo scoutman Alessandro Bianciardi. E, con loro, anche per lo staff medico si proseguirà il percorso nel segno della continuità con i medici Alberto Baldi e Maurizio Gelfi, la nutrizionista Marta Gamba e i fisioterapisti Matteo Gandolfi e Matteo Bonfanti. E come Team Manager ci sarà ancora Ludovico Carminati.

Così, mentre Rossini condivide l’avventura in Nazionale con Parisi e lo Staff di Velasco, Cervellin lavora in palestra per tenere in allenamento Linda Manfredini, rimasta a Bergamo per terminare l’anno scolastico.

Ed è proprio il secondo allenatore rossoblù a tirare le somme di un’annata speciale, provando a spiegarne i segreti: “Si è creato subito un buon rapporto tra i componenti dello staff, la squadra e la società. Poi abbiamo avuto l’abilità di sfruttare un inizio di campionato senza big in molte delle squadre avversarie che ci ha permesso di andare in fiducia per il resto della stagione. Forse avremmo potuto fare un po’ meglio nella parte finale dell'anno, anche se bisogna riconoscere che ci sono stati degli scontri con squadre di caratura superiore. A Bergamo ho trovato un ambiente dinamico in un campionato in cui è andato tutto bene, un contesto che ha dimostrato cultura sportiva anche nei piccoli momenti di difficoltà. Perché quando le cose vanno bene è tutto più semplice, ma nei momenti in cui i risultati non venivano, la società ci ha messo in condizione di tranquillità e organizzazione per fare il meglio possibile”.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare in modo diverso?

“Avrei voluto fare qualche risultato in più alla fine della stagione che ci avrebbe permesso di fare una partita di più in casa nella fase dei Play Off e di avere qualche possibilità in più per allungare il nostro percorso. Ma non si può chiedere tanto di più a questa stagione”.

E ora?

“Ora dobbiamo lavorare per ricreare situazioni simili di fiducia della squadra e di fiducia reciproca da parte di tutti noi e poi limare ogni piccolo particolare in cui tutti possiamo migliorare. E’ utopico pensare che si possano ricreare le stesse situazioni dello scorso anno, in cui siamo stati bravi ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Quella fortuna che forse non avremo, potremo aggiustarla migliorando ogni dettaglio con l’obiettivo di confermare ciò che abbiamo fatto, che sarebbe un grandissimo risultato. Se poi venisse anche qualcosa in più…”.