Claudio Galli: "Ora posso tifare Italia nelle telecronache. Diamo tempo agli azzurri"

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Di Elisa Sorrentino

I campionati sono ormai conclusi e i pronostici più o meno rispettati. Ora spazio alle Nazionali che prenderanno parte a diversi tornei che porteranno poi all’evento più importante della stagione azzurra, i Mondiali. Abbiamo fatto due chiacchiere con chi ha seguito da vicino la SuperLega e l’A1 femminile, possiamo proprio dire a “bordo campo”: Claudio Galli, ex giocatore della Nazionale italiana e ora telecronista e commentatore tecnico a Rai Sport.

Iniziamo con la Superlega. Perugia si è cucita sul petto lo scudetto dopo una serie di Finale decisa solo alla “bella” contro Civitanova. Pronostico rispettato?
“Dipende dal pronostico fatto quando.. A inizio stagione c’erano quattro squadre che sembravano più attrezzate delle altre per arrivare alla fine e queste quattro formazioni hanno dato vita a delle grandissime semifinali playoff, che sono state davvero equilibrate, divertenti e ben giocate, quindi da questo punto di vista il pronostico è stato rispettato. Perugia, poi, è stata la squadra che ha vinto la Regular Season e non è cosi usuale statisticamente che la compagine che vince il campionato poi riesca a confermarsi anche nei playoff”.

Nella prossima stagione tornano le retrocessioni. Cosa ne pensa?
“Questo non riguarderà sicuramente le squadre di vertice o quelle che lotteranno per entrare nei playoff, è semplicemente una situazione oggettivamente corretta, per permettere a un numero adeguato di squadre di salire dall’A2 e viceversa e di creare anche “suspense” e lotta. Obiettivi anche per quelle formazioni che non sono attrezzate o che da subito rimangono invischiate nelle ultime posizioni. Il fatto di aver bloccato le retrocessioni per qualche anno era stata una scelta contingente dovuta ai problemi economici in cui si trovava non l’Italia ma il mondo intero e quindi per dare un po’ di respiro economico alle società. Passata però la fase peggiore di quel momento economico mi sembra corretto tornare a una più sana visione sportiva, in cui vengono premiati chi ottiene i risultati e viceversa penalizzati chi invece non riesce ad ottenere risultati positivi”.

Spostandoci al femminile, come reputa la caduta di Novara, inizialmente favorita?
“Il campionato è stato bellissimo, avvincente e incerto. Ovviamente parlando della Regular Season, dove fino all’ultima giornata le posizioni in classifica nel giro di ventiquattro ore si sono completamente sovvertite. Conegliano in questo caso, rispetto al maschile, sembrava maggiormente una favorita per la vittoria finale, poi le vicissitudini d’infortuni e l’ottimo campionato fatto da Novara, hanno ribaltato quelle che sono state le posizioni iniziali dei playoff. Anche nell’andamento dei playoff, qui meno incerti, meno combattuti rispetto a quelli maschili, specialmente le semifinali, hanno visto l’Imoco crescere e acquisire fiducia nella fase finale, in semifinale contro Scandicci e nelle finali contro l’Igor dopo una gara 1 agevolmente vinta dalla Piemontesi”.

Tema attuale quello della Nazionale femminile, impegnata nella Volleyball Nations League, che sta facendo fatica
“Direi che sono delle difficoltà che ci potevamo aspettare. Mazzanti è partito con un lavoro di gruppo in ottica molto futura. Ovviamente parliamo di ragazze molto giovani che faranno questo percorso più avanti, però era lecito aspettarsi qualche difficoltà in più dal punto di vista del gioco come è stato evidenziato. Dispiace per le prime partite e della sconfitta contro la Polonia perché era una squadra assolutamente alla nostra portata, e una vittoria sarebbe stata comunque importante per provare ad arrivare a giocarsi le finali della competizione. Non dimentichiamo però che la nostra nazionale femminile in realtà tra pochi giorni sarà ben diversa rispetto a quella che ha preso parte ai primi incontri”.

Completamente diverso il discorso per Blengini. Quanto cambia l’assetto con il ritorno di Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena?
“Rispetto ai deludenti risultati dell’anno scorso cambia tantissimo come assetto, però anche qui, la Volleyball Nations League sarà una manifestazione in cui, un po’ per necessità, e un po’ per il lavoro in ottica futura, l’allenatore lavorerà non esclusivamente con i migliori giocatori, perché ovviamente bisogna dare riposo ai “guerrieri” che giocano praticamente dodici mesi senza sosta. L’obiettivo principale della stagione per tutti quanti sono ovviamente i Mondiali. Più si va avanti nella Volleyball Nations League meglio è perché si acquisisce esperienza, si disputano partite di altissimo livello che sono allenanti per capire e cercare di lavorare sulle proprie problematiche e per ottenere comunque dei risultati prestigiosi”.

Da pallavolista al mestiere di telecronista. Raccontaci questa evoluzione
“Diciamo che questo è, più che un mestiere, un divertimento e c’è sempre da imparare, aggiornarsi, da studiare per cercare di interpretarlo al meglio. Ci sono tanti modi per farlo, di esserlo, soprattutto nel ruolo di commentatore tecnico, che è quello che ricopro io. Io cerco di dare una visione, un’interpretazione di quello che è il gioco, della tattica e anche della tecnica, e ovviamente cerco di immedesimarmi soprattutto nella parte della squadra che è in difficoltà, tranne durante le partite della nazionale in cui essendoci l’Italia siamo anche tifosi, però generalmente nel campionato si cerca sempre di immedesimarsi nella squadra che è sotto nel punteggio per vedere dove potrebbe migliorare, cosa potrebbe cambiare per cercare di mettere in discussione il parziale o la partita”.

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