#tonnocallipoHISTORY – la stagione 2005-2006 e quel fenomeno di nome Lasko

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Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia
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Di Redazione

Nel 2005-2006 l’opposto italo-polacco allora 24enne arrivò a Vibo trionfante dal mondo del volley nazionale, fresco vincitore del Campionato Europeo a Roma con l’Italia del CT Montali.

Era il 22 settembre del 2005 e nell’ambiente giallorosso si respirava aria di festa. Il PalaValentia si era trasformato in un vero teatro. Il pubblico, le luci, il sipario, la musica. Al centro della scena tutti i protagonisti di quella che sarebbe stata la seconda stagione consecutiva della Tonno Callipo in Serie A1. Uno ad uno sul palco per presentarsi al numeroso pubblico che gremiva gli spalti e li infiammava d’entusiasmo. Applausi per gli ‘eroi’ riconfermati dall’esaltante annata precedente: primo fra tutti capitan Simone Rosalba insieme a Daniele Sottile, al brasiliano Renato Felizardo e il calabrese Totò Ferraro. Accoglienza calorosa per i nuovi arrivati tra cui lo spagnolo Rafa Pascual e il fuoriclasse Michal Lasko.

Per quest’ultimo da parte del presidente Pippo Callipo un omaggio significativo come qualche scatto fotografico custodito nel nostro archivio ci racconta: una cornice rossa dà risalto ad una pagina di storia sportiva riportata da ‘La Gazzetta dello Sport’ dal titolo altisonante “Italia, il ritorno dei fenomeni”. Un modo per celebrare il talento dell’atleta italo-polacco che quando giunse a Vibo aveva appena vinto, 11 giorno prima, con la maglia azzurra il campionato Europeo. Allora 24enne, il forte attaccante fece infatti parte dell’Italia del CT Montali che a Roma, davanti a 14mila spettatori, superò in rimonta la Russia per 3-2, con anche due punti siglati dallo stesso Lasko, conquistando così il 6° titolo europeo. Con la Nazionale Azzurra l’ex Callipo ha pure conquistato il terzo posto ai Giochi Olimpici 2012 e il secondo posto ai campionati Europei del 2011.

Lasko era un giocatore della Tonno Callipo! Rimase in giallorosso per una sola ma intensa stagione, quella appunto post-Europeo vinto, 2005-06, in cui realizzò 461 punti in 26 gare e 109 set giocati. Score che lo colloca dietro al marocchino Al Hachdadi (stagione 2018-19) come migliore realizzatore della storia della formazione calabrese. Ma anche vice bomber di quell’annata dietro a Miljkovic della Lube Macerata. L’inizio fu eccezionale per Lasko: infatti dopo le prime cinque gare totalizzò già ben 108 punti. Dunque un ruolo di primissimo piano per l’italo-polacco: in particolare resta impressa nella memoria dei tifosi giallorossi la gara a Perugia con la Rpa Caffè Maxim. Vibo si impose 3-2, dopo aver battuto all’esordio in casa un’altra corazzata come Modena. La Tonno Callipo di coach Ricci, sotto 2-0 nei set, rientra in partita e realizza un’impresa rimontando con un Lasko in gran giornata, firmò infatti ben 25 punti.

Nato a Breslavia (Polonia), 202 cm di altezza, naturalizzato italiano, Lasko è figlio d’arte infatti anche il padre Lech ha giocato nel campionato italiano. Ha esordito in Serie A1, nella stagione 1999-2000, nel Volley Treviso, vincendo in due anni uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ed una Coppa delle Coppe. Dopo Vibo ha militato tra le fila di Cuneo, mentre prima era stato a Verona. Nel 2011/12 si trasferiscì in Polonia nel Klub Sportowy Jastrzębski Węgiel, mentre quattro anni dopo cambiò continente, andando a schiacciare in Cina per il Sichuan Volleyball. Anche un’esperienza nella Superliga russa (2016-2017) fino a marzo. Prima di salutare il volley giocato un’altra avventura in Italia nell’APD Roma.

(Fonte: comunicato stampa)

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Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

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Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.