Riforma, Gabbiano Top Team Volley Mantova: “Ok, ma serve equilibrio”
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Foto Ufficio Stampa Gabbiano Top Team Volley Mantova
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Di Redazione
Anche le squadre mantovane di B di volley, maschili e femminili, tornano sul tema dell’abolizione del vincolo sportivo per giovani e dilettanti proposto con la riforma dello sport annunciata dal ministro Spadafora […].
Al tema del risarcimento per la crescita dell’atleta è sensibile Paolo Fattori, presidente del Gabbiano Top Team Volley Mantova (campionato di serie B maschile): “Aspettiamo notizie ufficiali da parte della FIPAV, ma mi pare una decisione tesa a dare qualche garanzie in più agli atleti dilettanti (e a quell’età non possono che essere così, ndr), a discapito dei club, decisamente penalizzati. Formano gli atleti e poi una volta maggiorenni rischiano di perderli. Credo che un provvedimento di questo tipo sia stato studiato per dirimere il numero sempre più crescente di questioni legali di tipo applicate allo sport. Che potrebbero essere evitate con un po’ di buon senso ed equilibrio”.
Col suo braccio mancino Gamba è stato il terrore di tutti i Taraflex della scorsa A2, finendo la stagione in testa a più classifiche di rendimento individuali
La nostra Falaschi Week oggi volge al termine. Dopo esserci fatti spiegare da Marco tanti aspetti legati al gioco, virando poi su comunicazione e psicologia all'interno di un gruppo squadra e aver raccontato delle magie del Mago Di Pinto, in questo ultimo capitolo proveremo a capire quali piani avrà per il suo futuro una volta appese le ginocchiere al chiodo. Sperando che questo avvenga il più tardi possibile.
“Io sono molto fissato, anche nella mia vita privata, sulle questioni organizzative, sul fatto che tutte le cose debbano andare in un certo modo. Sono molto pignolo! Quindi non mi dispiacerebbe affatto un ruolo da direttore generale, così come pure da team manager”.
Ma come, eravamo convinti che avresti voluto fare l'allenatore!
“Per fare l’allenatore non basta essere stati dei buoni giocatori. L’esperienza in campo è una cosa, e quella nel mio caso inizia ad essere pure troppa - scherza - ma per fare l’allenatore vero sono convinto sia necessario fare un percorso. Nel senso, non è che uno smette di giocare e inizia subito ad allenare in Serie A”.
Nel caso scegliessi questa strada, da dove partiresti allora?
“Partire dalle giovanili credo sarebbe un percorso molto stimolante perché lì si va veramente a vedere chi ne sa a livello tecnico, perché devi di fatto insegnare a giocare a pallavolo. Da lì più sali di livello e più ti viene richiesto di gestire un gruppo di persone, che è una cosa differente che richiede tutta un’altra serie di abilità. Con i giovani cercherei sicuramente di mettere in pratica tutti gli insegnamenti del Mago (Vincenzo Di Pinto, ndr)”.
Ragioniamo di fantasia: dopo aver fatto la giusta gavetta nelle giovanili, ti chiamano per fare il secondo in Serie A. Quale allenatore ti piacerebbe affiancare?
“Ho sempre avuto difficoltà a giocare contro la sua squadra - risponde Falaschi dopo una breve pausa e una risata - Mi riferisco a Roberto Piazza. Le sue sono sempre state squadre organizzate, che giocano bene a pallavolo, che non mollano mai niente. Hanno un sistema di gioco veramente fastidioso per chi ci gioca contro. Squadre che hanno sempre avuto un senso in qualsiasi cosa facessero, e questa è una cosa che io apprezzo molto nelle squadre e nei giocatori che provano a fare quel determinato gioco. Hanno sempre tante variazioni, a proposito di battute come raccontavamo nei capitoli precedenti. Contro noi di Padova, ad esempio, quest’anno ricordo una partita in cui ci hanno dato 3-0, ma all’inizio battevano solo forte senza riuscire a staccarci nel punteggio. A quel punto hanno iniziato a cambiare: e la palla corta, e Reggers con la float, stessa cosa con Louati, e alla fine la partita l’hanno vinta con le variazioni. Una squadra che legge lo sviluppo del match ed è capace di cambiare in corsa la sua idea iniziale. Quindi ad oggi ti direi Piazza, sarei proprio curioso di studiarlo da vicino, diciamo così”.
foto Legavolley
Solo Piazza?
“Anche con Fefè De Giorgi, alla Lube prima e poi in Nazionale, si era creato un bel feeling. Parlava molto con me, nonostante fossi il secondo palleggiatore, e questo mi ha fatto molto piacere perché forse significava che aveva visto in me qualche cosina in più oltre il semplice giocatore”.
Come allenatori stranieri?
“Marcelo Mendez. È considerato da molti giocatori come un gran bel allenatore. Sono davvero curioso di vedere cosa farà l’anno prossimo a Trento”.
In percentuale ti vedi un domani più direttore generale o allenatore?
“Al momento siamo 50 e 50, devo ancora capirlo bene”.
Tornando al presente, nuova avventura a Grottazzolina. C’è una soddisfazione che cercherai di toglierti?
“Sì, vincere a Cisterna. Negli ultimi anni non ci sono riuscito e questa cosa qui mi urta parecchio - ride -. È una di quelle trasferte sempre complicate. L’albergo non è vicino ma a Latina, la mattina ti alleni lì col sole che entra dalle finestre e ti acceca, in più Baranowicz è un gran bel palleggiatore, ma ora se n’è andato, sicché… Insomma, per un motivo o per un altro, tranne che con la Lube, ma non giocavo, io a Cisterna non ricordo d’aver mai vinto. Questa soddisfazione me la vorrei proprio togliere, insomma”.
foto Legavolley
Fala, è stata davvero una bellissima chiacchierata la nostra. Grazie davvero. Avrei un’ultima domanda ma non so se farla o meno…
“Sono solo due ore che siamo al telefono, ti stai facendo problemi adesso?”
Sarei curioso di sapere quante persone ti saluteranno ancora dopo aver letto questi articoli.
“Mmmm, ho come l’impressione che la lista si stia accorciando…”.