Foto: Dolomiti Volley

Lorenzo Bernardi: “Mai mi precluderò nulla in futuro, in Italia o all’estero”

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Di Redazione

Mister secolo si sta preparando per un mondo che, dopo il Coronavirus, non sarà più lo stesso.

Lorenzo Bernardi è stato intervistato dal Trentino, in quarantena nella sua casa di Silea, racconta le sue giornate, torna sull’affare Perugia, parla di questo e del prossimo campionato di Superlega e del suo futuro: ” Sto cercando di prepararmi per quando ci sarà una ripresa, vedendo la situazione non tanto per com’è attualmente ma per come potrebbe essere in futuro, a 360°, pronto ad affrontare i grandi cambiamenti che ci saranno, non solo come allenatore di pallavolo. Mi riferisco al modo di vivere il quotidiano che inevitabilmente cambierà. Non sto studiando per diventare ingegnere nucleare, ma questo virus non lo conosciamo, bisogna un po’ navigare a vista. Del resto è un po’ nella mia indole, come quando p paravo le partite: non c’è solo una variabile, se ricevo bene vinco, se ricevo male perdo. È troppo poco, c’è di più.

Ha fatto bene la Federvolley ad annullare definitivamente la stagione, o avevano ragione le Leghe, che avrebbero voluto ancora giocare per assegnare gli scudetti? È difficile dire chi ha torto e chi ha ragione. Sarebbe bellissimo che il mondo dello sport riuscisse a dare un segnale di forza e di coraggio, di caparbietà, di valori, affrontando questa situazione catastrofica con la mentalità e la cultura che gli è propria. Nello stesso momento, la medaglia ha un’altra faccia, la realtà dei fatti: non siamo a conoscenza di nulla, oggi i governi studiano una fase 3 con una nuova ondata. Se la medicina più efficace per il momento è fermarsi, è una riflessione che bisogna fare. Non è una decisione che ha preso solo l’Italia, è stata presa in tutto il mondo, si è fermato il Nba, si è fermato il calcio e – nonostante stia facendo pressioni spaventose per poter ripartire, con diritti televisivi per un miliardo e 200 milioni – non sappiamo ancora se ripartirà. In più, e parlo da ex giocatore e allenatore, è stata fatta una valutazione sbagliata: i giocatori che sono fermi da due mesi non possono giocare ogni tre giorni, devono avere il tempo per prepararsi. Giocando a porte chiuse, poi, lo sport perde la sua essenza fondamentale. Hanno ragione tutte e due le parti, ma è prevalsa la volontà di preservare la salute.

Lei è fermo da un anno: non ha trovato l’offerta giusta o la vertenza con Perugia le impedisce di accettarla? Io sono stato licenziato, non può anche essermi impedito di lavorare. Ciò che è accaduto con Perugia mi ha toccato molto, quindi ho deciso di prendermi una lunga pausa prima di affrontare nuove sfide. Quando lo faccio, do tutto me stesso, per rendere quella sfida vincente. Poi è subentrato il problema del Coronavirus. Ho avuto dei contatti nel corso della stagione, ma il mondo della pallavolo è relativamente piccolo, non è il calcio nel quale Ancelotti oggi lascia il Napoli e domani allena in Inghilterra.

Al di là dell’aspetto giudiziario, si era rotto qualcosa con il presidente Sirci? L’ingaggio milionario di Leon ha alzato troppo le aspettative? Questo non lo so, non è di mia competenza. Io ho solo la consapevolezza di quello che, assieme al gruppo straordinario di giocatori che mi erano stati messia disposizione, è stato fatto: in due anni e mezzo siamo andati in finale di Champions League eliminando la squadra che ha vinto il campionato italiano e la Coppa Italia; l’anno dopo abbiamo vinto Supercoppa, Coppa Italia, regular season e scudetto, l’anno dopo abbiamo vinto di nuovo la Coppa Italia e la regular season e abbiamo perso lo scudetto a gara 5 3-2 in casa. Penso che i risultati parlino chiaro, se qualcuno per altre motivazioni voleva interrompere questo rapporto, c’è un contratto da rispettare.

La prossima panchina in Italia o all’estero? Io non mi sono mai precluso niente, mi sono messo in gioco prima in Polonia e poi in Turchia, e mai mi precluderò nulla in futuro. C’è una globalizzazione totale, speriamo che dopo il Coronavirus ci sia ancora.

A Trento, da allenatore, tornerebbe? È una domanda che mi hanno fatto spessissimo, per Trento e per la Nazionale. Sia Trento che l’Italia hanno due allenatori top che sono anche due amici, lungi da me avanzare candidature. Se mi chiede se nei miei desideri futuri ci siano Trento e la Nazionale, è chiaro che sono due panchine per me molto importanti, perché Trento è la mia città natale e ci ho giocato due anni, perché la Nazionale è il sogno di qualsiasi allenatore.

Tornando alla stagione interrotta, Lube pigliatutto o avremmo assistito a qualche sorpresa? Io penso che Perugia fosse più forte, la Lube è stata brava perché è riuscita a battere la squadra più forte. Non sempre vincono i favoriti. Se il campionato fosse proseguito, avremmo potuto vedere una finale di SuperLega ed una finale di Champions League sempre tra Civitanova e Perugia.

Abdel Aziz, Lucarelli, Podrascanin, Kooy e Rossini, assieme alle conferme di Giannelli, Lisinac e Lorenzetti sono i nomi per tornare a vincere? È una squadra che è “condannata” ad arrivare in finale. Abdel Aziz è il più forte opposto della Su perLega, Giannelli il più forte palleggiatore, Lisinac e Podrascanin hanno vinto l’Europeo dell’anno scorso, Lucarelli sarebbe al primo anno in Europa ma è un campione olimpico, Kooy completerebbe bene la squadra, forse perdono qualcosa con Rossini al posto di Grebennikov ma per rispettare la regola dei tre italiani mi sembra un ottimo cambio. E in panchina c’è un Michieletto del quale sentiremo parlare tanto e anche molto bene.

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